Follia a Roma: picchia autista di bus perché gli ha chiesto di spostare la macchina
26/09/2015 di Redazione
Un autista della linea 447 della Roma Tpl stato malmenato ieri dai parenti di un giovane che ostruiva il passaggio dell’autobus con la sua auto.
INCREDIBILE AGGRESSIONE A ROMA –
La piazza bloccata, i clacson impazziti, un bus che non passa. Tutto per due auto in doppia fila, lasciate al centro della strada con strafottenza, una a destra l’altra a sinistra. Scene d’ordinaria follia alle 18 di giovedì in piazza della Rustica, dove un autista della linea 447 della Roma Tpl è stato massacrato in mezzo alla strada, inseguito, pestato mentre si faceva medicare dagli operatori del 118, solo perché aveva osato lamentarsi.
«Guarda che casino che è successo, so’ 5 minuti che sto qui», così l’autista dopo varie strombazzate aveva detto al conducente dell’auto in doppia fila. Dentro la macchina c’era una ragazzetta a modo che si era affacciata per fargli capire a gesti: «Io da qui non mi sposto, faccio come mi pare». Giovanni, 60 anni, non s’è perso d’animo: «Ho insistito, alla fine quell’auto si è spostata e sono riuscito a passare». Per un breve tratto, perché la macchina si è fermata pochi metri avanti impedendo di nuovo il passaggio al bus, all’incrocio. «Un ragazzo che era con la giovane è sceso, ha detto: la macchina è rotta, non te la sposto più. Si è avvicinato sotto il finestrino della cabina e con un pugno ha rotto il vetro sbriciolandolo. Le schegge mi sono finite in faccia, perdevo molto sangue, ho dovuto chiamare l’ambulanza, insieme con l’auto di assistenza della mia azienda».
Il conducente è rimasto in attesa dei soccorsi barricato nel bus.
MALMENATI ANCHE GLI INFERMIERI –
Ma quando è sceso alcuni parenti e amici dell’aggressore gli si sono scagliati contro. A denunciare quest’ennesimo episodio di violenza ai danni di un autista, esprimendo solidarietà, è stato il capogruppo di Fdi-An Fabrizio Ghera. «Quando sono sceso per farmi medicare mi hanno colpito alle spalle con calci e pugni, mi hanno massacrato» racconta ancora Giovanni che ha tentato di fuggire ed è caduto, così l’hanno circondato e pestato. Nel frattempo arrivava la polizia che ha identificato il conducente e il primo aggressore. Giovanni è finito in ospedale con tumefazioni al volto e un’infrazione alla spalla. Del branco, gli energumeni che hanno dato vita alla spedizione punitiva, malmenando anche il personale di pronto intervento, per ora nessuna traccia.
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GLI AUTISTI SENZA DIFESE –
«La cabina blindata? È un miraggio, se ne parla da più di due anni, nulla è stato fatto, le aggressioni sono all’ordine del giorno» commenta Claudio De Francesco, segretario regionale Faisa Confail. Di proclami ce ne sono stati tanti per provare a tutelare gli autisti. «Hanno parlato di cabine blindate, di corsi di autodifesa, di un sistema Gps di localizzazione, ma non è stato fatto nulla e senza la cabina si rischiano tutti i giorni le aggressioni» sottolinea. «La cabina blindata potrebbe davvero salvare gli autisti, ma non le installeranno mai: non avremo neanche i nuovi bus visto che l’ultima gara è andata deserta, figuriamoci se avremo mai le cabine». «Solo chiacchiere, per gli autisti non c’è sicurezza, è da due anni che annunciano l’installazione delle cabine blindate – dice Renzo Coppini, segretario del Sul – stiamo raccogliendo firme per chiedere il cambiamento della legislazione e far diventare gli autisti pubblici ufficiali, in questo modo le pene previste per le aggressioni sarebbero più severe».