Riforma elettorale: ecco come sarebbe la Camera dei deputati (7 ipotesi)
06/11/2014 di Donato De Sena
L’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi per discutere di riforma della legge elettorale apre inevitabilmente nuovi scenari politici.
IPOTESI 1: PREMIO ALLA LISTA E SBARRAMENTO AL 4,5 O 5% – La riforma elettorale sul modello Italicum approvata a marzo scorso alla Camera ed ora ferma in Commissione Affari Costituzionali al Senato prevede una soglia di sbarramento al 4,5% per i partiti coalizzati e un premio di maggioranza (che si aggira intorno al 55% dei seggi) da assegnare alla prima coalizione che supera il 37% dei consensi. Ma si parla ora di possibilità di una soglia al 5% e di un premio alla prima lista con soglia per il premio al 40%. In questo caso il Partito Democratico non avrebbe difficoltà a conquistare i 340 seggi previsti per la lista vincente. Stando ai dati diffusi dai sondaggisti, infatti, il partito di Renzi, dopo il sorprendente 40,8% ottenuto alle Europee del 25 maggio, viaggia ancora molto vicino al 40% dei voti (39,7% secondo la nostra media), ed anche se rimanesse al di sotto di quella soglia non avrebbe comunque particolari difficoltà a battere il secondo partito al ballottaggio. L’Italicum già approvato a Montecitorio prevede un secondo turno tra le due prime coalizioni. Per quanto concerne le liste il Pd stacca il Movimento 5 Stelle di circa 20 punti. Uno degli effetti più evidenti del premio di maggioranza alla lista e dello sbarramento alto al 5% sarebbe la riduzione forte del numero delle forze politiche presenti in Parlamento. Oltre al Pd entrerebbero alla Camera solo M5S, Forza Italia e Lega Nord, che nei sondaggi vengono valutate rispettivamente (in media) al 19,6, al 15,3 e all’8,4% dei consensi.
IPOTESI 2: PREMIO ALLA LISTA E SBARRAMENTO AL 4% – Poco cambierebbe (rispetto alla prima ipotesi) nel caso di premio di maggioranza assegnato ancora alla prima lista ma con uno sbarramento abbassato al 4%. Probabilmente riuscirebbe a far eleggere i propri rappresentanti in Parlamento anche un quinto partito, il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, che alle Europee in lista unitaria con l’Udc ha portato a casa il 4,4% dei voti e che i sondaggisti indicano ora mediamente al 4,1%.
IPOTESI 3: PREMIO ALLA LISTA E SBARRAMENTO AL 3% – Lo sbarramento abbassato al 3% in caso di competizione elettorale tra liste e non tra coalizioni, invece, consentirebbe il probabile ingresso alla Camera di Sel e Fratelli d’Italia, che nei sondaggi ottengono in media nelle ultime settimane rispettivamente il 3,3 e il 3,7%. Ovviamente l’ingresso a Montecitorio dei partiti di Nichi Vendola e Giorgia Meloni, oltre che di Udc e Ncd, avrebbe l’effetto di ridurre il numero dei seggi di partiti più grandi come Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord. La prima lista (presumiamo il Pd) conquisterebbe circa 340 seggi. 12 sono destinati alla circoscrizione Estero. Un altro viene assegnato con sistema maggioritario in Valle d’Aosta. E le formazioni di opposizione sono destinate a spartirsi i rimanenti 277 posti.
IPOTESI 4: PREMIO ALLA COALIZIONE E SBARRAMENTO AL 4,5 O 5% – Nel caso di premio di maggioranza assegnato alla prima coalizione con sbarramento alto (è questo lo schema di Italicum passato sette mesi fa alla Camera) si verificherebbe una situazione molto simile a quella in cui il premio viene assegnato alla prima lista. Ci sarebbe però una piccola differenza: tra le fila dell’opposizione verrebbe penalizzato il Movimento 5 Stelle a vantaggio dei partiti di centrodestra. Se alle elezioni i partiti si presentano in coalizione, infatti, i voti delle formazioni coalizzate che non superano lo sbarramento vengono attribuiti ai partiti dello stesso schieramento che vanno oltre la soglia. Ipotizzando dunque uno sbarramento al 4,5 o al 5%, Forza Italia e Lega Nord (i sondaggisti considerano ancora il centrodestra allargato dal Carroccio fino ad Alfano) ingloberebbero anche il consenso di Fratelli d’Italia, Ncd ed altre liste minori. Forza Italia potrebbe quindi ottenere più seggi del M5S (110 contro 106) pur conquistando meno consensi (15,3 contro 19,6%).
IPOTESI 5: PREMIO ALLA COALIZIONE E SBARRAMENTO AL 4% – Proprio come nel caso di premio alla lista (seconda ipotesi) uno sbarramento abbassato al 4% consentirebbe l’ingresso alla Camera, nell’ambito dei seggi destinati al centrodestra, anche di una lista sostenuta da Ncd e Udc. Rispetto all’ipotesi precedente, dunque, Pd e Movimento 5 Stelle manterrebbero rispettivamente 340 e 106 seggi. Forza Italia scenderebbe da 110 a 95. La Lega Nord da 61 a 51.
IPOTESI 6: PREMIO ALLA COALIZIONE E SBARRAMENTO AL 3% – Lo sbarramento al 3% per le formazioni coalizzate consentirebbe, infine, l’ingresso a Montecitorio anche di Fratelli d’Italia, ancora a discapito di Forza Italia e Lega Nord, che si troverebbero a spartirsi i 171 seggi destinati al loro schieramento con un altro piccolo partito, scendendo rispettivamente a quota 84 e 45 deputati. Ma in questo caso potrebbe essere danneggiato anche il Pd. I sondaggisti nelle ultime settimane indicano ancora, sullo schema delle Politiche del 2013, il partito di Renzi alleato con Sel, che mediamente supera il 3%. Dunque il Pd paradossalmente potrebbe essere svantaggiato dalla corsa con un alleato perché si troverebbe a spartirsi il premio di maggioranza (ottenuto al primo turno o al ballottaggio, questo è indifferente) con l’altra formazione, e si troverebbe di conseguenza a scendere sotto la soglia del 50%+1 dei seggi, che alla Camera è fissata a quota 316. Nel dettaglio, secondo la nostra proiezione, Sel porterebbe a casa 26 seggi sui 340 destinati alla prima coalizione. E i deputati Democratici sarebbero solo 314.
IPOTESI 7: NESSUNA RIFORMA ELETTORALE – Un caso a parte è rappresentato dall’assenza di riforma del voto. Se ogni piano per una nuova legge elettorale dovesse fallire si voterebbe con il Porcellum modificato dopo la sentenza della Corte Costituzionale del dicembre scorso. In sostanza si tratta di un sistema proporzionale puro senza premio si maggioranza e con soglia di sbarramento al 4%. In questo caso il Pd non arriverebbe a 50%+1 dei seggi alla Camera nemmeno aggiungendo ai propri quelli di Ncd. L’unica maggioranza possibile sarebbe dunque quella di larghissime intese, con Forza Italia in sostituzione del partito di Alfano. Sarebbe questa, inoltre, la migliore condizione per il Movimento 5 Stelle, che potrebbe conquistare ben 139 seggi, 31 in più dei 108 ottenuti nel 2013 (escludiamo la circoscrizione Estero) con il 25,5% di voti.
(Grafici: Giornalettismo. Foto di copertina di Roberto Monaldo da archivio LaPresse)