Si suicida perché hanno arrestato il figlio: “I giudici sono miopi”
28/04/2015 di Tommaso Caldarelli
Suicida perché gli hanno arrestato il figlio. Con un’accusa grave: “I giudici sono miopi. così ha perso la vita un pediatra 65enne che ieri si è lanciato dal ponte Monumentale nel centro di Genova. Stava per uccidersi anche la moglie, ma ha esitato quel minuto in più che è stato utile alle forze dell’ordine per prenderla, letteralmente, per i capelli.
IL MEDICO SI UCCIDE PER L’ARRESTO DEL FIGLIO: IL PM ,”DICONO TUTTI COSI”
“La magistratura miope a volte uccide”, ha scritto il padre in un biglietto lasciato al figlio in un cassetto: “Ormai tutti dicono così. Non c’è altro da commentare”, ha detto Corrado Carnevali, procuratore capo di Monza, procura titolare dell’indagine nella quale il giovane Marco Menetto, figlio del suicida, è finito indagato: farmacista, Marco Menetto è accusato di aver partecipato ad un giro di acquisto illegale di farmaci rubati – anche antitumorali – dice Repubblica, “reimmessi in circolazione in un mercato parallelo”. Per questa indagine, fin dall’inizio di aprile, Marco Menetto è agli arresti domiciliari. Per il padre, uno dei più famosi, noti e rispettati pediatri genovesi, evidentemente l’onta era insopportabile, tanto da convincerlo all’estremo gesto: ha parlato per l’ultima volta con il figlio a cena, poi con la moglie è andato ad uccidersi, non prima di aver mandato un sms al figlio in cui gli chiedeva di aprire un cassetto in cui ha lasciato una lettera di scuse, indicazioni per il testamento, soldi e l’accusa ai magistrati.
LEGGI ANCHE: La sinistra giustizialista all’assalto del premier
LE REAZIONI
Molti esponenti politici non hanno gradito l’uscita del magistrato monzese.
Di fronte a questo tragico gesto che mi ha profondamente turbato, spero che le parole riportate come pronunciate dal Procuratore, non siano state riportate in modo corretto, perché diversamente sarebbero parole fuori luogo
Così Enrico Costa di Nuovo Centrodestra, viceministro della Giustizia; dal Partito Democratico Luigi Manconi, sempre su Repubblica, afferma che “tantissimi soffrono per i ritardi e gli abusi della giustizia” e definisce le parole del Pm come un esempio di “un atteggiamento non raro di scarsa sollecitudine e di ridotta sensibilità nei confronti dei magistrati”. Il figlio, a cui sono stati revocati i domiciliari, non dà la colpa ai magistrati ma, precisa, “in famiglia abbiamo una sensibilità diversa da un comune delinquente”