Il ritorno di Amina in Tunisia
30/11/2015 di Redazione

Nel 2013 Amina Sboui, conosciuta anche come Amina Tyler, scosse l’opinione pubblica del suo paese presentandosi come la prima Femen della Tunisia e mostrandosi in topless su Facebook. Una manifestazione che le ha procurato una serie di guai e che l’ha consigliata a riparare in Francia. Ma ora Amina ritorna in patria e lo fa alla direzione di una rivista femminile e femminista.

QUANDO AMINA FECE SCANDALO –
All’epoca era appena maggiorenne e alla pubblicazione delle sue foto seguì la fuga da casa per l’imbarazzo e infine una lotta con la famiglia, che le è rimasta vicina anche se ha cercato di derubricare gli atti della figlia a conseguenze di follia o d’intemperanze giovanili. Spaventata dall’attenzione ricevuta, la giovane scappò di casa rifugiandosi presso un amico e infine, dopo essere stata trovata e prelevata dalla famiglia, in una casa fuori Tunisi, dove i suoi provarono anche a farla esorcizzare, senza successo.
I DIFFICILI RAPPORTI CON LA FAMIGLIA –
Amina non si lasciava domare e anzi riuscì a raccogliere una denuncia per indecenza e per aver disacrato un cimitero intervenendo a protestare a una riunione degli islamisti di Ansar al-Sharia. L’intervento di altre Femen in suo aiuto provocò una specie di sollevazione anche tra i laici secolarizzati e le femministe, che nel contesto tunisino ritengono controproducente la tattica del gruppo.
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LA FUGA IN FRANCIA E IL RITORNO –
Dopo due mesi di detenzione Amina fu rilasciata e decise di riparare a Parigi, da dove ora torna per lanciare una rivista «femminile e femminista» intitolata Farida (Unica) e pubblicata solo in arabo. Il nome ricorda quello di Faiza, la prima rivista femminile pubblicata in arabo nel 1958, ma sarà una rivista «più matura e meno provocante» perché l’attivista Amina è diversa dell’editore Amina.