Sinodo della Famiglia, la parola a Papa Francesco
18/10/2014 di Tommaso Caldarelli
Sinodo della Famiglia, con la conclusione dei lavori dei Padri Sinodali oggi la parola definitiva sulla pastorale familiare della Chiesa Cattolica passa interamente a Papa Francesco. Con la votazione, oggi, del Messaggio al Popolo di Dio e questa sera della Relatio Synodi il cammino consultivo dei vescovi cattolici convocati a Roma da Papa Francesco si conclude e dovrà essere il Sommo Pontefice a trarre le conclusioni del dibattito finora svoltosi nella Città del Vaticano.
COME IL CONCILIO DI GERUSALEMME – Un dibattito davvero acceso e che a tratti ha ricordato, ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi oggi in conferenza stampa, “il primo concilio, quello di Gerusalemme”, dove l’apostolo Pietro e l’apostolo Paolo, raccontano gli Atti degli Apostoli, furono a pochissimo dal mettersi le mani addosso. Ha fatto scalpore la pubblicazione del documento della Relatio Post Disceptationem, la “base di lavoro” sulla quale i circoli minori hanno discusso durante questa settimana fornendo il materiale su cui è stata redatta la Relazione finale che sarà votata stasera e che sarà inviata direttamente al Santo Padre, perché possa scrivere, in base a questo, l’esortazione apostolica che chiuderà questa prima pagina del Sinodo dei Vescovi in attesa del prossimo appuntamento, quello del 2015, con il Sinodo in sessione ordinaria. Come da pronostici, il Messaggio al popolo di Dio presentato oggi in conferenza stampa lascia tutto aperto e non tocca praticamente nessuno degli spinosi temi che erano emersi nella Relatio Post Disceptationem.
PER LE FAMIGLIE CRISTIANE – Secondo il Cardinal Gianfranco Ravasi, presidente della commissione per il Messaggio, è anche naturale che sia così. In apertura, il Messaggio al Popolo di Dio afferma di rivolgersi “a tutte le famiglie dei diversi continenti e in particolare a quelle che seguono Cristo Via, Verità e Vita”, e dunque alle famiglie cristiane in primo luogo per le quali il modello “è quello tradizionale”. Niente deviazioni dalla dottrina dunque, in prima approssimazione. Un documento di tre pagine che, per dirla con Ravasi, è composto da una parte in cui si esplorano le difficoltà della famiglia nel mondo di oggi e una seconda parte in cui viene “ribadito il bello e il buono” delle esperienze coraggiose delle famiglie cristiane, “la luce che a sera splende dietro le finestre nelle case delle città“. Fra le luci e le ombre del mondo moderno camminano con fatica le famiglie, segnate da “indebolimento della fede e dei valori, individualismo, impoverimento delle relazioni, stress di una frenesia che ignora la riflessione”, con parole importanti, riprese in massima parte dalla Evangelii Gaudium, riguardo “alle difficoltà economiche causate da sistemi perversi” e dal “feticismo del denaro” che “umilia la dignità delle persone” e rende molto più difficile il progettarsi in un’unione stabile.
DIVORZIATI E RISPOSATI – Sono questi fattori a remare contro la famiglia, a causare “fallimenti” e scrive il messaggio a “dare così origine a nuove relazioni, nuove coppie, nuove unioni e nuovi matrimoni, creando situazioni famigliari complesse e problematiche per la scelta cristiana”. La questione delle nuove unioni, dei divorziati, e dei risposati, viene dunque riassorbita nei canoni della tradizionale morale cristiana: “Si assiste così a non poche crisi matrimoniali, affrontate senza il coraggio della pazienza, della verifica, del perdono reciproco, della riconciliazione e anche del sacrificio”. D’altronde, scrivono i vescovi nell’unico passaggio che affronta il tema dell’accesso ai sacramenti per i credenti in nuova unione, “il vertice che raccoglie e riassume tutti i fili della comunione con Dio e col prossimo è l’Eucaristia domenicale, quando con tutta la Chiesa la famiglia si siede alla mensa col Signore”. E’ la famiglia correttamente formata a sedersi alla mensa, non figure meno regolari di essa: “Per questo, nella prima tappa del nostro cammino sinodale, abbiamo riflettuto sull’accompagnamento pastorale e sull’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati”. Nulla di più.
L’APPROVAZIONE – Insomma, tutto come previsto: il Messaggio è stato approvato con 158 voti favorevoli su 174 votanti (non è dato sapere quanti astenuti e quanti contrari); oltre 20 padri sinodali non hanno partecipato al voto, il che qualifica una minoranza fra contrari, astenuti e assenti di 40 padri sinodali contro 158 favorevoli. Pochi, ma significativi: “Alcuni probabilmente non hanno votato il Messaggio per il passaggio riguardante i divorziati risposati”, afferma il cardinal Ravasi: “Alcuni volevano che il testo fosse più aperto, alcuni volevano che fosse più netto. Ognuno ha le sue idee”, ha detto il prelato. Ben più significativa sarà la votazione della Relatio Synodi che sta venendo discussa mentre scriviamo: “Mi aspetto che venga approvata se non all’unanimità, a grande maggioranza. Speriamo in una larga maggioranza perché è una Relatio molto positiva“, ha detto il Cardinale Raymundo Damasceno Assis. Il documento finale del Sinodo è stato elaborato da una commissione ben equilibrata fra progressisti e conservatori: il relatore generale Peter Erdo di Budapest, il Segretario Speciale Bruno Forte (autore ombra della Relatio Post Disceptationem), il presidente per il Messaggio Cardinal Ravasi e il suo vice Fernandez da Buenos Aires, più il cardinale Napier dal Sudafrica – uno dei più conservatori nel Sinodo.
SI ATTENDE L’ESORTAZIONE – Non è dato sapere se la Relatio sarà pubblicata: decide il Papa. Di certo conterrà passaggi sulla questione dei gay: “Non trovate trattato il problema nel messaggio perché esso si rivolge alla famiglia cristiana”, ha precisato Ravasi. “Il messaggio non tocca tutti i temi, sennò sarebbe stato troppo lungo. Non trovate scritto nulla su quello che abbiamo detto sui figli gay, né di quello che devono fare i politici per la famiglia, né della questione dei diaconi sposati. Ma tutto questo sarà nella Relatio finale”, che sarà votata stasera, per parti. Il lavoro dei circoli minori ha prodotto cambiamenti sostanziali al testo della Relatio Post Disceptationem, chiede il corrispondente di Le Figaro? “La base rimane quella, ma il lavoro dei Circoli ha consentito di arrivare ad un testo dotato di un consenso molto maggiore“, si ripete in Sala Stampa vaticana. Come a dire che il fronte conservatore si è fatto sentire, e molto.