Caro Mister Spalletti, Caro Mister Pallotta: il calcio è una favola e Totti non si tocca
21/04/2016 di Marco Esposito
Dopo tre ore, quando l’adrenalina ancora non era un ricordo, e da pochi minuti avevo smesso di tremare per l’emozione, mi chiedevo, fissando il soffitto con gli occhi spalancati, quante altre volte mi fossi emozionato così allo stadio. Poche. Pochissime negli ultimi cinque anni.
Si, forse è vero che ha qualche difetto, come sottolinea qualcuno. Magari rosica un po’ perché non gioca. Magari è un po’ viziato. Magari in passato si è allenato in maniera pigra. Ma chissenefrega. Il calcio è di chi le favole le scrive, e Francesco Totti le pennella.
Francesco Totti ha la capacità di cullare, ancora oggi che siamo dei quarantenni, o cinquantenni, o ottantenni, il fanciullo che è in noi. Quello che per il resto dell’anno rimane sepolto dentro di noi, soffocato dai problemi, dall’ansia della quotidianità, dai ritmi folli del lavoro. Il calcio e Totti ci regalano quella fuga dalla realtà, di cui tutti abbiamo bisogno per farci i conti, con la realtà.
Perché il calcio ha un ruolo preciso nella nostra vita: emozionarci e farci sognare. E Totti, per un romanista, lega tutto insieme: l’emozione, la dimensione del sogno, la Roma stessa. Ci sono generazioni di romanisti che non ricordano dell’esistenza della ASRoma senza Totti. Non riescono nemmeno ad immaginarla, mentre in molti non riescono nemmeno a ricordarla.
Non esiste favola senza eroe e senza lieto fine. Ditelo a Luciano Spalletti, ricordatelo a Mister Pallotta. Passare alla storia per aver rovinato una favola, è una cosa che non si augura a nessuno.