Terra dei Fuochi, le soluzioni possibili

Il disastro ambientale della Terra dei Fuochi, l’area nelle province di Napoli e Caserta avvelenata da sversamenti e discariche illegali di rifiuti, pone cittadini e amministratori di fronte al problema della bonifica e della tutela della salute dei cittadini. Come agire dopo le inchieste giornalistiche e giudiziarie che hanno smascherato decenni di attività criminale? Quali iniziative assumere dopo le manifestazione di denuncia e di protesta contro la camorra e contro uno Stato a volte apparso davanti allo scempio sordo o incapace di agire?

 

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BONIFICA E SOVERGLIANZA – Le possibili risposte agli interrogativi, la via da percorrere per provare a dare alla Terra dei Fuochi speranza per il futuro, vengono indicate negli atti che le forze politiche hanno depositato in Parlamento negli ultimi mesi, in alcuni casi prima ancora che la questione ambientale della Campania (e del basso Lazio) riesplodesse (in seguito alle dichiarazioni del boss dei Casalesi pentito Carmine Schiavone). E’ innanzitutto di necessità di bonifica, dunque, che si parla nelle mozioni e nelle interrogazioni al governo che deputati e senatori hanno presentato a Montecitorio e Palazzo Madama. I rappresentanti di Sel, ad esempio, hanno chiesto all’esecutivo di larghe intese una «bonifica completa di quelle aree che, nel corso degli anni, sono diventate uno sversatoio, con discariche di tal quale, roghi tossici, discariche abusive, cemento inquinato e terreni avvelenati». Ma non mancano altri piani possibili. I parlamentari propongono anche l’istituzione (come previsto dalla legge n. 179 del 2012) di adeguati sistemi di sorveglianza nel settore sanitario e di registri di mortalità, di tumori e di altre patologie, allo scopo di «monitorare l’incidenza dell’inquinamento provocato dai rifiuti tossici e radioattivi sella popolazione e sull’ambiente». Interventi che non possono essere realizzati se non affiancati da un’analisi a tappe del vasto territorio (anche a livello di falde acquifere) interessato al disastro ambientale, «a cominciare da quello indicato dai vari collaboratori di giustizia come luogo di sversamento dei rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata». Sarebbe opportuno, inoltre, nominare commissioni di esperti, trasversali, compresi medici, per lo studio di un metodo di smaltimento delle ecoballe che non peggiori (con particolare riferimento al territorio di Giugliano in Campania) il già altissimo livello di inquinamento.

 

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RICONVERSIONE E RIQUALIFICAZIONE – C’è poi la questione del riutilizzo dei terreni. Sel pensa alla perimentazione di coltivazioni e allevamenti nelle aree coinvolte dagli sversamenti di rifiuti tossici, «al fine di consentire la conversione in agricoltura ‘no food’», e allo sviluppo di «azioni lungimiranti e concrete» per la riqualificazione del paesaggio e finalizzate alla restituzione di una dignità ai luoghi contaminati. Sul fronte legalità, infine, viene segnalata la possibilità di rendere pubblici i nominativi delle società «coinvolte a qualsiasi titolo nella produzione, nel trasporto e nello smaltimento di rifiuti tossici» (intervistato da Sky, il pentito Schiavone, tanto per citare un caso, ha dichiarato di aver rivelato in Commissione antimafia perfino le targhe dei camion impegnanti negli sversamenti di materiale inquinante).

CONFRONTO E SOLDI – Parlano di controllo incisivo del territorio e di bonifica anche i deputati del Movimento 5 Stelle. Ma il gruppo grillino della Camera (nel luglio scorso) ha sollecitato il governo ad impegnarsi anche per favorire una forte collaborazione nelle istituzioni a più livelli e consentire agli enti pubblici di impiegari maggiori risorse finanziarie. In particolare, nella mozione presentata a Montecitorio i pentastellati hanno chiesto una sede di confronto istituzionale tra Ministero, enti territoriali e associazioni portatrici degli interessi diffusi delle popolazioni coinvolte, «con particolare riferimento al punto di vista della comunità scientifica, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati all’impatto sulla salute», ed anche iniziative normative per consentire ai comuni interessati l’allentamento del patto di stabilità, ma solo con riferimento esclusivamente ai capitoli relativi alla realizzazione di interventi nel campo ambientale.

 

 

RIGORE E PRESIDIO – Il Pd non sottovaluta l’aspetto giudiziario del caso Terra dei Fuochi e, insieme, la necessità della prevenzione. Una mozione presentata lo scorso giugno da 21 deputati democratici (prima firmataria Michela Rostan) ha chiesto al governo di impegnarsi a perpetuare una politica di inasprimento delle pene per i reati ambientali, da assimilare «a tutti gli effetti, sostanziali e processuali, a quelli di stampo mafioso e/o terroristico», e ad attuare interventi di tipo economico e normativo per un presidio costante delle province di Napoli e Caserta interessate al disastro ambientale. Per contrastare il fenomeno dell’attività criminale dei roghi tossici, nel dettaglio, si proprone «ogni metodo e strategia» possibili, compreso l’uso dell’esercito e delle unità cinofile. Infine, al di là dei tavoli interministeriali che assicurino rilancio della bonifica, del recupero e della riconversione dei terreni inquinati, è stato proposto sul fronte normativo, la revisione delle funzioni delle agenzie regionali per la protezione ambientale, valutando se sia opportuno assegnare al personale delle stesse anche i poteri di polizia giudiziaria. Segnaliamo poi un’interpellanza della giornalista anticamorra e senatrice Pd Rosaria Capacchione presentata a fine settembre. L’idea in questo caso è di modificare la legge sulle confische dei beni mafiosi per destinare i fondi confiscati alla criminalità organizzata alle bonifiche, evitando quindi di indirizzarli verso indefinite spese giudiziarie in tutto il territorio nazionale. In un’interrogazione la senatrice Pdl ed ex governatrice del Lazio Renata Polverini, infine, si chiede di elevare l’emergenza campana ad emergenza nazionale e di considerare il disatro ambientale priorità nella destinazione delle risorse statali e dei fondi europei della programmazione 2014/2020.

(Fonte foto: LaPresse)

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