La riforma del sussidio di disoccupazione è costata 450 miliardi di euro alla Germania
23/12/2014 di Andrea Mollica
La Germania ha speso oltre 400 miliardi di euro per finanziare le riforme del lavoro e del sistema di protezione sociale adottate a metà degli anni 2000. La parte più costosa è rappresentata dal sussidio di disoccupazione Hartz IV, per cui il governo federale ha impiegato poco meno di 200 miliardi. Il costo complessivo della riforma del sistema, che ha favorito la discesa del tasso di disoccupazione in Germania, ha superato le stime iniziali, alla luce della forte crescita delle richieste di sussidi verificatasi nei primi anni della sua adozione.
LA GERMANIA E IL SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE – Hartz IV compie 10 anni il 1° gennaio del 2015, e la Germania può tracciare un bilancio finanziario su una delle riforme più significative realizzate in Europa negli ultimi decenni. Il nome di questa normativa si riferisce al quarto provvedimento legislativo del pacchetto di riforme sul mercato del lavoro tedesco, le cosiddette leggi Hartz, che furono introdotte dal secondo governo Schröder tra il 2003 e il 2004. Hartz IV è divenuto il sinonimo ufficiale del reddito minimo garantito offerto dalla Germania a chi risiede nel Paese, e cerca attivamente un lavoro. Chi perde occupazione ha diritto infatti a un anno di assegno di disoccupazione tradizionale basato sull’ultimo salario, con allungamento temporale per i soggetti più anziani, per poi passare al sistema comunemente conosciuto come Hartz IV, assai meno generoso. Lo Stato eroga un sussidio di poco meno di 400 euro, più spese d’alloggio e contributi sociali, alle persone senza lavoro. Per ricevere questo contributo però i beneficiari devono adempiere a una lunga serie di obblighi, inclusa la cancellazione del sussidio in caso di ripetuto rifiuto di un posto di lavoro proposto dall’agenzia di collocamento. La riforma del sistema di protezione sociale fu concepita come un modo per introdurre politiche attive del lavoro, e ridurre il costo delle spese statali, limitando così la tradizionale generosità del Welfare tedesco.
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IL SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE E I COSTI – Il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung presenta una stima del costo complessivo delle riforme del lavoro e di protezione sociale inserite nella cosiddetta Agenda 2010 promossa dal governo Schröder, e sostenute successivamente dagli esecutivi di Angela Merkel. Dal 2005 al 2013 il nuovo sistema è costato più di 400 miliardi, 313 miliardi spesi dal governo federale e i rimanenti 92 finanziati dalle amministrazioni comunali. Stimando spese uguali tra 2013 e 2014 il costo complessivo salirebbe a più di 450 miliardi di euro. La parte più elevata è il sussidio di disoccupazione, conosciuto come Hartz IV, per cui sono stati spesi quasi 200 miliardi di euro. Il governo federale ha inoltre impiegato 42 miliardi per gestire le nuove politiche attive del lavoro promosse dal sistema Hartz, 37 miliardi per le spese di alloggio, e 36 per le spese amministrative. Il 2005 e il 2006 sono stati gli anni in cui la spesa è stata più elevata, visto che dopo la riforma del sistema le richieste di sussidio superarono le stime iniziali, grazie all’aumento del numero dei disoccupati verificatosi in quegli anni. La riforma avrebbe dovuto diminuire la generosità del Welfare per i senza lavoro, ma secondo Faz solo la discesa della disoccupazione ha permesso il raggiungimento di questo obiettivo.
LE RIFORME HARTZ E LA GERMANIA – Per il presidente dell’Unione delle aggregazioni comunali tedesche Hartz IV rappresenta una storia di successo, come riportato da Frankfurter Allgemeine Zeitung. Un’opinione condivisa da numerosi esponenti dell’establishment economico e finanziario, e avversata invece dai sindacati. Le riforme Hartz divisero la Spd di Schröder e il suo tradizionale gruppo sociale di riferimento, i rappresentanti del lavoro, che definirono il nuovo sussidio di disoccupazione come povertà introdotta a livello legislativo. Il conflitto all’interno della sinistra tedesca fu molto intenso e generò una consistente fuoriuscita di iscritti dalla Spd, che poi fondarono insieme ai post comunisti della Germania orientale della Pds l’attuale Die Linke. Da quando sono state introdotte le riforme Hartz il costo del lavoro è calato in Germania e l’economia ha beneficiato di una protratta creazione di nuova occupazione. La fusione dell’assistenza sociale e la protezione della disoccupazione ha stimolato la ricerca di nuovi posti di lavoro da parte dei disoccupati di lungo periodo, anche se lo stesso creatore del sistema, Peter Hartz, ex responsabile delle risorse umane alla Volkswagen, ha rimarcato un’eccessiva severità del sistema. Le politiche di austerità e di riforma del mercato del lavoro imposte dall’Europa per rispondere alla crisi del debito sovrano hanno adottato come modello le riforme Hartz.
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