The Student Hotel: la rivoluzione giovane della generazione Erasmus sta arrivando in Italia

THE STUDENT HOTEL –

Sono stato ad Amsterdam. Inauguravano un hotel e sembrava la classica gita dei giornalisti che cercano e trovano una vacanza a buon mercato grazie a chi deve pubblicizzare una nuova attività commerciale. Ho scoperto tutt’altro. A partire dai Bed Talks, un giorno di dibattiti e seminari innovativi, sul modello di TED, che ha messo a confronto menti brillanti e giovani. Tutti a discutere in camere d’albergo, con i relatori comodamente adagiati su un letto.

COS’E’ THE STUDENT HOTEL –

Parliamo di The Student Hotel, il nuovo passo di chi ha deciso di ridisegnare il modo di viaggiare ma soprattutto di essere cittadini del mondo della generazione Erasmus e dei suoi fratelli minori. L’avventura nasce quasi dieci anni fa: tra il 2007 e il 2009 a Barcellona, nel 2012 a Rotterdam,nel 2013 ad Amsterdam west, nel 2014 a L’Aia, nel 2015 a Parigi e nel 2016 (il mese scorso) ad Amsterdam city, queste sono le tappe di un giro del mondo – per ora d’Europa – che un giovane imprenditore capace di muovere un ingente investimento sulle due sponde dell’Atlantico ha deciso di intraprendere. Con la catena The Student Hotel, in arrivo a Firenze e, sembra, anche a Roma uno dei prossimi obiettivi di questo splendido quarantenne, due figli e una vita “passata per metà a girare il mondo per gestire la nostra catena e l’altra metà a cercare di essere un padre sempre migliore. E un’altra metà devo trovarla per seguire l’attività di charity in cui chiedo molto. Insomma, la mia vita sociale è terribile”. Già, perché The Student Hotel e l’attività imprenditoriale principale di questo scozzese che ha inaugurato la struttura olandese con un kilt elegantissimo ha un coté benefico tutto rivolto all’aiuto ai rifugiati.

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In attesa quindi di vederlo a Roma – pare che ai tempi dell’amministrazione Marino si siano trovati un filo spiazzati dal modo piuttosto inconsueto e poco efficiente con cui sono stati accolti e ascoltati, ma non demordono -, si son trovati così bene a Firenze che la prima tappa in Italia sarà proprio la città d’arte toscana (e per giustizia va detto che lo scozzese ha parlato dell’amministrazione fiorentina definendola “perfetta”). A seguito di un’operazione di riqualificazione della durata di 18 mesi del “Palazzo del  Sonno”, edificio di circa 20.000 metri quadrati situato davanti alla Fortezza da Basso, originariamente destinato a fini diplomatici durante la riorganizzazione urbanistica disegnata dall’architetto Giuseppe Poggi negli anni ’60, infatti, sorgerà il primo The Student Hotel italiano.

Ma cos’è The Student Hotel? Un’idea semplice e geniale. Un sistema di ricezione turistica e non solo volto a una generazione, anzi a più generazioni, che vanno dai quarantenni in giù. Globetrotter, uomini d’affari e soprattutto studenti che troveranno in strutture riqualificate e recuperate – “di cui manteniamo alcune parti in vista: vogliamo che le città si ricordino di se stesse: vedi queste lettere luminose fuori dagli ascensori? Sono del giornale di cui questa era la sede” – qualcosa più di un hotel. Tanti sono gli spazi comuni – cucine, palestre, auditorium, spazi di co-working, sale hobby, sale studio, lavanderia (con tanto di “muro dei calzini spaiati”), un parcheggio immenso di biciclette a disposizione di chi vi abita -, così come le camere sono allo stesso tempo eleganti ed essenziali, con elementi di design, ma pensate come nell’antica concezione degli ostelli. Potranno andarci i turisti normali – e pagare prezzi competitivi ma non bassi, dai 50 euro della bassa stagione o delle camere in offerta e più piccole, a 250 -, ma anche studenti che vogliano stabilirsi per 6 mesi o un anno (e a quel punto il prezzo si stabilirà su 800 euro circa, ma con delle detrazioni in caso in cui l’inquilino si faccia carico di alcuni servizi, come le pulizie) e a cui, nel business plan, sono destinate fino al 90% delle 571 stanze di questo hotel di Amsterdam City. The student hotel vuole creare una comunità, essere il centro di gravità permanente di una generazione Erasmus e post Erasmus che non si accontenta dei propri confini. E vuole farla uscire dall’individualismo a cui la società turbocapitalista l’ha costretta, per far sì che si confronti con coetanei figli di diverse esperienze: siano giramondo che cercano un lavoro e una casa in ogni paese, businessman rampanti e soprattutto studenti. Perché crescano, lavorino, pensino insieme. E i centri di raccolta di beni per i rifugiati ci dice che Charlie McGregor vuole metterli in contatto anche con l’attuale piaga di un mondo egoista, quella dei rifugiati. Un luogo inclusivo, invece di un hotel esclusivo.

La struttura ricettiva fiorentina comprenderà: 390 camere, una biblioteca, un’area dedicata allo studio, stanze riservate a meeting e conferenze, un incubatore per start-up, una stanza dedicata ai giochi, un auditorium, una palestra, un garage per il noleggio delle biciclette e una piscina sul tetto. Sarà un luogo confortevole, arredato con elementi di design,  dove poter alloggiare, studiare, creare relazioni sociali e professionali. Un investimento di 40 milioni di euro, per un totale di 300 posti di lavoro. E si pensa, come già detto, a Roma, ma anche a Milano, Bologna, Torino, Venezia e Padova. Ai sette hotel già presenti in Europa, si aggiungeranno presto altre quindici strutture alberghiere già in programma, per poi raggiungere l’obiettivo di 40 alberghi in edifici in disuso in Francia, in Italia, in Scandinavia, in Germania, nel Regno Unito, in Irlanda, in Portogallo, in Spagna e nei Paesi Bassi, per un totale di  15.000 camere entro il 2020 e un investimento di 365 milioni di euro.

Una rivoluzione giovane, con il claim che ad Amsterdam abbiamo visto stampato ovunque: “Love is the key”. Perché si può dire tutto della nostra generazione, ma non che non sia romantica.

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