Germanwings: la seconda scatola nera conferma le intenzioni omicide di Andreas Lubitz
03/04/2015 di Redazione
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L’esame della seconda scatola nera dell’aereo di Germanwings precipitato in Francia conferma l‘azione volontaria di distruzione dell’apparecchio da parte del copilota. Lo ha reso noto il BEA, l’ufficio di inchieste e analisi sugli incidenti aerei.
Une première lecture fait apparaître que le pilote présent dans le cockpit a utilisé le pilote automatique pour engager l’avion en descente vers une altitude de 100 ft, puis, à plusieurs reprises au cours de la descente, le pilote a modifié le réglage du pilote automatique pour augmenter la vitesse de l’avion en descente.
Secondo il Bea l’analisi ha confermato che il co-pilota avrebbe non solo impostato il pilota automatico per la discesa, ma avrebbe anche più volte e intenzionalmente variato le impostazioni del driver aumentando la velocità di discesa dell’aeromobile.
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LA DIFFERENZA TRA COCKPIT VOICE RECORDER E FLIGHT DATA RECORDER
A differenza del CVR, il Cockpit Voice Recorder, uno strumento che registra gli effetti sonori all’interno della cabina di pilotaggio, la seconda scatola nera, il Flight Data Recorder, FDR, annota i parametri di volo di natura numerica relativi alle ultime 25 ore di operatività del mezzo. In genere vengono registrati velocità, quota, prua, posizione dell’aereo, accelerazioni, posizione dei comandi e delle superfici mobili, parametri del motore.
ANDREAS LUBITZ E L’INCIDENTE STRADALE –
La Stampa riporta inoltre che Andreas Lubitz alla fine del 2014 aveva subito un incidente stradale. Il co-pilota del volo Germanwings venne ferito ad un occhio dall’airbag causandogli un serio problema alla vista. A tratti il pilota vedeva nero, secondo i dati raccolti dai medici. Questo potrebbe spiegare le sue difficoltà e la paura di poter perdere il posto di lavoro. È stato confermato inoltre che Lubitz prendeva ansiolitici ed antidepressivi. Non è però dato sapere se ne avesse fatto uso anche nel volo Barcellona-Dusseldorf, finito contro le alpi francesi con un conto finale di 150 morti, tra cui lo stesso Andreas Lubitz.