Rio 2016, Nuoto: Simone Sabbioni e la sua lezione di umanità e sportività – VIDEO
08/08/2016 di Boris Sollazzo
SIMONE SABBIONI –
Aveva appena deluso tutti: tifosi, allenatori, in primis se stesso. Simone Sabbioni era tra i nostri pochi nuotatori su cui si puntavano delle fiches per una medaglia a sorpresa o almeno per arrivare con belle prestazioni in finale. Nei 100 dorso quest’anno aveva offerto performance di assoluto livello.
A maggio il bronzo agli europei ha dato la consapevolezza a lui e a chi lo seguiva che qualcosa era successo: un campione stava crescendo: fisicamente, tecnicamente, caratterialmente. Sorriso largo, sfrontatezza, voglia di scherzare, grance capacità di impegno e di sacrificio.
Eppure.
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Eppure Simone, proprio nella gara a cui tiene di più, stecca. Batterie, va vicino ai 55 secondi (un secondo e mezzo sopra il suo personale assoluto e anche su quello dell’anno in corso), lontano dai suoi tempi degli ultimi mesi. Capisce subito che non passerà il turno, è incredulo. Si spegne il sorriso, distrutto va a fare l’intervista con la Rai, a bordo vasca.
Non si giustifica. Non racconta del virus che ha debilitato lui e Belotti negli ultimi giorni. Non si attacca a delle scuse. No, lui è uno sportivo vero, lui è uno che parla al (e con il) cuore. Voleva farcela comunque. E non per la fama, i soldi, le medaglie. Per qualcosa di più importante.
Voce spezzata, lacrime agli occhi. “Le Olimpiadi non sono solo la gara, sono qualcosa di unico, straordinario. Volevo vivermele fino alla fine, voglio vivermele fino alla fine. Ora speriamo nella staffetta (mista). So che siamo qui per competere, ma è così bella l’atmosfera del villaggio olimpico, l’armonia che c’è in squadra. Oltre alla gara c’è molto altro qui, non voglio andarmene”.
E così, sconfitto in acqua, vince fuori. Simone, non ti preoccupare: il futuro è tuo. E aver capito, da vero uomo, che privilegio sia vivere un’Olimpiade, ti porterà a migliorarti e ad avere nuove occasioni. La tua medaglia, in questo Rio 2016, è aver commosso tutti noi con il tuo entusiasmo, con la tua sensibilità, con la tua capacità di esporti e regalarci un’emozione speciale.
Simone Sabbioni, classe 1996, oggi ci ha mostrato la forza e la purezza dei suoi 19 anni. E avrà tempo di vincere e rifarsi. Ma oggi un po’ nella storia è entrato con le sue parole, con il suo groppo in gola, con i suoi ringraziamenti a chi gli è stato vicino e che, forse, ieri sera ha inghiottito amaro.