Stoner Sloth, la campagna anti-cannabis che finisce in tragedia
21/12/2015 di Alessio Barbati

Per la prima volta nella storia, una campagna “anti-cannabis” promossa dal Governo, è andata virale. È successo in Australia, ma i motivi non sono quelli sperati, in ogni caso, tutta la storia è molto divertente. L’idea era quella di trovare un deterrente al consumo di cannabis, con un testimonial che avrebbe dovuto dimostrare come la marijuana ti renda una persona peggiore. La scelta è caduta su “Stoner Sloth”, che in italiano si potrebbe tradurre con “Bradipo Fattone”. Negli spot vediamo Stoner Sloth alle prese con le sfide di ogni giorno, dal compito in classe ad una cena in famiglia, dopo aver fumato cannabis.
IL DISASTRO –
Tutto questo si è risolto in un disastro su tutti i fronti. Tanto per iniziare il sito “StonerSloth.com”, che ha come obbiettivo il “Far godere ai consumatori l’esperienza del fumo”, ha registrato un’impennata negli accessi. È stato chiaramente confuso con il testimonial anti-erba.
L’ALTRO DISASTRO –
Ma c’è di più. Vista la simpatia suscitata da Stoner Sloth c’è anche chi ha pensato di produrre del merchandising, come tazze e magliette. La situazione è decisamente sfuggita di mano.
It’s here #stonersloth the t-shirt pic.twitter.com/h9S5zqvQOo
— Eiza (noeL) Berage (@verbaliza) 20 Dicembre 2015
The first thing I thought when I saw #stonersloth was ‘how high were the people who made this?’
— Lauren Actually (@laureningram) 19 Dicembre 2015
I’ve been assured no sloths were harmed in the making of those #StonerSloth ads.
— Mike Baird (@mikebairdMP) 19 Dicembre 2015
I think the people who made #stonersloth vastly underestimate the public’s hero-worship of sloths.
— Madeleine Baud (@HeyBaudelaire) 19 Dicembre 2015