Riforme, il Senato approva l’articolo 10. Le opposizioni: «Resistenza passiva»
06/10/2015 di Redazione
Riforme,
19.35 – Il Senato approva l’articolo 10 del ddl Boschi che disegna il nuovo procedimento legislativo che supera il bicameralismo paritario. Ora Camera e Senato avranno competenze diverse. I voti a favore sono stati 165, i contrari 107, gli astenuti 5. Di fatto il nuovo articolo 70 della Costituzione (che passa da due sole righe a circa un centinaio) definisce in modo dettagliato su cosa ancora il Senato delle autonomie potrà pronunciarsi, ossia: le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali e le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, e ancora le leggi elettorali, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e su alcune materie che riguardano la politica sul territorio (articolo 117 per tutelare l’unità giuridica o economica della Repubblica) e le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati relativi all`appartenenza dell`Italia all`Unione europeale politiche dell’Ue. Viene quindi introdotta una potestà legislativa ‘non paritaria’, sulla quale l’esame del Senato è eventuale ed eventuali sono le sue “proposte” di modificazione.
18.36 – Terminati i voti segreti, sull’articolo 10 del ddl Boschi l’Aula del Senato continua a procedere spedita, tra fascicolo principale e una serie di volumi con gli emendamenti. Ma certo qualche difficoltà a orientarsi c’è.
18.05 – L’emendamento (il secondo a scrutinio segreto su articolo 10), non approva. I no sono stati 154, i sì 136 e tre astenuti che al Senato valgono come voto contrario. Si assottiglia ancora la forbice tra maggioranza e opposizione che arriva a 21 voti.
18.04 – “Presidente se lei mi dice che è possibile dividerlo dal verbo, non so. Dove metterebbe lei…l’asticella?”. Endrizzi del Movimento 5 stelle chiede al presidente del Senato Pietro Grasso dove si può votare un emendamento che prevede il voto segreto sulle minoranze linguistiche.
16.59 – L’aula del Senato ha bocciato il primo emendamento (primo firmatario il leghista Volpi) a voto segreto all’art. 10. La maggioranza al Senato supera un nuovo voto segreto durante l’esame del ddl Riforme, ma cresce il fronte dell’opposizione che arriva a 131 voti (rispetto alla media di 80 dei giorni scorsi). Durante il voto dell’emendamento Calderoli, a scrutinio segreto, la maggioranza si è attestata a quota 153 voti (perdendo di fatto circa 20 voti). Le opposizioni ne hanno invece guadagnati circa 50.
Stiamo votando l'emendamento 10.327413 al tomo 34 volume 12. #nonèunacosaseria #grazieaCalderolie5stelle #epoiparlanodelmerito #opensenato
— Francesco Russo (@francescorusso) 6 Ottobre 2015
16.49 – L’Aula del Senato ha ripreso le votazioni sull’articolo 10 del ddl riforme. Con il ‘silenzio’ delle opposizioni, che hanno optato per una ‘resistenza passiva’, ovvero nessun intervento sugli emendamenti, le votazioni scorrono veloci, con la maggioranza che sta bocciando tutti gli emendamenti.
#Riforme, opposizioni riunite fra le ipotesi si aggiunge anche l'Avventino #opensenato
— Voci di Palazzo (@VocidiPalazzo) 6 Ottobre 2015
15.44 – «Resistenza passiva, votiamo ma non interveniamo. Rimaniamo ostaggi della maggioranza». È quanto è stato deciso durante la riunione dei gruppi di opposizione (M5s, Lega, Sel e FI) sul ddl Riforme, secondo quanto riferito da capogruppo della Lega Nord, Gian Marco Centinaio. Le opposizioni non faranno ostruzionismo sull’articolo 10 (sull’iter legis); interverranno solo in dichiarazione di voto. Nei prossimi giorni ci sarà un’altra riunione per decidere cosa fare per il voto finale del 13 ottobre.
15.04 – Le opposizioni chiederanno al presidente Pietro Grasso, con la ripresa dell’aula del Senato, un’ora in più di tempo per poter concludere la riunione, iniziata poco fa, per decidere una linea comune sul ddl Riforme. A comunicarlo è stato il capogruppo FI, Paolo Romani
14.30 – In corso la riunione dei capigruppo dell’opposizione sul ddl riforme. Un vertice con il quale le forze parlamentari contrarie al provvedimento stano cercando di trovare una linea comune da tenere rispetto al dibattito sul testo Boschi. Saranno presenti, secondo quanto confermano fonti parlamentari, tutti i gruppi di opposizione: Fi, M5S, Lega, Sel.
13.45 – È stata sospesa per un’ora e mezza la seduta dell’aula del Senato. Le votazioni sul ddl Riforme riprenderanno alle 15, come da calendario. Lo ha comunicato il presidente Pietro Grasso. Dopo l’approvazione rapida dell’articolo 7 (sui titoli di ammissibilità dei futuri parlamentari), le votazioni degli oltre 370mila emendamenti all’articolo 10 (sul procedimento legislativo), al lordo di quelli ammessi dalla presidenza, sono andate avanti lentamente. Molti sono stati gli interventi da parte dei senatori di Lega Nord, Forza Italia e Movimento 5 stelle che hanno protestato contro la chiusura del governo.
