L’errore grammaticale che svela lo stesso tweet ripetuto dai M5S Sibilia e Toninelli

28/09/2017 di Redazione

Sibilia e Toninelli hanno ripetuto lo stesso errore grammaticale in un tweet sull’arresto ai domiciliari del sindaco di Seregno in una indagine relativa alle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord. I due deputati del M5S, entrambi piuttosto noti, hanno scritto attestato invece che arrestato, un medesimo errore che ha evidenziato come entrambi i parlamentari pentastellati abbian pubblicato lo stesso, identico tweet. «Sindaco di #Seregno (#ForzaItalia) attestato per #Ndrangheta. #onestà deve essere base del governo. #StopCorruzione sarà prima manovra #M5S».

SIBILIA E TONINELLI SVELANO IL MECCANISMO DELLA COMUNICAZIONE M5S CON LO STESSO ERRORE NEL MEDESIMO TWEET

Per un partito o movimentou na comunicazione coordinata è di solito una forma efficace per diffondere i propri messaggi politici, anche se ripeterli attraverso più canali ottiene un effetto opposto, visto il carattere artefatto di due tweet identici come quelli di Sibilia e Toninelli. Che il M5S organizzi in maniera molto rigida la propria comunicazione non è un mistero, come dimostra la grande attenzione dedicata alle comparsate in TV. Altrettanto noto è il fatto che gli account social dei politici siano spesso gestiti da loro assistenti, responsabili anche di alcuni errori diventati poi celebri.

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Di Maio, con ironia, ha rimarcato come il famoso errore sul Venezuela di Pinochet, al posto del corretto Cile, sia stato scritto da uno dei suoi collaboratori e non da lui, anche se poi è il politico che si prende l’ondata di ironie e critiche in caso di simili topiche. L’organizzazione della comunicazione online del M5S è stata spesso criticata nella caccia all’insulto che si verifica in caso di attacchi ad alcuni espomenti pentastellati di spicco. Un po’ come successo alla giornalista del Giornale Laura Cesaretti, insultata in modo davvero eccessivo da orde di simpatizzanti M5S per un tweet orribile sul figlio di Alessandro Di Battista. Un errore come quello della Cesaretti non giustifica però altri errori come gli insulti contro di lei.

Foto copertina: Facebook di Anna Rita Leonardi

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