Sud, ecco il piano del governo per spendere 22 miliardi
03/08/2015 di Redazione
Dopo la pubblicazione del preoccupante rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno (dal 2000 al 2013 cresciuta della metà rispetto a quella greca) il governo ha accelerato nella messa a punto di un piano per il rilancio delle Regioni del Sud. La manovra, anticipata dal Mattino di Napoli, sarà presentata venerdì nella direzione del Pd convocata dal premier proprio per affrontare la questione Mezzogiorno.
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SUD, PIANO DEL GOVERNO E FONDI UE –
Sono due le linee guida del piano: i fondi strutturali Ue e accordi di programma da rivitalizzare nelle regioni del Sud. Per quanto riguarda i fondi strutturali Ue, nell’ambito della programmazione 2014-2020 la commissione europea presieduta dalla romena Corina Cretu non ha dato il via libera ai programmi regionali di sette regioni (Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia, Calabria, Campania e Veneto) per un totale di 16,4 miliardi destinati alle Regioni del Sud. Il governo vorrebbe trattare con l’Europa regole diverse per l’approvazione dei progetti in sospeso. Scrive Gigi Di Fiore:
Le difficoltà all’approvazione riguardano i vincoli di spesa sui finanziamenti e l’idea di Renzi è quella di poter sollecitare alla commissione la possibilità di avere regole diverse per arrivare alla di approvazione dei progetti in sospeso. Entro la metà di agosto, secondo le previsioni dell’Agenzia per la coesione territoriale dovrebbe arrivare il sì per i piani di Basilicata (826 milioni), Abruzzo (347 milioni), Puglia (5 miliardi) Veneto (991 milioni). Entro settembre, dovrebbe aggiungersi anche la Sicilia (4,5 miliardi). Tempi più lunghi, invece, proprio per Calabria (2,03 miliardi) e Campania (4,113 miliardi). In quest’ultimo caso, la commissione ha presentato circa 150 osservazioni.
SUD, PIANO DEL GOVERNO E ACCORDI DI PROGRAMMA –
Per quanto riguarda invece gli accordi di programma e i protocolli d’intesa rimasti aperti (da rivitalizzare), si pensa al rilancio di aree industriali come quelle di Taranto e Termini Imerese:
Molte le questioni spinose, spesso al centro di polemiche. Come la bonifica e il recupero ambientale dell’area dell’Ilva di Taranto. L’obiettivo del governo è quello di arrivare entro novembre alla firma del Cipe per stanziamenti di 600 milioni. Anche il rilancio industriale di Termini Imerese, la zona dove per anni c’è stata la Fiat, ha il governo impegnato, attraverso contatti con il gruppo Ginatta che ha rilevato lo stabilimento dove erano occupati 700 operai. Sempre sulla Sicilia, in direzione nazionale il premier potrebbe accennare alla riconversione della raffineria di Gela. In Campania, ci sono invece 30 milioni disponibili per ognuna delle 5 aree regionali dove sono previsti finanziamenti per la ripresa industriale.
Sugli appunti di Renzi sarebbero finite anche accordi conclusi o in via di conclusione dal governo:
Un campionario di 12 vertenze, in cui spicca la crisi della Whirlpool con lo stabilimento di Carinaro in provincia di Caserta e l’Irisbus di Avellino. Altra questione appuntata da Renzi è l’annuncio del tavolo di regia per la bonifica di Bagnoli, con la nomina di un commissario, Salvo Nastasi, che dovrebbe aver luogo dopo la conversione in legge del decreto sugli enti locali. Una decisione più volte contestata dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
Tra le ipotesi al vaglio del governo c’è anche quella di un ritorno al ministero per il Mezzogiorno, caldeggiata da alcuni esponenti del Pd. Ma è improbabile si trasformi in realtà: rischierebbe di dividere invece che compattare il partito del premier.
(Foto: Ansa / Cesare Abbate)