Rio 2016, Ryan Lochte e la rapina inventata per coprire una rissa in autogrill
19/08/2016 di Redazione
Ryan Lochte è un nuotatore olimpico e grande rivale di Phelps. Qualche settimana fa ha denunciato una rapina all’interno della sua stanza al villaggio olimpico. Rapina smentita dal Cio. Gli investigatori brasiliani, non vedendoci chiaro, ci indagano sopra. E scoprono, dalle telecamere di videosorveglianza, un altro mondo. Ora il nuotatore è sospettato di falsa comunicazione di un crimine.
guarda il video:
A parlarne è Tommaso Pellizzari sul Corriere della Sera:
Tirava una brutta aria fin dal mattino, intorno al caso Lochte. E nella notte la situazione è precipitata. La polizia brasiliana (su mandato della giudice Bianca Nigri) ha infatti impedito ai nuotatori statunitensi Gunnar Bentz e Jack Conger di imbarcarsi per gli Stati Uniti con un volo della United Airlines per Houston. I due, che si trovavano all’aeroporto internazionale di Rio de Janeiro e sono stati portati nella delegazione della polizia federale sono stati sentiti come testimoni. Ad accompagnarli due funzionari del consolato Usa e uno della delegazione olimpica statunitense, Secondo quanto scrive il sito del quotidiano «O Globo», la misura è stata adottata dopo che i due erano stati cercati sia al Villaggio olimpico che in hotel, perché non avevano risposto alla richiesta di una deposizione da parte delle autorità. L’ipotesi di reato (per Lochte) è falsa comunicazione di crimine. Per gli investigatori brasiliani si sarebbe inventato la rapina subita fuori dal Villaggio olimpico il 14 agosto. E a questo punto è necessario un riassunto della situazione.
Lochte è già rientrato negli Stati Uniti mentre i colleghi, che hanno subito con lui la rapina, no….
Tutto inizia quando la madre del nuotatore statunitense fa sapere che il figlio è stato rapinato al rientro nel villaggio olimpico dopo una festa a Rio de Janeiro. Pochi minuti dopo, però, arriva la rapidissima smentita del Comitato olimpico internazionale: è tutto falso.
Solo che poi è lo stesso Cio a smentire se stesso: la rapina viene confermata, mentre Lochte racconta alla Nbc i dettagli dell’assalto. L’auto su cui viaggiava con altre tre persone è stata bloccata da persone vestite da poliziotti che hanno fatto scendere i quattro atleti chiedendo loro di sdraiarsi a terra. «A quel punto mi sono rifiutato – ha raccontato Lochte – ho detto semplicemente che non avevamo fatto nulla di male, dunque che non era il caso. Allora uno di quelli ha estratto la pistola e me l’ha puntata alla tempia. Ci hanno rubato i soldi, ma ci hanno lasciato i telefoni».
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COSA NON TORNA NELLA RAPINA A RYAN LOCHTE
In Brasile a dare spiegazioni è rimasto un compagno di squadra di Lochte, James Feigen, al quale la giudice Keyla Blank ha fatto ritirare il passaporto. Feigen, con Bentz e Conger, era uno dei tre compagni che stavano con Lochte al momento della presunta rapina. Ed è un bene definirla presunta dato che, quando si denuncia un reato, in Brasile scattano subito le indagini per verificare la veridicità del fatto. Specialmente se balza alle cronache mondiali:
Questi i dettagli che non tornano: in primo luogo, Lochte ha parlato di finti poliziotti, mentre per Feigen uno dei rapinatori è sceso da un veicolo bianco. Sempre il sito di Veja, in secondo luogo, ha scoperto che il gruppo ha lasciato Casa Francia (sulla Lagoa di Rio de Janeiro) non alle 4 ma alle 6, arrivando al Villaggio alle 6.56. E qui c’è il terzo dettaglio, scoperto da un video esclusivo del Daily Mail, in cui si vede il nuotatore passare attraverso il metal detector con orologio, cellulare e portafoglio. Il che coincide con la sua testimonianza, ma non con come funzionano le rapine (in Brasile e nel resto del mondo). Secondo altre fonti, di fronte ad altre incongruenze (come il numero dei rapinatori e di quanti fossero quelli effettivamente armati), gli statunitensi avrebbero poi riferito di non ricordare bene i dettagli per colpa dell’alcol.
Non solo. Il taxista di Lochte e dei suoi compagnia è scomparso nel nulla. E solo lui può aiutare nel dipanare ogni dubbio.
CASO LOCHTE: GLI USA SI SCUSANO PER I LORO NUOTATORI
Intanto il Comitato olimpico degli Stati Uniti si è scusato per il comportamento dei quattro nuotatori olimpici americani. Durante una conferenza stampa dell polizia a Rio era stato spiegato che gli atleti potrebbero essere accusati di falsa testimonianza e per danneggiamento ma che per il momento non c’è alcun addebito nei loro confronti. Anche perché i 4 avrebbero inventato tutto per una rissa in autogrill
«Non c’è stata alcuna rapina», aveva dichiarato il capo della polizia civile brasiliana, Fernando Veloso, indicando che sarebbe una gesto «nobile» da parte degli atleti ammettere di aver sbagliato e chiedere scusa ai cittadini di Rio. «Abbiamo le prove – aveva aggiunto – le riprese delle telecamere di sorveglianza mostrano che non è stata commessa alcuna violenza nei loro confronti». Non solo: alcuni dei quattro avrebbe distrutto un bagno in una stazione di rifornimento spingendo addirittura una guardia della sicurezza a tirare fuori l’arma in dotazione per fermarli. Due dei nuotatori, Gunnar Bentz e Jack Cpnger, lasceranno giovedì prossimo il Brasile. Ryan Lochte, rifersice Bbb, è già partito mentre James Feigen è rimasto nel paese.
(in copertina foto Matt Hazlett/Getty Images)