«Il Sinodo 2015 è lo scontro fra la Chiesa e l’Anti-Chiesa»
15/10/2015 di Tommaso Caldarelli
Non sono andati molto per il sottile i gruppi cattolici ultraconservatori di Voice of The Family che hanno convocato una conferenza stampa oggi in un albergo a via della Conciliazione: “Il Sinodo 2015 è lo scontro fra la Chiesa e l’Anti-Chiesa”, ha detto Thomas Ward, medico, presentato come “padre di otto figli e nonno di trenta bambini”. E, ha continuato, “sono qui a parlare proprio per i miei figli e per i miei nipoti”. Al tavolo dell’Hotel Columbus, fra gli intervenuti, il Cardinale Raymond Leo Burke, già prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e attualmente Priore dell’Ordine di Malta.
IL SINODO 2015 E’ LO SCONTRO FRA LA CHIESA E L’ANTI CHIESA
Fece scalpore, a suo tempo, la vicenda di cui fu protagonista l’ex vertice del principale tribunale vaticano; esperto di diritto canonico, di tendenze conservatrici, Burke nel 2014 fu destinato a un ruolo sostanzialmente cerimoniale, la guida dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e di Rodi; il sito conservatore LifeNews, il direttore del quale era presente alla conferenza stampa, definì Burke “il difensore numero uno di lingua inglese degli insegnamenti tradizionali della Chiesa Cattolica sui temi della vita e della famiglia” e si ricorda anche un siparietto in cui il cardinale se ne andò via prima di salutare Papa Francesco durante la messa di beatificazione di Paolo VI. Seduti accanto a lui oggi un medico inglese, il direttore del suddetto LifeSite e un’esponente di Voice of The Family, un raggruppamento di associazioni laicali che, si legge sul sito ufficiale, si descrive come “un’iniziativa laica a sostegno dell’insegnamento cattolico sulla famiglia”. I toni utilizzati nella conferenza stampa sono quelli tipici di una crociata, parole ben scandite, concetti ribaditi.
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Sul sito ufficiale di Voice of The Family è riportato un intervento dell’arcivescovo di Astana, Thomas Peta, che ha riportato le parole utilizzate da Papa Paolo VI: “Attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella Chiesa”, aveva detto il Sommo Pontefice; secondo il porporato, di tale fumo si sentirebbe l’odore in tre temi di discussione emersi dal Sinodo del 2014: “La proposta di ammettere alla Santa Eucarestia coloro che sono divorziati e vivono in nuove unioni civili, l’affermazione che le convivenze sono unioni che possano avere un qualche tipo di valore; sostenere che l’omosessualità possa essere qualcosa in qualche modo normale”; e anche quest’anno, ha continuato il cardinale Peta nell’aula del Sinodo, “si riesce a sentire l’odore di questo gas in alcune parti dell’Instrumentum Laboris e in alcuni interventi dei padri sinodali”. Pronti a sottoscrivere laici, religiosi e sacerdoti del fronte dell’ultra-conservazione sinodale che oggi hanno attaccato frontalmente proprio l‘Instrumentum Laboris del Sinodo 2015, che in alcune sue parti, secondo i gruppi conservatori, aprirebbe ad un vero e proprio sovvertimento degli insegnamenti tradizionali della Chiesa Cattolica: e vengono citati puntualmente dei passaggi dell’Instrumentum che sarebbero da rigettare in toto.
E dire che il documento di lavoro del Sinodo è stato da più parte contestato perché, si è letto, sarebbe stato troppo poco tiepido e aperturista, sostanzialmente un lavoro di poco conto che ribadiva l’ovvio. Secondo gli ultraconservatori, sarebbe invece un vero e proprio attacco agli insegnamenti della Chiesa su Famiglia e Vita. Come nel Passo 86.
Nel contesto culturale e sociale odierno, in cui la sessualità è spesso svincolata da un progetto di amore autentico, la famiglia, pur rimanendo lo spazio pedagogico privilegiato, non può essere l’unico luogo di educazione alla sessualità. Occorre, per questo, strutturare veri e propri percorsi pastorali di supporto alle famiglie, rivolti sia ai singoli sia alle coppie, con una particolare attenzione all’età della pubertà e dell’adolescenza, nei quali aiutare a scoprire la bellezza della sessualità nell’amore.
Secondo Voice of The Family questo passo lascia deliberatamente, “genitori e bambini alla mercé” delle organizzazioni internazionali che promuovono la pianificazione delle nascite e delle lobby gay che fanno campagna propagandistica nelle scuole: “Come è possibile che le autorità del Sinodo siano così cieche ai pericoli spirituali e al rischio per le vite e per il welfare dei genitori e dei bambini, sia dentro che fuori la Chiesa?”. Nelle discussioni fra i padri sinodali, continua l’esponente di Voice of the Family, “non si parla abbastanza del peccato”.
Conferenza stampa @voice_of_family gruppo conservatore al #Synod15 con +Burke: “Non si parla abbastanza di peccato” pic.twitter.com/IDngDipCKq
— Tommaso Caldarelli (@TommasoC) 15 Ottobre 2015
Ci va giù duro il medico inglese Thomas Ward, che parla del Sinodo come del “confronto definitivo fra la Chiesa e l’Anti Chiesa” e chiede ai Padri Sinodali di aiutare le famiglie di tutto il mondo a “proteggere i propri figli dall’indottrinamento omosessuale” che viene diffuso nelle scuole: “La Chiesa deve tornare a proclamare il linguaggio della sessualità autentica”, senza nessun tipo di apertura verso altri tipi di percorsi che possono essere visti come “cooperazione alla corruzione” che portano a “tremende esperienze di distruzione della vita familiare”; e, in risposta ad un giornalista, il dottor Ward continua: “Ho letto il documento, l’Instrumentum Laboris, e vedo che questo contraddice gli insegnamenti della Chiesa. Sono cattolico, amo la Chiesa e non sono nella mente di Papa Francesco: questo documento contraddice gli insegnamenti della Chiesa”.
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Prende la parola solo alla fine Raymond Leo Burke, e, pur calmando decisamente i toni, sembra condividere appieno le preoccupazioni degli oratori della Conferenza stampa a cui, precisa, “è stato invitato”.
Card Burke says many Christians ‘too tolerant’ and not able to distinguish between good and evil #Synod15
— Christopher Lamb (@ctrlamb) 15 Ottobre 2015
“Alcuni cristiani ormai confondono la misericordia con la tolleranza e così si arriva ad un punto in cui non si è più in grado di distinguere il bene dal male, il brutto dal bello, il santo dal malvagio”, dice Burke, che continua: “Si arriva ad un approccio talmente relativistico e personale che si supera l’elementare principio di non contraddizione per cui le cose o sono qualcosa o sono altro. Il corretto contesto cattolico è quello della Carità, che significa sempre perdonare il peccatore che si è pentito, e sempre condannare l’errore”. “Si parla”, dice ancora Burke, “di matrimonio tradizionale, come se ci fossero alternative a questo tipo di istituto. Il matrimonio non è tradizionale, è naturale”, chiude il porporato, che fa sapere di non accogliere nessuna domanda dal pubblico, non essendo lui partecipante al Sinodo del 2015: “Non sarebbe corretto”. Rimangono a bocca asciutta i giornalisti che volevano chiedere al porporato se condividesse i toni piuttosto aggressivi degli oratori che avevano parlato prima di lui e che volevano chiedergli opinioni riguardo la nota lettera dei tredici cardinali che ha dato origine al cosiddetto “Lettergate”: risposta negata e conferenza stampa chiusa in anticipo.