Stadio della Roma, l’Assemblea Capitolina dà l’ok

Stadio della Roma, l’Assemblea Capitolina dà l’Ok alla delibera che certifica l’interesse pubblico riguardo la delibera sull’impianto del proprietario dell’As Roma James Pallotta. La delibera viene approvata con 29 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti, con alcuni voti dell’opposizione che si sono accodati alla maggioranza.

STADIO DELLA ROMA, MARINO: “PRONTO ENTRO IL 2017” – “Qui non abbiamo approvato un progetto, abbiamo manifestato l’interesse pubblico rispetto ad uno studio di fattibilità”, ripete l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo. “Sembra che lo Stadio della Roma, anche in questo periodo così intenso per la città di Roma, sia una priorità dei cittadini”, ha dichiarato il Sindaco Ignazio Marino: “Lo stadio è importante per i tifosi ma noi abbiamo impegnato il costruttore privato a potenziare il trasporto su ferro in un quadrante della città molto complicato e che ne ha molto bisogno . L’Assemblea Capitolina con i suoi emendamenti ha intensificato il rigore richiesto al costruttore privato e così arriverà in città un miliardo e mezzo di euro in investimenti esteri; una conquista che darà credibilità alla città e porterà 3mila posti di lavoro per i romani”. Il sindaco indica anche le tempistiche: fra conferenze dei servizi e concreta costruzione, Ignazio Marino vuole far giocare Francesco Totti nel nuovo stadio “se non a gennaio del 2017, forse a novembre, ma comunque entro il 2017“. 

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STADIO DELLA ROMA, COSA SUCCEDE ORA – Dopo l’approvazione da parte del Campidoglio, sia della giunta lo scorso settembre, e oggi dall’Aula, viene certificato il Pubblico Interesse da parte di Roma Capitale riguardo l’impianto di Tor di Valle. A questo punto il proponente, ovvero il duo James Pallotta – Luca Parnasi, dovrà presentare il progetto dell’impianto e da quel momento si aprirà una conferenza dei servizi presso la Regione Lazio che avrà 180 giorni di tempo per impostare il lavoro e sincronizzare tutti gli interessi in campo; solo a quel punto potranno partire i lavori. La conferenza dei servizi è un adempimento tecnico, dunque il passaggio dovrebbe essere solo formale; ma il Consiglio della Regione Lazio ha un margine di manovra, seppur minimo, perché può impegnare la giunta e dunque gli assessori e gli uffici tecnici a tenere un certo comportamento anche in sede di Conferenza dei Servizi. Il cammino dello Stadio della Roma ha dunque mosso i primi importanti passi, ma la partita politica e burocratica è tutt’altro che conclusa.

STADIO DELLA ROMA, LA GIORNATA –  La giornata per la maggioranza del Partito Democratico e di Sinistra, Ecologia e Libertà era sembrata non iniziare al meglio: intorno alle 10 i lavoratori della Multiservizi avevano fatto irruzione in Aula Giulio Cesare rendendo impossibile l’inizio della seduta nei tempi annunciati e causando un ritardo che ha avuto ripercussioni a cascata sull’intero ordine dei lavori. Intorno all’ora di pranzo, dunque, la maggioranza in Campidoglio ha approvato la continuazione dei lavori in seduta pomeridiana: aperta la seduta intorno alle ore 17 con un quarto d’ora di dibattito sugli ultimi ordini del giorno ed emendamenti, poi si procederà a votare “a batteria perché, diciamolo, è Natale anche per noi”, sostenevano fonti di maggioranza.  L’assemblea è stata comunque convocata “per l’approvazione della delibera” e quindi, sostanzialmente, ad oltranza: la maggioranza aveva l’intenzione di chiudere entro oggi la partita dello Stadio, con l’accoglimento di alcuni emendamenti ed ordini del giorno provenienti sia dal Pd che da Sinistra, Ecologia e Libertà: una delle modifiche impegna il proponente, ovvero Pallotta e Parnasi, a potenziare durante i lavori la ferrovia Roma-Lido e ad allungare la metro B fino a Tor di Valle; SeL ha ottenuto che venisse inserita nella delibera la certificazione dell'”assoluta priorità” riguardo “la salvaguardia ambientale del territorio sui cui ricade l’intervento” dello Stadio. Conquiste, queste, che l’amministrazione Marino si rivendica.

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L’OSTRUZIONISMO – Gli emendamenti approvati riflettono alcune spaccature, piccole ma vistose, nel tessuto della maggioranza: come previsto è arrivato il voto di astensione da parte di alcuni consiglieri del Pd, che, a microfoni spenti, confessavano di essere rimasti seduti in aula soltanto per “disciplina di partito”, nutrendo serie perplessità riguardo quella che ritengono essere una “speculazione edilizia”. I consiglieri d’opposizione, e principalmente quelli del Movimento Cinque Stelle nella prima parte della seduta hanno intasato i lavori con un ostruzionismo regolamentare piuttosto serrato, denunciando anche un episodio di “pianismo” in aula, ovvero un consigliere di maggioranza che ha votato per altri due colleghi, momentaneamente assenti.

Prima dell’irruzione effettuata dai lavoratori (guarda qui il video), in ogni caso, non si era riusciti a raggiungere il numero legale richiesto per l’inizio della seduta. Nel pomeriggio la seduta avrebbe dovuto essere in ogni caso sospesa per permettere ai consiglieri di partecipare alla seduta dell’Assemblea dei sindaci della Città metropolitana, ma ha avuto buon esto il pressing sui consiglieri: “Tanto quella è l’assemblea dei sindaci, voi non dovete votare, rimanete qui e chiudiamo questa delibera”.

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STADIO DELLA ROMA, LA PROTESTA DEI LAVORATORI – “Io non lo so chi li ha fatti entrare, so solo che questi sono entrati come se fossero mio fratello”, diceva un consigliere del Partito Democratico riferendosi alla protesta della multiservizi. L’idea che serpeggiava fra i consiglieri di maggioranza è che i lavoratori fossero stati favoriti nell’ingresso da qualche consigliere di opposizione interessato a far saltare la seduta dello Stadio. La vertenza dei lavoratori riguardava gli appalti collegati all’assessorato all’Ambiente, e infatti l’assessora Estella Marino ha ricevuto una delegazione dei protestanti. “C’è un grosso problema con il bando uscito dall’assessorato che riguarda questi lavoratori” spiegava il consigliere Alessandro Onorato, della lista per Alfio Marchini, che segue la vertenza, “qui abbiamo dipendenti che hanno passato mesi di travaglio fra mobilità e trattative infinite”. E uno dei manifestanti, dopo l’invito della presidentessa d’Aula Valeria Baglio ad uscire dall’assemblea, ha minacciato “di darsi fuoco” se le sue richieste non fossero state ascoltate (guarda qui il video): è stato ricevuto dal sindaco Ignazio Marino in persona. “So solo che la colpa è ancora del sindaco”, ha detto un consigliere dai banchi dell’opposizione, “ancora una volta non siamo in grado di lavorare”. Il capogruppo del Partito Democratico Fabrizio Panecaldo in mattinata tirava dritto: “Non c’è problema, possiamo votare domani, dopodomani, a Natale, a Santo Stefano. Qui si chiude”. E in tarda serata, in effetti, l’ok dell’aula è arrivato.

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