Ore 12.45 – Il leghista Roberto Calderoli si scontra con il presidente Grasso sul regolamento: «Così non siamo in grado di fare le necessarie verifiche». Grasso ha invitato a soffermarsi e aprire discussioni sugli emendamenti più importanti, non su quelli dove ci sono semplici ripetizioni o parti sostanzialmente già votate.
Ore 12.45– Bocciato il primo voto sugli emendamenti all’articolo 10 con 169 voti contrari, 106 favorevoli e un astenuto. La maggioranza tiene
Ore 12.38 – Dall’ala più intransigente della minoranza dem è l’ex direttore di RaiNews Corradino Mineo ad accusare l’esecutivo per l’indisponibilità:
#Senato Le opposizioni ritirano molti emendamenti e chiedono dialogo.Silenzio. della maggioranza.In attesa di un segnale di @matteorenzi
— Corradino Mineo (@CorradinoMineo) 6 Ottobre 2015
Ore 12.25– Attacca anche Loredana De Petris (Sel). Per la capogruppo del Misto al Senato la decisione del governo di non aprire l’articolo 10 è una nuova forzatura: «Siamo al gioco del muro di gomma. Non è più accettabile. Non era mai accaduto prima, soprattutto su un tema come la riforma costituzionale, che si arrivasse a non accettare nessun tipo di modifica se non quelle decise dalla maggioranza stessa. Almeno la maggioranza ci dica perché ritiene che questo articolo sia così perfetto da non meritare alcun tipo di modifica»
Ore 12.15 – Non c’è quindi alcuna apertura reale del governo alle opposizioni, nonostante il ritiro degli emendamenti da parte di Forza Italia e Lega. «Una chiusura che mi sorprende e ne sono profondamente addolorato», ha replicato il capogruppo dei senatori forzisti, accusando il govrno di «non voler entrare nel merito delle riforme».
Ore 12.00 – Riprende la seduta in Aula. Il governo ha dato parere negativo su tutti gli emendamenti all’art.10 del ddl riforme, tranne che sui due emendamenti Calderoli e sull’emendamento Endrizzi – per i quali è ammesso il voto segreto – in merito ai quali l’esecutivo si è rimesso all’Aula. come ha annunciato a Palazzo Madama il ministro per le riforme Maria Elena Boschi.
Ore 11.22 – Prima dell’esame dell’articolo 10 – gli articoli 8 e 9 sono già stati approvati in doppia conforme dalle due Camere, ndr – Grasso ha sospeso la seduta fino alle 12 per consentire contatti fra i gruppi, oltre all’esame delle ammissibilità. Tre saranno gli scrutini segreti sull’art.10: due di Roberto Calderoli (Lega) sulle minoranze linguistiche e uno di Giovanni Endrizzi (M5S) su minoranze linguistiche e rapporti civili ed etico-civili.
Ore 11.16 – – Dopo il via libera all’articolo 7 del ddl riforme, si passa ora all’esame dell’articolo 10, relativo al procedimento legislativo. Il presidente Grasso ha annunciato che sono pervenute tre richieste di votazioni segrete, dichiarate ammissibili. Su due emendamenti la votazione segreta riguarda tutto il testo, mentre sul terzo emendamento l’ammissibilità è solo su una parte del testo.
Ore 11.14 – Via libera dell’aula del Senato all’articolo 7 del ddl Boschi con 166 sì, 56 no e 5 astenuti. Lega Nord e Forza Italia hanno ritirato la maggior parte degli emendamenti, in cambio di disponibilità a discutere su altri punti della riforma. A partire dall’articolo 10 e 21.
Ore. 10.47 – Il capogruppo al senato della Lega Nord Gian Marco Centinaio ha annunciato il ritiro di 35mila emendamenti presentati all’articolo 7 del ddl Riforme (sulla decadenza e ammissibilità dei futuri parlamentari), prima dell’esame delle proposte di modifica. Calderoli ha chiesto al governo la disponibilità di «aprire una valutazione reale degli articoli 10 e 31».
Ore 10.33 – Grasso in Aula ha respinto le richieste di Fi e Lega di presentare altri subemendamenti ad alcune richieste di modifica all’articolo 10 (sul processo legislativo) e all’articolo 21 (sull’elezione del presidente della Repubblica) del ddl Riforme. Le opposizioni intendevano subemendare le modifiche Pd targate Russo (il 10.201) e Cociancich (il 21.300), due possibili riedizioni del canguro già applicato sull’articolo 2.
Ore 10.29 – Il sottosegretario Luciano Pizzetti ha dato parere negativo del governo alle modifiche proposte all’articolo 7, che modifica l’articolo 66 della Costituzione.
ore 10.20 – A Palazzo Madama è iniziata la seduta dell’Aula del Senato sul disegno di legge sulle riforme costituzionali. I lavori ripartono dall’esame degli emendamenti all’articolo 7, relativo ai “Titoli di ammissione dei componenti del Senato“.
RIFORME, SI RIPARTE DALL’ARTICOLO 7 –
Dopo le polemiche per le sanzioni morbide ai verdiniani Barani e D’Anna, per i gesti sessisti rivolti alla senatrice M5S Barbara Lezzi, il Senato torna a riunirsi per continuare l’iter di approvazione del Ddl Boschi. Lunedì è stato approvato anche l’articolo 6, con la maggioranza che ha superato due voti segreti. Oggi l’Aula continuerà a votare fino alle 13, quando la seduta si fermerà per la richiesta del M5S di riunirsi.