SR-71 Blackbird, lo spione dei record

Lockheed-Martins-successor-to-the-SR-71-Blackbird-3

CI RIPENSANO – Fatto sta che nelle menti dei comandi strategici qualche nostalgia per un mezzo del genere ci dev’essere, perché da tempo si parla di un progetto della Lockheed per un un SR-72 (questa la sigla girata finora) che dovrebbe addirittura raddoppiare le già clamorose prestazioni del predecessore, arrivando alla ipersonica velocità di Mach 6 e per di più portando anche un carico bellico. Si tratta di una vera e propria piattaforma di ricerca che pare comprenda anche mezzi senza pilota, che in effetti in missioni caratterizzate dal compimento di rotte precise e prevedibilmente non turbate da imprevisti meteo o nemici. Volare a velocità ipersonica, convenzionalmente fissata oltre i Mach 5 comporta un intero set di problemi simili a quelli che hanno dovuto superare i progettisti del Blackbird, amplificati da condizioni operative ancora più estreme. Dagli anni ’60 ad oggi però la scienza dei materiali ha fatto enormi progressi e alla Lockheed dicono di aver risolto anche il problema dell’alimentazione dei motori, in particolare di come farli respirare a quelle velocità.

VINCE CHI CORRE – Resta da vedere se le idee della divisione «skunk works» della Lockheed s’incontreranno con lo spirito del bilancio del Pentagono, che di questi tempi sembra essere turbato dai tagli e che negli ultimi decenni ha investito parecchio in progetti fin troppo fantascientifici che si sono conclusi nel nulla o che si sono rivelati poco o per nulla utili, dai bombardieri invisibili agli F-22, dalle fregate invisibili agli elicotteri troppo evoluti, per non parlare dei soldi buttati nello scudo spaziale. Resta il fatto che l’evoluzione dei radar e la diffusione di sistemi più evoluti d’intercettazione sembra premiare le prestazioni sulle caratteristiche stealth, almeno nella misura in cui l’evoluzione della tecnica permette di restare qualche passo avanti alle prestazioni raggiunte dagli avversari.

 

 

 

 

Share this article