Roma, Ignazio Marino: “Vado negli Usa per aiutare la città. Escludo di restare in politica”
22/09/2015 di Redazione
Roma, Ignazio Marino alla vigilia del suo viaggio che lo porterà a Philadelphia e New York proprio in concomitanza della visita del Papa nelle Americhe in un’intervista col Messaggero spiega quali sono i motivi che lo portano a risalire su un aereo proprio all’inizio della complicata stagione autunnale per la città: un viaggio, spiega il primo cittadino, funzionale ad incontrare alcuni (potenziali) donatori di fondi per il patrimonio archeologico e culturale della città eterna; inoltre, spiega Marino, il viaggio dipende anche da una esplicita richiesta del Vaticano. Così domani, per pochi giorni, Marino ripartirà per gli Stati Uniti, proprio mentre in Campidoglio la maggioranza è alle prese con la votazione del nuovo contratto di servizio di Ama.
ROMA, IGNAZIO MARINO: “VADO NEGLI USA PER AIUTARE LA CITTA'”
Sul Messaggero di oggi il sindaco intervistato spiega le sue ragioni.
Sindaco Marino, era proprio il caso di ripartire adesso, dopo le polemiche sulle sue ferie?
«Si tratta di un viaggio brevissimo ma molto importante, in un momento storico per la Chiesa e per gli Stati Uniti: è il primo viaggio di papa Bergoglio negli Usa. Quando a giugno scorso mi è stato riferito che avrebbero avuto piacere della mia presenza in tre appuntamenti del Santo Padre a Philadelphia, ma soprattutto all’incontro con le famiglie, ho detto a monsignor Paglia che sarei stato molto lieto di partecipare all’organizzazione della visita».
Andrà anche a cercare fondi per i monumenti. Non sarebbe più strategico concentrarsi sulle emergenze della Capitale?
«Ho dedicato fino a ora un tempo molto limitato, per la verità, a quest’attività. Proprio perché abbiamo le buche per le strade, i marciapiedi con barriere architettoniche e gli altri problemi, non è pensabile che, in un momento di crisi economica e con un debito di un miliardo lasciato dalla passata amministrazione, possiamo spendere decine di milioni per il nostro patrimonio archeologico e monumentale. Che, però, dobbiamo conservare con grande cura. Peraltro questo viaggio non costa un euro ai romani, essendo ospite della Città di Philadelphia».
Non è il primo viaggio che fa per questo motivo. Ha ottenuto risultati concreti?
«Fino a oggi abbiamo incassato 13 milioni di euro per il restauro di siti archeologici e monumentali di Roma, di cui ne sono già stati effettivamente versati sei. Noi faremo due presentazioni di progetti finanziabili dai donatori: una a New York e un’altra a Philadelphia, entrambi organizzati dai locali consolati italiani. Poi avrò altri incontri privati tra cui uno con una persona, di cui non posso rivelare il nome, che potrebbe decidere di destinare all’archeologia di Roma una donazione di 40-50 milioni. I consoli ci hanno aiutato a mettere insieme un gruppo di persone, alcune delle quali vengono anche da Washington e Chicago, che cercherò di far innamorare del nostro patrimonio storico».
Quindi considera prioritaria questa missione?
«Il sindaco di Roma ha una responsabilità doppia rispetto agli altri primi cittadini: questa città ha 2768 anni e un patrimonio culturale di cui il sindaco non può essere un muto osservatore. Per me è un viaggio faticoso e con poche ore di riposo, ma sarebbe sbagliato rifiutare questo compito che la città merita».
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Per il suo futuro, il sindaco sembra avere le idee chiare; ha più volte detto che intende ricandidarsi per un secondo mandato come sindaco di Roma, ma al termine di questa esperienza amministrativa, lascerà la politica.
Pensa mai di tornare al suo vecchio lavoro, abbandonando la politica?
«Assolutamente escludo di restare in politica. Vivo questa fase con spirito di servizio perché penso che questa città stia davvero cambiando. Però dopo il 2023 non sono interessato a nessun’altra posizione in politica».
Nel frattempo la città è alle prese con la difficile questione del contratto di servizio di Ama, che deve essere votato in Campidoglio tassativamente entro la fine della settimana.
Entro domenica bisogna approvare la delibera sullo spazzamento della città, pena la sospensione del servizio. Come vi muoverete?
«Ribadiamo l’affidamento del servizio pubblico, ma non sono soddisfatto della pulizia e del decoro della città. Chiediamo a due agenzie indipendenti di valutare la qualità del servizio e la soddisfazione dei cittadini. Quindi valuteremo se affidare lo spazzamento, in diversi Municipi, ai privati».
I privati entreranno anche nella proprietà dell’azienda?
«Nella delibera è scritto che si dà mandato ad Ama di ricercare partner industriali privati che entrino nel capitale dell’azienda, pur rimanendo la maggioranza al pubblico. Con un modello simile a quello utilizzato con successo, anni fa, con Acea».
È sicuro di convincere l’intera sua maggioranza su questa svolta?
«Spero che Sel possa riflettere sul fatto che noi vogliamo coinvolgere il popolo di Roma in queste decisioni. Sel non uscirà dalla maggioranza, dove è rappresentata in tutti i 15 Municipi anche con due presidenti. È giusto che ci sia un dialogo, ma la città deve essere più pulita: questa è una sfida che non possiamo perdere».
Continuano intanto i problemi relativi ai cantieri del Giubileo: mancanza di fondi per portare a termine le grandi opere, e i problemi relativi alla lentezza delle procedure per le gare a norma di legge.
Lei incontra spesso il Papa. Le ha mai espresso preoccupazioni sul Giubileo?
«No. In Vaticano vivono positivamente la capacità organizzativa dimostrata da Roma nel giorno della canonizzazione dei due Papi. Siamo noi a essere preoccupati, perché sappiamo che ci troveremo di fronte a una continuità di eventi che durerà un anno. Noi cerchiamo di prepararci con diligenza e ci accingiamo ad aprire una serie di cantieri che miglioreranno la vita dei romani».
Ma i cantieri si stanno avviando con forte ritardo.
«Di certo è un piano Giubileo realizzato in corsa. Sappiamo dell’Anno Santo straordinario solo da aprile, ma fa parte della straordinarietà di questo Papa, alla quale questa città volentieri si adegua».
Il Governo vi consentirà di spendere altri soldi?
«Proprio in queste ore il vicesindaco Causi sta verificando la possibilità di avere nuove risorse che ci sarebbero particolarmente utili per il trasporto pubblico locale. Noi stiamo lavorando in perfetta assonanza con il Governo, anche se c’è chi sostiene il contrario».
C’è però il problema delle gare europee, obbligatorie per importi superiori al milione di euro. Chiedete nuove deroghe?
«Su questo fronte è al lavoro l’assessore Sabella, che mantiene i contatti con il presidente del’Anac Cantone. Dobbiamo fare quello che possiamo fare, nella serenità di un’assoluta trasparenza»
Copertina: Getty Images