Da Sanremo l’indagine che fa tremare funzionari e dirigenti Rai

Una indagine da Sanremo rischia di travolgere la Rai. La magistratura punta a far luce su appalti e acquisti legati a Viale Mazzini costati milioni di euro. Lavori che toccano eventi come il Festival di Sanremo. Ne parla il Corriere della Sera:

L’ordine di esibizione è stato eseguito dalla Guardia di Finanza venti giorni fa. Riguarda 37 dossier relativi alle indagini interne condotte negli ultimi due anni. Ed è proprio questo che adesso fa tremare funzionari e dirigenti della Rai. Perché quelle relazioni riportano gli esiti degli audit su appalti e acquisti, contratti con società esterne costate all’azienda pubblica radiotelevisiva centinaia di milioni di euro. E perché finora la loro esistenza era stata negata dagli stessi responsabili degli uffici.

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SANREMO: ECCO L’INDAGINE CHE FA TREMARE LA RAI

– L’indagine è condotta dal pubblico ministero Paolo Ielo e affidata al Nucleo Tributario guidato dal colonnello Cosimo Di Gesù. Ecco di che si tratta:

Il primo esame dei fascicoli avrebbe già fatto emergere numerose irregolarità, soprattutto per quanto riguarda la scelta delle ditte alle quali affidare lavori e commesse. Il resto lo sta facendo un testimone che ormai da tempo collabora con gli inquirenti e ha svelato i retroscena degli accordi siglati negli ultimi due anni. Si è concentrato sulle trasmissioni di punta della Rai, primo fra tutti il Festival di Sanremo. E ha fornito agli investigatori anche il codice per leggere i file criptati sui soldi delle «mazzette» versate per aggiudicarsi gli appalti truccando le gare. Nell’elenco ci sono alcune trasmissioni di approfondimento giornalistico, altre di intrattenimento, svariate fiction.

Tutto iniziò qualche mese fa, a giugno, quando scattarono una cinquantina di perquisizioni per corruzione e turbativa d’asta.

Nella lista di indagati ci sono i fratelli David e Danilo Biancifiori titolari delle società «Diand lighting and Truck» e «DibiTechnology» che nel corso degli ultimi anni hanno ottenuto il monopolio delle forniture tecniche. E ciò, dice l’accusa, sarebbe stato possibile anche grazie ad appoggi e contatti governativi quando a palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi; il suo responsabile dell’immagine Roberto Gasparotti li avrebbe agevolati per avere un contratto da 9 milioni di euro, tanto che poi è finito pure lui nell’elenco degli indagati. I due imprenditori hanno rapporti con Mediaset, La7, con Infront.

(…)

Basta poco per scoprire che mentono. Anche perché tra le carte sequestrate ci sono quelle su un audit del settembre 2013 che riguarda proprio le società dei due fratelli Biancifiori. Si decide allora di sentire come persona informata dei fatti il responsabile dell’internal Auditing, Gianfranco Cariola e gli viene notificato il decreto di esibizione di tutti i dossier realizzati dalla Rai negli ultimi tre anni. Il 7 ottobre le 37 relazioni sono nella mani dei finanzieri. È l’inizio di un’indagine che può portare ai piani alti della Rai proprio perché negli atti analizzati dai finanzieri ci sono dati che, incrociati con quelli contenuti nei file criptati, consentono di ricostruire il percorso dei soldi, compreso il trasferimento di fondi all’estero proprio per soddisfare le richieste di alcuni dirigenti.

(foto d’archivio Daniele Venturelli/Getty Images)

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