Siria, attentato dell’Isis a Damasco: almeno 60 morti e 100 feriti
31/01/2016 di Redazione

ATTENTATO ISIS A DAMASCO, IN AZIONE UN’AUTOBOMBA E DUE KAMIKAZE
A riferire che si è trattato di un triplice attacco è stata una fonte del ministero dell’Interno siriano all’agenzia d’informazione ufficiale Sana. Secondo le prime ricostruzioni, i terroristi jihadisti hanno prima fatto esplodere un’autobomba, poi sono entrati in azione due kamikaze, che si sono fatti saltare in aria in mezzo ai primi soccorritori. Nel suo comunicato diffuso su internet, l’Isis ha affermato che «due soldati del Califfo si sono fatti esplodere vicino Sayyida Zeinab uccidendo 50 ‘rafida’ (un termine dispregiativo usato per definire gli sciiti) e ferendone 120».
#SYRIA#UPDATE
At Least 10 People Killed In Suicide Attacks Near Sayyidah Zainab In #Damascus-Report.#TerrorMonitor pic.twitter.com/WuXXHzOq6X
— Terrormonitor.org (@Terror_Monitor) 31 Gennaio 2016
ATTENTATO ISIS A DAMASCO, IL PREMIER: «FARE PRESSIONE SU CHI SOSTIENE I TERRORISTI»
Dure le reazioni delle autorità siriane. Il premier Wael Halqi (in carica dal 2012) ha dichiarato che l’obiettivo dei «vili crimini terroristici è quello di aumentare il morale delle organizzazioni terroristiche dopo le ultime sconfitte subite». Il capo del governo del regime siriano ha poi accusato non meglio precisati paesi stranieri della responsabilità degli atti terroristici, invitando la comunità internazionale ad «aumentare la pressione sugli stati che sostengono i terroristi e che minacciano la stabilità internazionale». Intanto, secondo il capo della delegazione del governo, Bashar Jaafari, l’attacco di oggi a Damasco dimostrerebbe il legame tra l’opposizione e il terrorismo.
ATTENTATO ISIS A DAMASCO, SANTUARIO SCIITA GIÀ COLPITO NEL 2015
Il mausoleo era stato già preso di mira nel febbraio del 2015, quando 4 persone morirono in due attacchi suicidi (mentre altre 13 rimasero venivano ferite vicino ad un checkpoint, nello stesso quartiere). Nello stesso mese, un’esplosione su un bus sul quale viaggiavano pellegrini sciiti diretti al mausoleo di Sayyida Zeinab provocò 9 morti. L’attacco fu poi rivendicato dal gruppo armato di al-Nusra.
At least seven killed in the explosion of a car bomb in Sayeda Zaynab in southern Damascus #Syria pic.twitter.com/tVikB1S2oy — Michael Horowitz (@michaelh992) 31 Gennaio 2016
Il santuario di Sayyida Zeinab custodisce le spoglie di una delle nipoti di Maometto ed è frequentato da numerosi pellegrini sciiti nonostante la guerra.
A parlare di responsabilità dell’Isis è stata l’agenzia di stampa ‘al Amaq’, considerata vicina al gruppo terroristico jihadista. ‘Al Amaq’ ha riferito che l’attacco è opera del sedicente “califfato”, ma al momento non è stato ancora diffuso un comunicato ufficiale al riguardo.
ATTENTATO ISIS A DAMASCO, FOTO E VIDEO
In queste ore sui social network stanno circolando diverse immagini del luogo dell’attentato.
At least seven killed in the explosion of a car bomb in Sayeda Zaynab in southern Damascus #Syria pic.twitter.com/tVikB1S2oy
— Michael Horowitz (@michaelh992) 31 Gennaio 2016
Video of the aftermath pic.twitter.com/vlnWeqqa0Z — Michael Horowitz (@michaelh992) 31 Gennaio 2016
FOOTAGE:
Twin Explosions In #Damascus #Zainabia, #SYRIA.#TerrorMonitor #TM pic.twitter.com/DHehJqrQM1
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ATTENTATO ISIS A DAMASCO MENTRE SI COMPLICANO I NEGOZIATI TRA RIBELLI E GOVERNO
La notizia dell’attentato è pervenuta mentre in Europa, a Ginevra, non decollano i negoziati di pace (sponsorizzati dalle Nazioni Unite) tra ribelli dell’opposizione siriana e il governo di Damasco. L’opposizione ha minacciato di uscire dai negoziati di pace se il governo e i suoi alleati continueranno la campagna di bombardamenti nelle zone controllate dai ribelli e se continueranno a impedire la consegna degli aiuti umanitari nelle zone assediate. A comunicarlo è stato Riad Hijab, capo del Comitato supremo per i negoziati dell’opposizione siriana, durante una conferenza stampa. «Senza l’Onu e senza la pressione internazionale che costringa il governo siriano a porre fine alle violazioni – ha dichiarato – non c’è motivo per restare a Ginevra».
(Immagini da Twitter)