Saviano risponde al Daily Beast: «Le accuse di plagio un modo per delegittimarmi»
25/09/2015 di Redazione
«Quando un libro supera il muro dell’indifferenza, è quello il momento giusto per fermare il racconto» e «come sempre il miglior metodo è gettare discredito sul suo autore». Parla così su Repubblica Roberto Saviano, dopo le accuse (contenute in un articolo pubblicato sul sito americano The Daily Beast) di un «plagio sistematico» in ‘Zero zero zero’, il romanzo-inchiesta successivo a Gomorra.
ROBERTO SAVIANO: «QUANDO NON SI PUÒ DIRE CHE UN RACCONTO È FALSO SI DICE CHE È RIPRESO»
Lo scrittore si difende evidenziando delle omissioni dell’articolo del Daily Beast, spiegando di aver indicato correttamente nel suo libro le fonti dei dati, e sottolineando anche come l’autore della recensione si sia soffermato molto sulla sua figura, a dimostrazione di una «paternità ingombrante»:
Accade sempre così, prima con “Gomorra” e ora accade con “ZeroZeroZero”: quando un libro ha molto successo, quando supera il muro dell’indifferenza, quando le storie che veicola iniziano a creare dibattito, è quello il momento giusto per fermare il racconto. Per bloccarlo. E come sempre il miglior metodo è gettare discredito sul suo autore. Come se fosse possibile smontare davvero un libro di oltre 400 pagine con un articolo di qualche migliaio di battute. Ma forse questo è lo scopo di una recensione a ZeroZeroZero uscita sul Daily Beast, che non si è accontentata di essere una stroncatura (è normale, no?, che un libro ne riceva), ma che vorrebbe essere altro. Che cosa, esattamente, lo lascia intendere l’autore, che si sofferma forse un po’ troppo sulla mia figura, sul fatto di essere ormai percepito come un personaggio politico e non solo come uno scrittore. Non è evidente, allora, che i miei libri, tutti, finiscano per scontare questa paternità troppo ingombrante?
Così, quando non si può dire che ciò che racconto è falso, si dice che l’ho ripreso altrove. Ma il mio lavoro è esattamente questo: raccontare ciò che è accaduto, nel mio stile, nella mia interpretazione.
Saviano conclude affermando che «il livore arriva quando c’è visibilità, quando il dibattito diventa centrale e catalizza l’attenzione». «Difenderò sempre il mio stile letterario», aggiunge. E non evita una frecciata ai sindaci che non vogliono le riprese della serie Gomorra 2:
Prima mi si accusa di riportare notizie che esistono, ma prese da altri. Poi di aver inventato, perché ciò che scrivo è troppo perfetto. E a voi tutto questo non sembra l’ennesimo, furbo (ma poi nemmeno tanto) modo per delegittimarmi? Quando nell’articolo vengo definito “una specie di celebrità globale”, “una rockstar letteraria”, “il Rushdie di Roma”, ho capito che ancora una volta ho fatto centro: il livore arriva quando c’è visibilità, quando il dibattito diventa centrale e catalizza l’attenzione. Ma mi dispiace per i miei critici, anche per quelli americani. Fiero dell’odio e della diffamazione, degli attacchi che ricevo quotidianamente, difenderò sempre il mio stile letterario: sia che lo usi per scrivere libri o articoli, sia che lo usi in teatro o per una serie tv. Così come l’omertà di alcuni sindaci non fermerà le riprese di Gomorra 2 , così il cachinno contro di me non fermerà la mia letteratura.
(Foto di copertina: Vittorio Zunino Celotto / Getty Images)