Roma, piano anti-corruzione vigili: “A ruotare solo i centralinisti”
13/01/2015 di Alessio Barbati
Partita la rotazione dei vigili urbani prevista dal piano anti-corruzione del sindaco Ignazio Marino. Il progetto, fortemente sostenuto dal comandante Raffaele Clemente, prevede il trasferimento di 864 vigili entro gennaio 2016 come strumento indispensabile per scardinare eventuali legami corruttivi tra controllanti e controllati. Un provvedimento che non è piaciuto ai caschi bianchi e a chi crede che sia “tutto un bluff”. In effetti, per il momento, a ruotare sono solo funzionari con incarichi amministrativi, dipendenti che svolgono lavoro d’ufficio.
“UN BLUFF” – Il coro di critiche è stato raccolto da Elena Panarella per Il Messaggero «Quelli trasferiti di certo non lavorano nei posti decisivi si tratta di amministratori di software dei computer nei gruppi, di personale che si occupa di buste paga, centralinisti, segreterie. Insomma – denunciano i sindacati – di certo non si tratta di persone che come ormai siamo abituati a sentire hanno a che fare con reparti chiamati in causa con l’inchiesta di Mafia Capitale o altro». Dello stesso avviso il coordinatore romano dell’Ugl, Marco Milani: «Si tratta di trasferimenti senza cambio di mansione. Cioè quello che facevano in un gruppo lo vanno a fare in un altro. Se fosse stato un avvicendamento di mansioni invece e non solo di territorio lo avremmo difeso questo piano, perché così oltre ad eliminare le sacche di possibile corruzione si creava un progetto reale. E allora viene da pensare che è tutto un bluff». Gli fa eco anche il segretario romano del Sulpl, Stefano Giannini: «A questo punto propongo che la rotazione sia fatta per tutti in contemporanea perché se è valida è inutile dilazionare i trasferimenti». Rincara la dose Gabriele Di Bella, dirigente sindacale Fiadel: «Molti di questi primi trasferimenti toccano persone che andranno in pensione tra pochi mesi, tutto questo innesca un processo di accelerazione verso il pensionamento senza alcun concorso in programma. Quindi se già il numero degli agenti non è adeguato a una città come Roma, andrà solo peggio».
LE ASSENZE – Il capogruppo capitolino del M5S Marcello De Vito, si è chiesto se l’ondata di assenze più o meno giustificate che ha colpito il corpo dei vigili la notte di capodanno, fosse in qualche modo legata al piano di rotazione. Ha poi girato la domanda al comandante dei vigili Raffaele Clemente che ha già aperto un’indagine «È un fatto che ha colpito il corpo nelle sue abitudini e nelle sue certezze – ha detto Clemente – Noi abbiamo deciso, con l’amministrazione, di procedere a una rotazione non degli incarichi, ma territoriale. Anche il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone è intervenuto, chiamato non da me, ma dai sindacati, dicendo che è la scelta migliore, quindi abbiamo provveduto già nei giorni scorsi ad avviare il piano, che dunque non si è fermato, ma prosegue».
LE CIFRE – Il comandante ha poi fornito alcuni numeri, tutt’altro che rassicuranti, per far luce su quanto accaduto quel 31 dicembre: «Questo corpo aveva correttamente e per tempo pianificato i servizi per festeggiare il Capodanno, quando alle 14 sono arrivati numerosi certificati di malattia. Questa cosa ci ha allarmato, ma non pensavamo assumesse dimensioni tali. Intorno alle 17 ci siamo resi conto che le defezioni erano arrivate a 500. Considerato che il servizio non poteva più essere pianificato come previsto, abbiamo deciso la misura della reperibilità, che il nostro contratto prevede per le situazioni di emergenza. Questo ha consentito l’afflusso di 146 colleghi che ci hanno aiutato e hanno sostanzialmente salvato il Capodanno e messo in sicurezza le persone accorse al “Concertone”. Questi colleghi hanno salvato la città, ritengo che il loro apporto, anche con differenza di idee rispetto alle riforme che stiamo portando avanti, abbia consentito a tutti noi di passare un Capodanno degno: a loro va il ringraziamento nostro e dei romani». Fatto sta però che l’85% dei vigili quella notte era assente, un quadro preciso della situazione lo offre lo stesso Clemente: «Una situazione di vera emergenza, a fronte di 905 agenti previsti, la defezione è stata di 767 unità: 571 per malattia, 63 per donazione sangue, 81 per legge 104, 23 e 29 per altri piccoli istituti di assistenza».