La Svizzera chiude agli immigrati per referendum
10/02/2014 di Alessandro D'Amato
La Svizzera chiude agli immigrati, e l’Italia esulta come se non avesse capito che gli immigrati degli svizzeri siamo (anche) noi italiani. Il giorno dopo il referendum che ha sancito per un soffio la vittoria della proposta dell’Udc con il 50,3% dei voti entra nelle polemiche locali. Cosa è successo? Il pronunciamento del popolo sovrano obbliga adesso il governo e il parlamento di Berna (che avevano espresso parere contrario all’iniziativa) a rimettere in discussione entro tre anni i trattati sulla libera circolazione delle persone sottoscritti con la Ue solo pochi anni fa e dunque a innalzare nuovamente barriere ai confini tra la Confederazione e il resto del continente. Spiega il Corriere della Sera:
In Svizzera il 23% dei residenti è ormai straniero, la più alta percentuale dell’intera Europa, contro il 7% dell’Italia . A ciò va aggiunta la quota di lavoratori pendolari che ogni giorno varcano la frontiera, provocando il crollo dei salari sul mercato del lavoro ma soprattutto generando insicurezza sulla tenuta dell’intera «isola felice » delle Alpi. Quest’ultimo aspetto riguarda da vicino l’Italia, da cui partono ogni giorno 60mila lavoratori impiegati a nord di Chiasso. Non è un caso che proprio il Canton Ticino abbia registrato la più alta percentuale di consensi al referendum di ieri, addirittura il 68%. I sì sono passati in tutti i cantoni di lingua tedesca con l’eccezione dei grandi centri (Zurigo e Basilea) mentre i voti nelle aree francofone sono stati di segno opposto.
Una rappresentazione grafica dal Corriere del voto al referendum sull’immigrazione in Svizzera:
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SVIZZERA, IL REFERENDUM SUGLI IMMIGRATI – Il testo stabilisce che la Confederazione possa limitare autonomamente l’immigrazione. Vincola inoltre il governo a rinegoziare l’Accordo di libera circolazione delle persone con l’Ue al quale aveva aderito nel 2000. Il referendum di ieri stabilisce che entro tre anni la Svizzera fissi i «tetti massimi per i permessi di dimora e i contingenti annuali» per tutti gli stranieri, inclusi i cittadini Ue, i frontalieri e i richiedenti asilo. Ma il testo non ha fornito limiti a cui conformarsi, quindi sarà il governo ad avere l’onere della proposta in Parlamento. In questa infografica di Repubblica vediamo il quesito nel referendum sugli immigrati:
Sempre su Repubblica è Andrea Bonanni a concentrarsi sull’effetto che potrebbe avere il referendum sulle politiche europee:
Alla vigilia di elezioni europee in cui si prevede un’onda di piena dei partiti populisti, anti-europei e anti-sistema, il voto svizzero ha fornito un assaggio eloquente di quello che verosimilmente ci aspetta. In tempi di crisi economica e occupazionale il tema dell’immigrazione è una bomba politica a orologeria che ticchetta sotto le poltrone di molti governi, inducendoli a cercare di disinnescarla con concessioni più o meno grandi. Il premier conservatore britannico ha già posto qualche limite al diritto degli altri cittadini Ue di godere dell’assistenza sociale e sanitaria.
Per scelta “etnica”:
Ne vorrebbe mettere di più forti, e si è già beccato dalla Commissione l’accusa di alimentare «miti populisti», ma è frenato dal fatto che la libera circolazione è un principio sancito nei trattati europei. Perfino la Merkel, in Germania, accarezza l’idea di imporre restrizioni ai benefici sociali per gli immigrati ue. E in Francia, sotto la pressione del ministro dell’interno Manuel Valls che si mette in competizione con Hollande, si sta studiando la possibilità di inasprire i controlli sui lavoratori temporanei. Non dimentichiamo che fu proprio la Francia, con la complicità di una parte dei socialisti, a bocciare la costituzione europea per l’irrazionale paura di una invasione di «idraulici polacchi».
Referendum sugli immigrati in Svizzera: le foto dei volantini anti-italiani:
LA REAZIONE ITALIANA – Gli italiani invece festeggiano. Il Giornale esulta come se Berlusconi avesse vinto le elezioni:
Senza probabilmente ricordare che saranno i cittadini Ue, tra cui i tanti italiani, a subire le scelte della Svizzera.
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Marco Bresolin sulla Stampa intervista Matteo Salvini:
Quindi hanno fatto bene?
«Benissimo. Hanno agito per legittima difesa».
Legittima difesa?
«Certo. Io dico che mettere un freno all’immigrazione in un momento di crisi è un diritto e un dovere per un Paese. Lo fanno tutti».
Beh, quello svizzero è un caso piuttosto unico…
«Sì, ma un certo tipo di politica è ormai comune a tanti Paesi. La Gran Bretagna fa pagare la sanità agli stranieri, il ministro dell’Interno francese espelle i rom, l’Australia respinge i barconi. E l’Italia, invece, è l’unica che continua a calare le braghe».
E nella stessa pagina riporta le reazioni dei frontalieri:
Il clima è peggiorato anche perché, è l’accusa svizzera, il numero degli stranieri che «ruba» il lavoro ai locali è andato via via crescendo con la crisi. Solo i frontalieri italiani sono 65.658, quasi tutti in Ticino. Solo in un anno, sono cresciuti del 4,7%. Quanto a numeri, ci batte solo la Francia, che quotidianamente «esporta» oltre 145 mila lavoratori. Ma nemmeno nuovi limiti fermeranno la quotidiana processione di lavoratori alla frontiera. Il sindaco di Lavena Ponte Tresa (Varese), Pietro Roncoroni, presidente dell’Associazione comuni italiani di frontiera, fino a qualche anno fa – in epoca di «contingentamento» – era capo del personale di una piccola società del settore edilizio.
E dice la sua sull’effetto del voto di ieri:
«Anche allora era facile assumere frontalieri, era difficile trovare disoccupati. Certo, magari era un po’ più difficile per le posizioni da impiegati,ma era facilissimo assumere operai, manovali, o addetti con particolari specializzazioni». Secondo Roncoroni la disoccupazione del 3,5% che in Ticino arriva al 4,9% (per dire: in Italia siamo al 12,7%!) «è fisiologica, non credo che i frontalieri avranno grossi problemi. Penso piuttosto che sarà messo un freno ai nostri padroncini e artigiani che prestano opera in Svizzera, per loro potrebbero aumentare i problemi».