Sposa bambina a Carpi, il Comune: «Prestiamo la massima attenzione»
09/11/2017 di Redazione
C’è una sposa bambina a Carpi: ha 16 anni, ma è già coniugata, a quanto risulta dall’ufficio Statistica del Comune in provincia di Modena. Non si sa da quanto tempo abbia contratto il matrimonio, né dove si sia celebrato. La ragazzina infatti è pakistana, ma vive in Italia, dove la legge vieta le unioni tra minorenni, a eccezione di chi ha già compiuto i 16 anni e venga autorizzato dal Tribunale.
Eppure la sposa bambina a Carpi non è l’unica d’Italia, dove certo il problema non è esteso come in altre parti del mondo, in cui rappresenta una vera e propria piaga, ma esiste. Le famiglie straniere residenti in Italia, però, riescono facilmente a trovare un’escamotage per aggirare le norme italiane: si accordano per combinare matrimoni forzati tra i loro figli, poi celebrano l’unione nel loro Paese d’origine e solo una volta rientrati nel luogo di residenza, la fanno riconoscere anche nella Penisola.
Sulla base delle denunce, raccolte anche in Italia, emerge poi un dettaglio drammatico: spesso le ragazzine sono date in matrimonio in cambio di denaro e della garanzia che il futuro marito le manterrà, anche in un Paese diverso da quello in cui l’unione viene celebrata. Purtroppo è difficile monitorare la situazione, come ha spiegato alla Gazzetta di Modena, l’assessore all’Immigrazione di Carpi, Milena Saina: «Diventa, tuttavia, difficile monitorare il dato delle spose bambine presenti sul nostro territorio con esattezza, dal momento che numerosi nuclei famigliari si spostano con facilità».
SPOSA BAMBINA A CARPI, L’AMMINISTRAZIONE: «CERCHIAMO DI ASSICURARLE SOSTEGNO IN CASO DI EVENTUALE MATERNITÀ
Della sposa bambina a Carpi, però, l’amministrazione è riuscita ad accorgersi e promette di tenerla sotto controllo: «Si cerca di prestare attenzione affinché questa ragazzina riceva sostegno in caso di un’eventuale maternità e vengono tenute sotto controllo anche altre sfaccettature. Si cerca di prestare attenzione al fatto che non si disperda e alla possibilità di mantenere sempre il filo del dialogo perché la situazione non diventi sommersa. La ragazzina in questione è pakistana. Ed è l’unico caso ufficiale di cui abbiamo notizia».
L’assessore ai servizi sociali di Carpi, Daniela Depietri al quotidiano ha aggiunto che «negli uffici l’attenzione è sempre altissima verso le situazioni critiche e difficili. Riguardo al fenomeno delle spose bambine noi abbiamo le mani legate. Va però detto che non ci è giunta alcuna segnalazione, quindi non c’è un percorso specifico relativo a questa singola vicenda. Io personalmente sono del parere che si debbano rispettare le leggi del luogo in cui si vive. Leggi che vengono, però, aggirate attraverso il matrimonio contratto nel paese d’origine e poi siglato qui. Non è facile, poi, monitorare questo fenomeno si pensi a quanti casi di spose bambine possono, potenzialmente, esistere anche tra cittadini italiani».
Nella foto copertina il banchetto nuziale per denunciare la pratica dei matrimoni precoci e forzati organizzato il 27 ottobre 2016 in Piazza S.Maria in Trastevere, a Roma, da Amnesty International Italia.
ANSA/UFFICIO STAMPA AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA