Tfr in busta paga, da maggio la prima quota
24/04/2015 di Alessio Barbati
La prima quota del Tfr sarà erogata nella busta paga di maggio a tutti coloro che hanno scelto di accantonare personalmente le quote per la liquidazione. La legge di Stabilità 2015 prevede infatti che i lavoratori dipendenti del settore privato, con almeno sei mesi di anzianità, possano richiedere al datore di lavoro la liquidazione della quota maturanda del trattamento di fine rapporto sotto forma di integrazione della retribuzione mensile. L’integrazione richiesta viene liquidata ogni mese come quota integrativa della retribuzione, la cosiddetta Quir. Una volta effettuata la richiesta, la scelta diventa irrevocabile fino al 30 giugno 2018, data in cui scadrà il periodo di sperimentazione.
CHI HA DIRITTO ALLA QUIR – Hanno diritto alla liquidazione mensile della Quir i lavori dipendenti del settore privato con almeno sei mesi di anzianità aziendale, fatta eccezione per le aziende in crisi, sottoposte a procedure concorsuali o che hanno sottoscritto un accordo di ristrutturazione dei debiti. È possibile fare richiesta presentando al datore di lavoro l’apposito modulo debitamente compilato e sottoscritto. La liquidazione verrà effettuata dal mese successivo a quello di presentazione della domanda. Ad esempio, chi presenta l’istanza il 24 aprile riceverà la Quir ogni mese, a partire dalle competenze di maggio 2015.
MISURA DELLA QUIR – La quota integrativa di retribuzione è pari alla quota maturanda del Tfr, calcolata secondo le disposizioni dell’articolo 2120 del cc. Si parla quindi del 6.9% della retribuzione lorda accantonata ogni anno dai lavoratori. A questo va aggiunto un ulteriore 0.5% destinato ad un fondo di garanzia dell’Inps che assicurerà il pagamento del Tfr anche in caso di fallimento dell’azienda.
FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE – Per favorire l’accesso alle risorse necessarie all’erogazione dei pagamenti, la legge di Stabilità prevede alcune misure in favore delle piccole e medie imprese. Nello specifico, le aziende con meno di 50 dipendenti che non siano tenute al versamento del Tfr al Fondo di Tesoreria possono richiedere un finanziamento agli intermediari che hanno aderito all’Accordo-quadro del 20 marzo 2015.
DA RIFARE LE VECCHIE ISTANZE – Tutto da rifare invece per chi ha presentato la richiesta prima del 19 marzo che dovrà riproporla inviando il modulo ufficiale, evitando così possibili contestazioni. Ricordiamo che la Quir potrebbe negare l’accesso a servizi sociali o ad alcune prestazioni relative al reddito, come l’assegno al nucleo familiare, perché l’ammontare della quota integrativa incide sul calcolo del reddito complessivo. Al contrario tale somma non incide sul limite reddituale massimo per accedere al bonus Renzi. Si ricorda infine che la liquidazione mensile converte il Tfr una quota di retribuzione facendo perdere al lavoratore le tutele di assistenza pensionistica.