Stefano Esposito, Fiorella Mannoia, Caparezza e le accuse sui «mandanti morali» delle molotov
15/01/2014 di Alberto Sofia
Da Fiorella Mannoia al cantante pugliese Caparezza, fino all’ex capo di Magistratura democratica, Livio Pepino. Tutti accusati dal parlamentare democratico Stefano Esposito, considerati quasi dei «mandanti morali» delle molotov trovate sull’uscio di casa. «Cattivi maestri», secondo il deputato storico sostenitore della Tav Torino-Lione, che si è sfogato durante la trasmissione di Radio 24, «La Zanzara», attaccando artisti e personalità contrarie al progetto dell’alta velocità in Val di Susa.
«Ci sono tanti libri contro la Torino-Lione, che giustificano azioni violente. Invece che prendere le distanze, Livio Pepino, ex capo di magistratura democratica, ha attaccato Caselli che reprime questi fenomeni. E poi ci sono artisti che non sanno di che parlano e sventolano le bandiere contro la Tav, come Mannoia e il capellone pugliese che piace tanto ai giovani, Caparezza», ha attaccato l’esponente del Pd, minacciato per la sua posizione. Esposito si era detto pronto a lasciare la politica, denunciando di essere «rimasto solo»: «A un certo punto è giusto mettere davanti le cose che restano per sempre. Questo ruolo politico, che riempie anche di orgoglio, è una questione transitoria e se mette in discussione i rapporti e gli equilibri familiari mi sembra corretto fare altre scelte». Su Repubblica, dopo l’affondo-sfogo del parlamentare del Pd, è già arrivata la replica di Fiorella Mannoia: «Un’accusa di gravità inaudita. Giustifico le sue parole e non scrivo al mio legale soltanto perché è un padre di famiglia impaurito da ciò che gli è capitato».
Videocredit: Corriere della Sera
LE ACCUSE DI STEFANO ESPOSITO E I «CATTIVI MAESTRI» – Da tempo favorevole alla realizzazione della Tav Torino Lione e sotto accusa dai militanti del movimento valsusino, il deputato del Pd ha accusato quelli che, a suo dire, non prenderebbero le distanze dalle violenze. Anzi, sarebbero quasi punti di riferimento per le frange violente dei No Tav. Sulla trasmissione di Radio 24 ha azzardato nomi e cognomi, tirando in ballo gli artisti, soltanto per le loro opinioni. Ma non solo: per Esposito sia cantanti che giornalisti e magistrati parlano di Alta Velocità «senza saperne nulla» e «sventolano le bandiere No Tav senza prendere mai decisamente le distanze dalla violenza». Esposito si è anche lamentato delle condizioni in cui spiega di essere costretto a vivere: «Casa mia sembra Fort Knox. Ho installato 6 telecamere, ho l’antifurto. Sono collegato alla centrale di sicurezza, tutto a mie spese. Più di 10 mila euro mi è costato». Dopo le accuse agli artisti, Esposito ha precisato come, più che i mandanti, voleva denunciare «una zona grigia, l’acqua dove nuota, accanto alla legittima protesta contro l’Alta Velocità, anche la frangia eversiva». Ha ricordato di quando, dopo un concerto a Torino, Caparezza si espresse contro il progetto della Tav, in «un periodo in cui c’erano gli assalti più violenti contro il cantiere di Chiomonte». Il deputato del Pd ha poi accusato anche lo scrittore Erri De Luca, già coinvolto nelle polemiche per la difesa delle azioni di sabotaggio: «Quest’ultimo ha addirittura avallato i sabotaggi al cantiere, commessi da chi non ha più nulla a che fare con i No Tav e che definisco semplicemente per quello che sono anarco-insurrezionalisti, militanti dei centri sociali», ha continuato Esposito.
LA DIFESA DI FIORELLA MANNOIA – Durante la trasmissione “La Zanzara” Esposito ha poi attaccato Livio Pepino, ritenuto colpevole per il libro scritto con Marco Revelli sulla Tav, intitolato “Non solo un treno. La democrazia alla prova della Val Susa”. Per Esposito «una sorta di Bibbia per i No Tav, con cui si cerca di vanificare l’opera della Procura della Repubblica, creando di fatto una specie di diritto No Tav». Ha poi ricordato di essere stato querelato da Pepino: «Mi ha fatto una causa civile chiedendo un risarcimento per centomila euro. Ma non ha speso una sola parola per condannare la violenza nei cantieri». Dopo le accuse di Esposito non si è fatta attendere la replica di una dei presunti “cattivi maesti” criticati dal deputato. «Giustifico le sue parole e non scrivo al mio legale soltanto perché è un padre di famiglia impaurito da ciò che gli è capitato. È un’accusa di una gravità inaudita. In questo Paese forse non si può più esprimere un’opinione?», ha risposto la cantante a Repubblica. Non senza denunciare come sia incomprensibile essere «accusati di essere il mandante di qualche squilibrato soltanto per aver criticato un progetto che non si ritiene giusto». Preferendo non entrare in polemica con il Pd: «Accusa arrivata da un esponente democratico? Non mi fate entrare in logiche di partito, ho smesso da tempo di occuparmene», ha concluso. Dal movimento No Tav, invece, sono arrivate nuove accuse nei confronti di Esposito per le sue dichiarazioni: «Lo conosciamo è quindi non sono le parole di un uomo sotto shock, ma il lucido pensiero di un politico che spinto dalla voglia di esserci e di apparire le prova sempre tutte», si legge sul sito del movimento.