Storie dell’Arte di Padova

INFINE – Il suggerimento di una committenza di Palla Strozzi ad Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna dell’Adorazione dei Magi berlinese, destinata all’altar maggiore della chiesa di Santa Maria di Betlemme, è confortato dall’affioramento di alcuni indizi figurativi e stilistici disseminati nella tavola. Dalla partitura compositiva filtra un’esuberanza decorativa costituita dalle pastiglie dorate, dai pressbrokat, dalle guarnizioni metalliche e dall’horror vacui, che richiama l’atmosfera fiabesca creata da Gentile da Fabriano nella sua Adorazione. Da questo dipinto Antonio e Giovanni riprendono puntualmente alcune notazioni di costume e naturalistiche, quali il levriero collocato similmente sulla sinistra o la ricorrenza delle città turrite poste in uno spazio reso a quinte scenografiche sovrapposte, colte con una miscela empirica tra un punto di vista ribassato e un paesaggio che si amplia all’orizzonte attraverso una veduta a volo d’uccello. Differisce sensibilmente dalla pala fiorentina la disposizione del corteo, dipanato in due braccia avvolgenti, che pongono in primo piano al centro della composizione la Vergine Maria con il Bambino, seduta davanti alla capanna di Betlemme, in un incastro iconografico coincidente con l’intitolazione della chiesa di probabile destinazione dell’opera. Un eventuale contatto tra Antonio Vivarini e Palla Strozzi risolverebbe inoltre la spinosa questione incentrata sull’incidenza di fonti figurative fiorentine nella formazione del “muranese”, a fronte delle quali sono stati spesi nel tempo i nomi di Dello Delli, Masolino da Panicale, Filippo Lippi, Domenico Veneziano, Masaccio e Andrea del Castagno. Difatti è assai probabile che Palla Strozzi, nel trasferimento a Padova, abbia recato con sé una raccolta di tavole o tavolette assegnabili ai maggiori maestri del primo Quattrocento fiorentino le quali, una volta rese visibili nel tessuto pittorico locale, potrebbero aver innescato un incipiente interesse toscano nella cerchia dei pittori a contatto con gli Strozzi. Il radicato inserimento di Palla e dei suoi figli è testimoniato dalla frequenza con cui essi vengono citati nei documenti e testi figurativi padovani: Nofri, figlio di Palla, è presente al testamento di Giovanni de Roberti, committente del polittico di Giorgio Schiavone raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e santi, ora alla National Gallery di Londra, così come venne effigiato da Andrea Mantegna nei due episodi del Martirio di San Cristoforo nella cappella Ovetari, secondo quanto riportato dal Vasari sulla nota lettera, oggi perduta, indirizzata da Girolamo Campagnola a Leonico Tomeo. E’ noto per di più che lo stesso Nofri si dilettò nell’eseguire miniature per alcuni codici paterni e dipingere anche dei forzieri e cassoni. In ultima analisi, il rapporto di committenza tra Palla con Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna, inquadrerebbe in una prospettiva di rapporti consolidati da tempo i contatti di Alvise Vivarini con Alessandro Strozzi, figlio del “condam domini Iohannis Francisci de Florentia” e nipote di Palla.

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