Roma, così il Pd vuole ripartire dopo Mafia Capitale
10/02/2015 di Tommaso Caldarelli
Roma, dopo gli scandali di Mafia Capitale il Partito Democratico prova a ripartire dalla profonda opera di pulizia interna che Matteo Orfini, commissario della Federazione Romana, sta cercando di promuovere in collaborazione con Fabrizio Barca, incaricato da Orfini stesso di realizzare un vero e proprio “censimento” dei circoli e dei militanti. Convocati dai Giovani Democratici romani in una sala della Garbatella, i militanti del Pd si presentano puntuali riempiendo la (invero non grandissima) sala.
ROMA, «ORFINI E BARCA: FATE PRESTO» – “Tutti ci prendiamo le nostre responsabilità politiche e morali”, scandisce dalla presidenza Guido Staffieri, segretario dei Giovani romani: “Chiediamo per il futuro organismi di garanzia esterni per evitare nuove dinamiche sbagliate e vogliamo un congresso con regole dignitose; si realizzi subito un albo degli elettori da far partire domani”. L’idea è quella di evitare congressi e primarie sul modello “mi iscrivo il giorno del voto”, che permettono l’arrivo di truppe cammellate e voti a pacchetto, fenomeni di clientelismo alla base degli scandali.
Costruire un nuovo partito che funzioni è l’intenzione del team di Fabrizio Barca: “Uno dei nostri obiettivi è confrontare le sperimentazioni che sui territori vengono promossi; anche perché ormai ci sono solo le sperimentazioni, non crediate che ci siano modelli da imitare: oggi la forma partito è in crisi in tutto il mondo e quel che stiamo facendo con #mappailPd è un caso unico e mai realizzato altrove”, dice l’ex ministro. “Se c’è una cosa che Matteo Renzi ci ha insegnato è l’importanza della velocità in politica. Quindi Orfini e Barca, vi prego, fate presto”, rincara Maddalena Messeri, presidentessa dei Gd Romani.
LE ZONE GRIGIE DEL PD ROMANO – Già, rifare il Partito Democratico romano è una sfida grande. Mentre gli interventi sviscerano l’equilibrio delle responsabilità fra “il manico” (la dirigenza) e “la scopa” (i militanti), intercettiamo alcuni membri dello staff di Fabrizio Barca che sta girando i circoli del Pd romano. “E’ un’avventura veramente stancante”, confessano, “facciamo dodici incontri, dodici interviste a settimana. Lavoriamo moltissimo”. E se è vero che il team di Barca vuole presentare un risultato che divida il Partito in “buono” e “cattivo”, lo staff confessa di non invidiare chi dovrà prendere la decisione finale: “In ogni circolo c’è del buono e c’è qualcosa che non va quindi sarà difficile poi prendere una decisione politica finale. Sono pochi i casi eclatanti di pratica eccellente o di malapratica palese. Staremo a vedere”. E proprio il ruolo di Fabrizio Barca nel futuro del partito è la domanda che aleggia, un po’ inespressa, fra militanti e curiosi: ma tutti gli iscritti, interrogati sul punto, assicurano: “Il team di Barca fa un lavoro che potremmo definire scientifico, non c’è nessuna ambizione politica”.
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“SITUAZIONE ECONOMICA DISASTROSA” – Chiediamo ad uno dei segretari di circolo che è stato “visitato” dal team di “Mappa il Pd”. “In precedenza chiamano per fissare l’incontro, arrivano e propongono il questionario da loro elaborato sulla vita del circolo, fanno domande riguardo i nostri rapporti con il territorio, con gli eletti, con le associazioni e col tessuto sociale. Inizialmente è un’esperienza che vivi un po’ male, tanti anni di militanza ridotti ad un questionario, ma poi ti rendi conto che è un momento importante e costruttivo”. Non manca dunque il senso di destabilizzazione fra i militanti Pd riguardo un’operazione che, assicura il commissario Matteo Orfini, andrà avanti fino in fondo: “In molti sono stupiti, ma è la verità: stiamo davvero facendo le telefonate agli iscritti, uno per uno, e qualcuno si indispettisce anche. Vorrei anche ricordare che versiamo anche in una situazione economica devastante e non sostenibile, sia per la federazione che per i circoli: qualcuno dovrà essere chiuso. E credo che dovremo pensare a un piano di ristrutturazione”; le cifre non sono note, ma il debito del Pd romano è stimato “nell’ordine del milione di euro di debiti”, ci dice qualcuno. Annuisce un segretario di una corposa federazione democratica: “Io non vedo un bilancio del Partito romano dal 2010. Mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto gli utili delle feste dell’Unità“.