Roma: 4 “hotel religiosi” su 10 non pagano l’Imu
07/09/2015 di Redazione
E se i migranti venissero accolti negli alberghi religiosi? Le strutture delle ospitalità cristiana in tutta Italia, e più nello specifico a Roma, sono moltissime, come è noto, sono in zone centralissime e forniscono servizi di ospitalità spesso a due passi da monumenti storici e attrazioni turistiche. E Papa Francesco ha proclamato: “Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma”. Ebbene, calcoli alla mano, se gli alberghi gestiti da frati e da suore aprissero le loro porte ai migranti davvero non ci sarebbe bisogno di centri di accoglienza.
MIGRANTI, ACCOGLIENZA NEGLI ALBERGHI RELIGIOSI?
Il Messaggero nella Cronaca di Roma ha intervistato Fabio Rocchi, tenutario del sito Istituti-Religiosi.org che centralizza e coordina tutte le strutture di ospitalità religiosa.
Il sito raccoglie, aggiorna e promuove il patrimonio ricettivo dell’ospitalità religiosa. Istituti, case di accoglienza, case per ferie, monasteri e conventi. La mappatura di oltre 800 strutture ricettive, descrizioni tecniche, immagini, informazioni, recapiti, prezzi e tariffe. Strutture gestite direttamente da religiosi o affidate ai laici. «Le nostre tariffe sono mediamente più basse del 30/40%», spiega Fabio Rocchi, un laico che ha dato vita al sito e aggiorna costantemente la mappa. A quanto ammontano gli introiti? «Difficile da calcolare, servono a finanziare quegli Ordini religiosi che non beneficiano dell’8 per mille». E l’appello del Papa? «Chiederemo ad ogni struttura di mettere a disposizione almeno una camera per ospitare una famiglia bisognosa. Ho parlato del progetto con monsignor Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale della Conferenza episcopale italiana per il turismo. É d’accordo». Nei conventi e nei monasteri si paga poco e forse anche per questo quasi mai si rilascia la ricevuta.
Anche perché, sottolinea il giornale romano, l’ospitalità religiosa spesso risulta essere una vera e propria concorrenza sleale per le altre strutture ricettive, visto che, fra le altre cose, i conventi e gli alberghi del clero raramente pagano l’Imu, almeno a Roma: quattro strutture su dieci sono esenti; “alcuni non esistono o meglio non risultano sulla banca dati del Comune, altri sono privi di codice fiscale”, continua il Messaggero.
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Le strutture ricettive degli ordini religiosi sono cresciute, come spesso si dice, in maniera sostanzialmente incontrollata in zone di estremo pregio della città.
Via Veneto, Casa per ferie dei Cappuccini, proprio accanto alla celebre Cripta: 59 camere, aria condizionata, frigo, cassaforte, televisore al plasma e wifi. Pareti che confinano con le antiche ossa dei frati, i resti cimiteriali che ispirarono il romanzo di Joseph Roth. Costo per una tripla: 180 euro. Una doppia uso singolo:100. Altro esempio in via Sistina, a 5 minuti da Trinità dei Monti dove si dorme spendendo 35 euro a persona, colazione compresa. É una struttura gestita dalle sorelle di Nostra Signora di Lourdes. Qui il passaparola di Tripadvisor funziona, “andateci, troverete una suorpresa”.
Molto spesso, ricordava il quotidiano romano, senza alcun tipo di controllo da parte dell’amministrazione cittadina, che anzi, quando ha provato a fare una sorta di censimento ha dato il via ad una partita di ” ingiunzioni per circa venti milioni di euro e un contenzioso che si aggira intorno ai 14 milioni”
Copertina: l’interno della Domus Sessoriana, struttura di accoglienza nell’ex convento dei Cappuccini di Santa Croce in Gerusalemme, Roma. Flickr / Ian Scott