#JesuisMauro: perché sto con il traditore di Temptation Island
15/07/2015 di Boris Sollazzo
Mauro Donà, il fesso. Mauro, il manipolato (in tutti i sensi, come dimostra un video piuttosto interessante sotto le coperte con Marta). Mauro l’uomo ridicolo, che corre appresso alla ragazzina, Peter Pan per i più teneri, coglionazzo brizzolato per i più moralisti. Mauro, il subdotato, che si fa intortare dalla ragazzina e non capisce la fortuna di avere una compagna coetanea e matura. Mauro, l’Aurora stupido.
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Twitter, il social politicamente scorretto (ah no, scusate, il social radical chic in cui tutti dicono quello che gli altri vogliono sentirsi dire e attaccano quelli che non lo fanno), lo ha distrutto. Dopo che Aurora, in realtà una geniale situazionista che ha rotto ogni stereotipo machista, ci ha mostrato, con risposte surreali, quanto siano scontate e stereotipate le re(l)azioni sentimentali e quanto ci sia bisogno di una rivoluzione. Di risposte non sense e di rompere le ipocrisie. E qual è la colpa di Mauro? La stessa. Mauro ha, da poco, una compagna piuttosto insignificante, diversamente bella, che non appare brillante né simpatica.
La solita. Già. Affascinante la visione femminile dei problemi di coppia.
La crisi di mezza età: l’uomo si compra la moto, torna in palestra (anzi, spesso ci va per la prima volta) e comincia a frequentare di nuovo l’università. Pardon, le universitarie. Seguitemi bene, la solita crisi di mezza età. Cioè, succede sempre, secondo le donne. Ed è colpa degli uomini. Una sorta di eugenetica primordiale ha dato tutto agli esseri umani di genere femminile, superpoteri compresi – infallibilità, sensibilità, intelligenza, delicatezza, profondità – regalando gli scarti a noi Adamo, immaturi, senza scrupoli, stupidi, manipolabili, incapaci di resistere alle richieste del nostro corpo (che poi da quando in qua è una colpa? Vabbé).
Insomma dicono la solita e non si rendono conto che se tanti uomini, diversi per estrazione culturale, sociale, etnica, si comportano alla stessa maniera, forse è perché il problema non è (solo?) nel cromosoma Y. E invece, attenzione, uomini e donne sono uguali. Sì, lo so, siamo rivoluzionari. Non esistono le buone e i cattivi, gli uomini e le donne. Esistono uomini fantastici e donne fesse, uomini fesse e donne meravigliose. E ragionano allo stesso modo. Solo che le donne, questo sì, ricoprono tutto ciò di giudizi, sovrastrutture e senso di superiorità, mentre gli uomini reagiscono con ciò che dai tempi delle grotte gli ha consentito di evolversi (poco è vero, ma il giusto): l’istinto di sopravvivenza. Ah, un solo stereotipo è vero: ogni uomo ha a disposizione 15 secondi al massimo al giorno per parlare della sua giornata e manifestare un qualsiasi disagio. Mentre per la durata dell’intera saga del padrino dovrà ascoltare, quotidianamente, riflessioni, pensieri, confidenze, voli pindarici, nonché una sintesi ampia e con molte parti in tempo reale di ciò che è accaduto nelle (poche) ore passate separati. 15 secondi contro almeno 7 ore: praticamente il regolamento del referendum con cui il Cile destituì Pinochet. Lei è Augusto, voi il popolo ribelle, sappiatelo. Se lui vuole parlare è pazzo. O gay. Se lei è taciturna è pazza. O muta.
Mauro è la dimostrazione che a identico comportamento, la coscienza sociale e morale moderna collettiva risponde diversamente. L’uomo va con la ragazzina: immaturo, pedofilo. La donna va con il ragazzino: moderna, cougar, milf. Un tempo la risposta era figo e prostituta, quindi è meglio oggi. Ma non bisogna rispondere a idiozia con idiozia, come ci insegna il buon senso.
L’uomo tradisce: bastardo. La donna tradisce: si è innamorata. Anche qui in altre epoche la risposta era figo e prostituta, quindi dovremmo accontentarci.
Ma il problema è che siamo passati da un maschilismo grottesco, retrivo, violento, a un femminismo infantile che si può tradurre così: lui è cattivo, lei è buona. Lui gorilla, lei gazzella. “Cos’hai?”, “niente”, “ok”, “non mi capisci”, “allora dimmi”, “basta è finita”. Scusate ho esagerato, mi sono fatto prendere la mano.
Le donne si lamentano di uomini che portano le rose, corteggiano, le portano fuori, sono brillanti e magri nei primi sei mesi (ok, giorni), poi più nulla. Ma non si accorgono che se noi sulle basi rimaniamo sempre uguali, loro la truffa la portano avanti molto più a fondo. Fingono di amare quel disordine così naif, la vostra passione per il calcio così folkloristica, anche se le migliori sono quelle del “siamo una coppia aperta”. In un attimo ti ritrovi a portare giù la spazzatura ogni trenta minuti, a spiare il risultato della tua squadra del cuore dallo smartphone, a rifare il letto con il cubo di militare memoria, a capire che di aperto ci sarà solo la vostra calotta cranica anche solo in caso di sogno erotico con un’altra donna.
Noi, secondo le nostre soavi compagne, siamo abitudinari e noiosi. Non le stupiamo più. Già, ci hanno plasmato a loro immagine e somiglianza, e si chiedono perché non le sorprendiamo? E’ a quel punto che ti dicono “non sei più quello di una volta, un tempo eri diverso”. Grazie, amore, lo sapevo anche io.
Ma loro si accorgono che tutto diventa più importante di te? Che loro sono alla costante ricerca di certezze (casa, cane, figli, nomi, cose, città, lettera, testamento, soprattutto testamento), che sono così abitudinarie che in un attimo tu ti senti sensuale come un soprammobile, utile come un soprammobile, brutto come un soprammobile, superfluo come un soprammobile. Ah già, sei un soprammobile, illuso.
E con Aurora e Mauro abbiamo deciso, care donne, di non svelarvi del tutto un grande segreto. Lo sappiamo che ogni giovedì mattina vi riunite in sabba segreti in cui demolite le virtù sessuali dei vostri compagni fantasticando su quelle dell’insegnante di aerolatino. Ma, udite udite, non sono poche le donne che a letto sono deludenti, anzi peggio: indolenti. Ma noi siamo esseri buoni, comprensivi, davvero sensibili e non guardiamo queste cose, vi amiamo lo stesso. Certo, se poi trovi l’eccezione alla regola, la donna perfetta, te la sposi e la corteggi per sempre.
Ora scusatemi. Devo buttare la spazzatura, spolverare i soprammobili e andare a comprare delle padelle per il mio compleanno.