Roma, quartiere a luci rosse: parlano le prostitute
09/02/2015 di Tommaso Caldarelli
Roma, il quartiere a luci rosse è l’argomento che monopolizzerà la cronaca romana per tutta la settimana. Oggi a prendere posizione è l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, peraltro residente nel municipio interessato, il numero nove Eur-Laurentina presieduto dall’esponente del Partito Democratico Andrea Santoro che ha annunciato alla stampa venerdì scorso il contestato progetto dello “zoning”, ovvero il provvedimento per cui in alcune zone della città la prostituzione potrebbe essere tollerata.
ROMA, QUARTIERE A LUCI ROSSE: “I PROBLEMI SONO ALTRI “- “Lenin nel 1915 lanciò il socialismo in un paese solo, adesso qui si propone di legalizzare la prostituzione in un municipio solo”, dice Francesco Rutelli, intervistato da Repubblica Roma: il problema della prostituzione all’Eur c’è, “ma non meno e non più che in altri quartieri. I veri problemi sono altri, sia all’Eur che nelle zone intorno, da Decima al Torrino: a partire da sporcizia, sicurezza e trasporti”, dice l’ex primo cittadino della Capitale. D’altronde, dice Rutelli, “in Italia la prostituzione è lecita, ma è illecito favorirla e non c’è dubbio che in questo caso si organizzerebbe una sorta di mercato del sesso”, con molti rischi per il pubblico ufficiale che sarebbe passibile di accuse per un reato punito con pene da 4 a 12 anni di carcere. L’intento della giunta Marino, quella di “difendere le famiglie”, sarebbe lodevole, ma “proprio per questo non si può organizzare la prostituzione negli spazi pubblici. E poi, anche se fosse, cosa farebbe il municipio? E i vigili urbani? Attesteranno che nelle strade dedicate non ci siano magnaccia? E i clienti? Saranno costretti a pagare l’Iva? E le ragazze a rilasciare lo scontrino? Suvvia, non scherziamo…”, chiosa Rutelli.
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ROMA, QUARTIERE A LUCI ROSSE: I DEMOCRAT IN IMBARAZZO – Sullo sfondo delle polemiche, gli imbarazzi e la gestione politica della maggioranza che sostiene Ignazio Marino. “Al momento fra i democrat non c’è una linea definita”, scrive il Messaggero nella sua cronaca di Roma, “le donne sono sul piede di guerra, una per tutte la deputata turborenziana Lorenza Bonaccorsi. L’argomento è complesso e Matteo Orfini, commissario del Pd romano, in settimana riunirà consiglier comunali, parlamentari e l’assessore al sociale Francesca Danese e il minisindaco Santoro”. L’idea è arrivare ad una posizione di sintesi e superare “la sottovalutazione mediatica” nel parlare apertamente della proposta prima di aver sondato il terreno. Il sindaco Ignazio Marino cerca di mediare: “Io non sono un legislatore nazionale. Non posso fare altro che immaginare situazioni che facciano da deterrente” per evitare “prostituzione nei parchi pubblici dove ci sono le famiglie che vengono prima di tutto”. Il Tempo ha passato una notte fra le prostitute dell’Eur, che bocciano il progetto del zoning: “Dove andiamo con il cliente? Tutte nello stesso parcheggio? Non funziona mica così”, dicono le lavoratrici della notte. “Io so che questa è la mia postazione, perché non creo problemi a nessuno. Se stessimo sulla stessa strada faremmo a botte”, continua un’altra prostituta; una terza sottolinea l’inutilità, a suo vedere, dell’idea: “Chi ci gestisce controlla tutto, quelle dell’est rischiano la vita. Con questa proposta dei politici non si combatte la criminalità. Un’idea del genere non risolve i problemi, ne crea di nuovi e forse anche più grandi. Chi gestisce il business ci mette davvero poco a trovare un altro posto e a spostare le proprie ragazze e i clienti “affezionati” comunque le seguirebbero”.