Strategia della tensione: cos’è e come funziona

LA GENESI E LA NASCITA –  In principio era un convegno. Fonti istituzionali e di stampa individuano  la nascita delle trame nere nel convegno dell’Istituto Pollio che si svolge dal 3 al 5 maggio 1965 all’Hotel Parco dei Principi di Roma:

Sono presenti uomini come Guido Giannettini, finanziato dal Sifar sin dal 1965 e Pino Rauti, indicato in una informativa del Sid datata 25 novembre 1968, come “segretario generale di Ordine Nuovo collegato al Fronte nazionale di Valerio Borghese”, che ipotizzano soluzioni golpiste con la protezione dell’ombrello atlantico. Ed è presente anche Stefano Delle Chiaie, come riusciamo a sapere grazie ad un ‘galleggiante’ redatto sul suo conto dal Servizio segreto spagnolo (allorché evidentemente lo arruola) sulla base di notizie che non possono che provenire dall’interessato, in quell’occasione interrogato in quanto ritenuto responsabile del sequestro Oriol

Altri puntano il dito su Gladio:

Gladio è il nome in codice di una struttura paramilitare segreta di tipo stay-behind (“stare dietro”, “stare al di qua delle linee”) promossa durante la guerra fredda dalla NATO, per contrastare un eventuale attacco delle forze del Patto di Varsavia ai Paesi dell’Europa occidentale. Il termine Gladio è utilizzato propriamente solo in riferimento alla stay-behind italiana. Il gladio era il simbolo dell’organizzazione italiana, mentre quello internazionale era la civetta. Durante la guerra fredda, quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale crearono formazioni paramilitari, riunite nella “Stay Behind Net” sotto controllo NATO. L’esistenza di Gladio, sospettata fin dalle rivelazioni rese nel 1984 dal membro di Avanguardia Nazionale Vincenzo Vinciguerra durante il suo processo, fu riconosciuta ufficialmente dal presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti il 24 ottobre 1990, che parlò di una “struttura di informazione, risposta e salvaguardia”. L’esistenza della struttura tuttavia era già esplicitamente rivelata nel libro edito nel 1979 (edizione italiana 1981) da William Colby La mia vita nella CIA

In più, è verita giudiziaria che addirittura un omicidio vide coinvolto il Sid:

 

Significativo è il racconto del collaboratore Carlo Digilio a proposito dell’attentato al Gazzettino di Venezia avvenuto il 21 febbraio 1978 nel corso del quale fu uccisa una guardia notturna, Franco Battagliarin. All’alba di quel giorno, la guardia giurata aveva notato un ordigno deposto su un gradino dinanzi alla sede del quotidiano, ma appena egli si era avvicinato e aveva tentato di rimuovere l’ordigno, questo era esploso uccidendolo quasi sul colpo. L’attentato era stato rivendicato telefonicamente da Ordine Nuovo e gli accertamenti tecnici avevano consentito di appurare che l’innesco dell’esplosivo (rinchiuso all’interno di una pentola a pressione al fine di aumentarne la potenzialità offensiva) era caratterizzato dalla presenza, come temporizzatore, di una sveglia di marca Ruhla, vero “marchio di fabbrica” della struttura di Ordine Nuovo sin dai tempi degli attentati ai treni dell’agosto 1969, commessi appunto, come molti altri successivi, utilizzando orologi o sveglie Ruhla. Digilio ha raccontato i retroscena di quell’azione terroristica: “[…] parecchio tempo dopo, durante un incontro con Giampietro Montavoci sulla riva degli Schiavoni, questi, in un contesto di vari discorsi sulla destra, mi confessò di essere l’autore dell’attentato al Gazzettino. Durante questo incontro, quando Montavoci fece il primo accenno all’episodio, avevo fatto in modo che si aprisse ed egli, oltre alla sua responsabilità personale, aggiunse che l’attentato era stato una ritorsione contro il Gazzettino che da tempo aveva fatto una campagna di stampa contro la destra”127. Dunque Giampietro Montavoci, fonte Mambo del Sid, era stato l’autore materiale di un attentato che era costato la vita ad una guardia notturna. Partecipava ad azioni terroristiche e nel contempo riceveva i compensi da parte di un’istituzione dello Stato democratico.

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