T9 licenzia i giornalisti e viene messa in liquidazione
19/06/2014 di Redazione
T9 licenzia. L’emittente locale laziale manda a casa – con quello che il sindacato definisce un “colpo di mano” in un comunicato durissimo – diciannove persone, tra personale giornalistico ed amministrativo. Tutte con contratto a tempo indeterminato.
Tutto inizia qualche mese fa. La televisione legata alla famiglia Caltagirone, emittente considerata tra le più solide nel variopinto panorama dell’emittenza locale capitolina, smette di pagare gli stipendi. Ai giornalisti, ancora oggi, non sono stati pagati gli stipendi del mese di aprile e maggio.
A quel punto, appena un paio di giorni fa, i dipendenti decidono di fare una visura, scoprendo l’amara realtà: la società è in liquidazione dal 21 maggio. Ma nessuno aveva deciso di avvertirli della situazione. Ad essere in liquidazione è la società editrice, la Sidis Vison Spa. Si viene così a sapere che il 30 aprile una delibera dei soci ha deciso, data la situazione debitoria, di non proseguire l’attività. A seguito della decisione viene anche nominato un liquidatore e, addirittura, lo scorso 11 giugno la liquidazione è stata comunicata alla Camera di Commercio di Roma.
I giornalisti, allarmati, si sono subito rivolti al sindacato, dove hanno appreso, con stupore loro e dei rappresentanti sindacali, che proprio nella mattinata di oggi l’azienda ha inviato una lettera di licenziamento collettivo.
Durissima la risposta di Stampa Romana,
Con un inaccettabile colpo di mano T9 licenzia i giornalisti. Dopo aver messo in liquidazione la società senza darne alcuna comunicazione nè alla redazione nè al sindacato, i padroni di T9 hanno pensato di mettere sulla strada l´intero corpo redazionale. “L´Asr respinge con fermezza il licenziamento dei colleghi di T9 – afferma il segretario Asr Paolo Butturini -. Si tratta di una violazione palese e barbara di corrette relazioni sindacali che impugneremo in ogni sede. Intanto esprimo a nome di tutta l´associazione, la solidarietà coi colleghi ai quali forniremo tutta l´assistenza sindacale e legale della quale avranno bisogno. Non posso che sottolineare – conclude Butturini – come tutto questo avvenga in concomitanza con una trattativa contrattuale e con una crisi che l´emittente non ha affrontato per tempo confrontandosi col sindacato sui percorsi di tutela del lavoro e soluzioni non traumatiche”.
Quel che è certo è che la crisi del mercato pubblicitario sta mettendo in difficoltà molte aziende televisive, editoriali e radiofoniche. Quello di T9 è un po’ un terremoto nell’ambito dell’emittenza romana, che già vive un periodo difficile, come tutte le emittenti locali italiane, che hanno molto sofferto il passaggio al digitale terrestre.
Ora ci si interroga sul futuro di T9, chiedendosi se quello della chiusura sia un destino ineluttabile o se, magari, dietro l’angolo non ci sia la volontà di dar vita ad un nuovo soggetto editoriale, o, come suggerisce qualcuno, quello di vendere la frequenza.