“Se questa è una Capitale”, il “dramma di Roma” visto dal Corriere della Sera

Sergio Rizzo e Antonio Stella, editorialisti del Corriere della Sera, hanno provato a riassumere i problemi di Roma. C’è voluto un video di dieci minuti e un lungo articolo scritto a quattro mani dalla collaudata coppia del giornalismo. «Se questo è il volto di Roma – si legge – la prima cosa che un visitatore nota salendo su un taxi o ancora prima incespicando in un sampietrino sporgente, è un volto brutto. Brutto davvero». I due passano in rassegna i nodi principali di una Capitale che sembra abbandonata a se stessa, dal dissesto stradale ai mezzi pubblici non all’altezza di una metropoli, dalle inefficienze dei vigili urbani ai risarcimenti mancati del Comune. Non usano mezzi termini per raccontare una storia già tristemente nota a tutti.

È inaccettabile che la Capitale di un Paese che si picca di essere ancora tra i grandi del G7 abbia una rete viaria così scalcagnata. Le strade intorno all’Altare della patria, per fare un esempio, sono in condizioni così indecenti che una casa motociclistica tre anni fa utilizzò l’area ai piedi del Campidoglio per collaudare, tra buche e montagnole e canaloni e spuntoni omicidi, la resistenza delle carenature plastiche degli scooter: se superavano l’esame, potevano affrontare qualunque percorso.

Un’incuria che pesa parecchio sulle casse del Campidoglio, dove arrivano tre richieste di risarcimento danni ogni giorno.

Sul Comune si abbattono da anni incessanti grandinate di richieste di risarcimento per i danni subiti dai veicoli a causa di buche e voragini. Un migliaio l’anno. Tre al giorno, come ricorda sul Tempo Erica Della Pasqua. Una massa tale di pratiche che per sveltirle il municipio capitolino ha pubblicato sul suo sito addirittura un modulo per chiedere il risarcimento conciliativo. Una specie di corsia preferenziale per i danni non superiori a 12.911 euro e 42 centesimi. Costo degli indennizzi annuali per le casse comunali: 20 milioni. Una tombola. Pari quasi alla metà di quanto il Campidoglio spende per la manutenzione delle strade.

I mezzi pubblici? «Colpa della storica pigrizia che spinge troppa gente a muoversi solo con l’auto propria o dell’inefficienza dei trasporti pubblici? – ragionano Stella e Rizzo – Dibattito annoso. Ma è difficile prendere l’autobus se l’autobus non c’è. Ed esistono zone della città cresciute senza strade né servizi». Spinosa anche la questione dei vigili urbani, in eterno conflitto con il comandante Raffaele Clemente e il sindaco Ignazio Marino «Sono 6.077, sulla carta – continuano – Ma se ne vedono pochissimi. Ce ne sono costantemente in strada da un massimo di 993 e cioè meno di uno solo su sei (la mattina dei giorni feriali) a un minimo nelle ore serali di 105, cioè uno ogni 58. Pazzesco. Si va dall’1,7% al 16,3% della forza complessiva».

E la colpa? È di tutti e di nessuno.

Sia chiaro, attribuire la colpa di questa sciatteria ammorbante a Ignazio Marino sarebbe ingiusto. E così scaricare ogni colpa su Gianni Alemanno piuttosto che su Walter Veltroni o Francesco Rutelli. Non c’è un solo colpevole assoluto da additare all’ira della plebe. La colpa di tanta incuria sta sul groppo di tanti.

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