Pronostici e scommesse? La risposta (non) è su Facebook

DA LEGGE IN LEGGE – Da quel giorno venne consentito ai soggetti privati di organizzare scommesse su competizioni del Coni. Il 24 gennaio 2002, attraverso un nuovo decreto, il numero 33, venne stabilito che qualsiasi funzione statale in materia di concorsi, giochi e gestione delle entrate venisse esercitata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso l’Aams, l’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, il quale, grazie ad un altro decreto legge, il 138 dell’8 luglio 2002, ricevette le funzioni di regolazione, indirizzo, coordinamento e controllo del gioco pubblico relative ai giochi, alle scommesse ed ai concorsi pronostici connessi alle manifestazioni sportive.

CONCESSIONI – Un altro decreto, questa volta emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il 31 maggio 2002, disciplina l’accettazione telefonica e telematica delle scommesse sportive in attuazione del decreto ministeriale 156 del 15 febbraio 2001, n. 156. Infine è toccato alla legge 289/2002 la quale ha disciplinato il trasferimento delle concessioni occupandosi di valutare la loro distribuzione nel territorio con tanto di “marchio” di garanzia. Tale intervento è stato studiato per limitare le gestioni illecite, con tanto di oscuramento dei siti illegali.

500 MILIARDI DI EURO L’ANNO – Quindi, traducendo per sommi capi, dal 1998 ad oggi si è deciso di aprire il mercato delle scommesse sportive con tanto di verifica dello Stato sui concessionari, i quali devono essere distribuiti in modo equo e che possono operare sia “fisicamente” sia “virtualmente”, così da facilitare il flusso delle giocate. Giocate che, come spiega il Sole 24 ore, arrivano a muovere circa 500 miliardi di euro ogni anno, mentre i licenziatari in tutto il mondo sono circa 2000. Facile immaginare come le organizzazioni criminali siano interessate a mettere le mani su un mercato simile.

VOGLIA DI SOLDI – Ma non ci preoccupiamo questa volta di scommessopoli. La nostra attenzione ricade, come detto in apertura, su tutti quelli che sperano giocando 2, 3, 5, 10 euro, di poter portare a casa un discreto gruzzoletto, il cui limite massimo per vincita ricordiamo è di diecimila euro, per togliersi uno sfizio come una nuova macchina fotografica, un nuovo lettore mp3, un tablet da regalare al figlio. Come detto lo Stato ha permesso il gioco on line, con il risultato di aprire le porte ad una folla incredibile di concessionari pronti ad accaparrarsi il giocatore con il bonus più allettante.

DOVE C’E’ MERCATO C’E CONCORRENZA – Basta cercare la parola “scommesse” su Google. Questi sono i risultati di pagina 1, in rigoroso ordine di apparizione: Snai, Bwin, Lottomatica, William Hill, Sisal, Giocodigitale, Intralot, Totosi, Eurobet. Solo concessionarie di scommesse. E non sono certo tutte. Non dimentichiamo Iziplay, Merkur Win, Paddy Power, Unibet, Betclic ed altre ancora. Dove c’è mercato c’è concorrenza, dove c’è concorrenza c’è mercato. Alla fine tutte queste aziende offrono la stessa cosa: scommesse su eventi sportivi quotati in una certa maniera la cui combinazione genera un moltiplicatore della cifra giocata con un eventuale bonus. Chi azzecca i risultati porta a casa il piatto.

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