Sanità, ecco i tagli per decreto
27/07/2015 di Redazione
Sanità, la prima accelerazione sulla spending review partirà da una serie di emendamenti al decreto omnibus enti locali. Come spiega il quotidiano “La Repubblica”, via libera all’attuazione del piano concordato dalla Conferenza Stato-Regioni. Al Senato è atteso il provvedimento, con il governo che non esclude di chiedere il voto di fiducia, prima del passaggio alla Camera.
SANITÀ, TAGLI PER DECRETO –
Il premier Renzi ha annunciato che sulla Sanità si lavorerà «sulla razionalizzazione e alla riduzione delle centrali di spesa». La linea del governo è confermata anche dal ministro Beatrice Lorenzin, che ha provato a rassicurare i cittadini: «Non saranno tagli lineari. Lavoriamo su organizzazione, efficienza ed acquisti». Restano però le perplessità di gran parte degli assessori regionali alla Sanità: «Abbiamo già dato». Sul quotidiano diretto da Ezio Mauro si anticipano le cifre dell’operazione: si prevede un pacchetto di tagli per 2,3 miliardi nel 2015, un altro dello stesso peso per l’anno successivo e per il 2017:
«Importanti, e in qualche caso dolorosi, i provvedimenti che riguarderanno direttamente i cittadini. In primo luogo c’è il taglio delle prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali ed esami di laboratorio) non necessarie (nel linguaggio tecnico: non appropriate). Il ministero della Salute con un imminente decreto stilerà la lista delle situazioni e patologie dove analisi e approfondimenti sono necessari, se si è fuori della lista si pagherà di tasca propria. La norma prevede anche una stretta sui medici, perché il principio che ispira la razionalizzazione è che bisogna frenare il fenomeno della cosiddetta “medicina difensiva”: medici che per mettersi a riparo da eventuali vertenze giudiziarie, “elargiscono” con facilità analisi e controlli. Da oggi chi sbaglia subirà un taglio allo stipendio. Los tesso schema varrà per i ricoveri per riabilitazione: revisione delle tipologie in base alla appropriatezza e pagamento percentuale oltre i giorni di degenza previsti dalle nuove soglie; controlli e penalizzazioni», si legge.
Si calcola che siano circa 200 milioni le prestazioni erogate dal settore pubblico o privato. L’obiettivo? Ridurle del 15%, riducendole quindi di circa 28 milioni. I risparmi? Quelli stimati sono di circa 198 milioni di euro l’anno.
SANITÀ, IL NODO OSPEDALI –
Per quanto riguarda gli ospedali, sarà previsto il controllo delle strutture in rosso, l’azzeramento dei ricoveri nelle case di cura convenzionate con un numero di posti letto inferiore a 40. Ma anche la decurtazione nella spesa per il personale, la riduzione della degenza media così come del tasso di ospedalizzazione. Un risparmio che dovrebbe garantire altri 210 milioni circa. Si legge sul quotidiano di Largo Fochetti:
«La gran parte dei risparmi verrà tuttavia dalla rinegoziazione dei contratti di acquisto di beni e servizi (con la centrale unica di acquisti) e in particolare dei dispositivi medici. Inoltre sarà costituito presso il ministero della Salute un osservatorio sui prezzi dei dispositivi medici (apparecchi, impianti, sostanze) il cui costo non potrà comunque superare il tetto del 4,4 per cento»
SANITÀ, LA PROTESTA DELLE REGIONI –
Le Regioni protestano però già per i tagli, convinte di aver già fatto troppi sacrifici negli scorsi anni. Diverse le posizioni degli assessori regionali, tra chi si tira fuori e chi apre al governo:
«Cauto Antonio Saitta (Sanità, Piemonte): «D’accordo ci sono margini, ma ricordo che noi siamo stati la prima Regione ad applicare la riorganizzazione della rete ospedaliera». Rincara la dose Fabio Rizzo (Commissione Sanità Lombardia): «Il governo si sveglia tardi, segua l’esempio Lombardo».Vantano passi avanti anche in Toscana: «La centrale unica d’acquisto noi ce l’abbiamo già per tutte le aziende sanitarie», aggiunge Stefania Saccari (Sanità). Persino la Sicilia si chiama fuori: «Per noi il percorso è più facile: abbiamo un avanzo di 30 milioni», dice l’assessore alla Sanità Baldo Guicciardi»