Trans-Pacific Partnership, adesso c’è il quadro completo
19/01/2014 di Mazzetta
Se la bozza del famigerato accordo denominato Trans-Pacific Partnership (TPP) rimarrà com’è, non potrà essere recepita dal Congresso americano. È questa la conseguenza più significativa, che ne determinerebbe la morte, che si può trarre dalla lettura della parte dell’accordo relativa alla protezione dell’ambiente.
IL TPP AL BUIO – Gli Stati Uniti stanno negoziando in gran segreto due accordi commerciali gemelli con i paesi che s’affacciano sul Pacifico (TPP) e sul’Atlantico (TFTA). La necessità i accordi del genere è dubbia, anche perché percorrono materie già oggetto dei negoziati della WTO, l’organizzazione mondiale del commercio, che sul tema arranca. La motivazione ufficiale di tanto segreto è che in sua mancanza i negoziati sarebbero turbati da chi ha qualcosa da eccepire, che a ben vedere è una motivazione bizzarra, trattandosi della discussione multilaterale di accordi commerciali che coinvolgono numerosi governi e che di conseguenza impatteranno sulle vite di miliardi di persone, che in questo modo non avranno alcuna voce in capitolo, se non a cose fatte o quasi.
SERVE WIKILEAKS – Ancora più curioso è che questi negoziati si svolgano tenendo all’oscuro i legislatori e che per lo più si svolgano tra gli avvocati e i rappresentanti delle grandi corporation, garantendo così la rappresentanza dei loro interessi e, nemmeno per sbaglio, di quelli collettivi. Se c’è bisogno di Wikileaks per venire a sapere la direzione che stanno prendendo questo genere d’accordi, abbiamo evidentemente un problema di trasparenza non da poco.
A COSA SERVE IL SEGRETO – Se, per ammissione di chi ha proposto il segreto, la pubblicità della sostanza delle regole che si stanno discutendo provocherebbe opposizioni e rivolte, è chiaro che il segreto serva semplicemente a perseguire indisturbati degli accordi che magari appaiono perfetti ai negoziatori e a chi rappresentano, ma che sono sgraditi alla maggioranza dei cittadini e probabilmente anche dei parlamentari dei paesi interessati. L’esempio del SOPA, impallinato dal parlamento europeo in fase di ratifica ci conferma che è così e anche nel caso del TPP gli ultimi documento pubblicati da Wikileaks spingono verso la stessa conclusione. E non si tratta di temi esoterici, ma di leggi che sarebbero destinate a regolare internet, i rapporti di lavoro, gli standard per la sicurezza alimentare e ambientale, il prezzo e la disponibilità dei farmaci, la tutela di copyright e brevetti e molto altro ancora. Tutte questioni che nel caso di questi accordi sarebbero definite di nascosto e poi fatte approvare in blocco ai governi, che in quel caso cederebbero buona parte della loro sovranità su quelle materie e si ritroverebbero con i parlamenti impediti a legiferare diversamente o a pagare salatissime penali alle corporation danneggiate dal mancato rispetto degli accordi, che una volta recepiti si andrebbero a sostituire alle legislazioni locali.