Temptation Island: l’isola dei fumosi
18/07/2014 di Boris Sollazzo

Tara. Quattro lettere per definire la sola qualità di Temptation Island: l’unica concorrente che a una sensualità innegabile unisce un vocabolario che vada oltre le tredici parole e le tre espressioni idiomatiche dell’innamorato moderno cresciuto alla scuola di Uomini e donne (“dammi un bacio”, “lo sento”, “stavo scherzando, quei tentacoli su quella sconosciuta pin-up de noantri non sono le mie mani”).
TEMPTATION ISLAND: SCAPOLI CONTRO AMMOGLIATI – E non prendiamocela con chi si gioca in 21 giorni una fetta di notorietà, in un’isola in cui coppie vengono divise per essere assalite da avvenenti scapoli e nubili allupatissimi.
TEMPTATION ISLAND, SUCCESSO SUI SOCIAL, FLOP IN TV– Metti Temptation Island e apri Twitter: sei sicuro che avrai lo stesso trattamento e ti divertirai, denigrandoli e non riuscendo a lasciarli. E invece no: il trash c’è, ma con lui pure la noia più assoluta. Sarà per Filippo Bisciglia (ex concorrente del GF6 e spasimante di Pamela Camassa. Chi? Appunto), che ha il carisma irresistibile di Emanuele Filiberto e anche la sua difficoltà nel parlare italiano. Sarà per quelle coppie che senza una prospettiva economica di vittoria e non illudendosi neanche troppo di diventare famosi, mettono in pericolo la propria storia d’amore con single assatanati che, pur piacenti, dovrebbero, secondo gli autori del programma, desiderare senza se e senza ma personaggi dalla statura intelletuale e dal fascino improbabile. Uomini, per intenderci, che fanno sembrare Walter Nudo (Chi? Appunto) Marlon Brando e che ti spingono a considerare Cristina Pievani (Chi? Appunto) Natalie Portman.
TEMPTATION ISLAND: IL TRADIMENTO E’ QUELLO DI MARIA -ll principio di un inserimento in palinsesto di un trash così soporifero sta nel fatto che il pubblico non solo viene costantemente insultato dalla qualità infima della tv generalista (tutta), ma ora viene anche tradito dalla sua paladina, da chi fino ad ora ha sempre cercato di spegnere le loro menti, è vero, ma mirando a soddisfarne il ventre, basso e non. La pancia dello spettatore è il segreto del successo della De Filippi, che qui fa ciò che mai dovrebbe: sottovalutare il suo utente medio. Pensare che sia disposto a sorbirsi tutto, senza neanche la soddisfazione, come nel 2005, di vederla in video. E invece no: lui si è ribellato. Se infatti Temptation Island ha primeggiato sui social – potere del sarcasmo facile dei twittaroli e dei facebookari snob -, ha fallito nella battaglia dello share. Contro Piero Angela. Immaginate il povero spettatore medio della De Filippi, abituato a ogni nefandezza estetica, etica e catodica, cambiare verso un programma divulgativo e impegnativo. Lento e antico, ma comunque meglio di quel reality, anche per lui che la divulgazione scientifica, al massimo, la ripassa in bagno su Focus. Persino per lui, quelle coppie incapaci di sinapsi e sinossi accettabili, sono troppo noiose e per essere così trash. Meglio l’organismo unicellulare preistorico o gli amplessi degli stercorari.
Il cattivo gusto diventa tale quando arriva lo sbadiglio. Altrimenti è trash chic, la tv privata ce l’ha insegnato. O forse solo imposto. E da Maria De Filippi, sacerdotessa di quel pubblico disprezzato da tutti, ma non da lei, non ce lo saremmo mai aspettati.
P.S.: La trasmissione è così brutta che persino i concorrenti scappano, nonostante sia il reality più corto della storia della tv italiana. C’è chi ha lasciato il proprio uomo per farlo, come Vittoria, chi ha fatto una proposta di matrimonio, come Christian. A Tara, purtroppo. Per noi.