Traumi e orrori: i segreti incoffessabili dei Reality Show
26/01/2015 di Maghdi Abo Abia
Quali sono i segreti dei reality show? Cosa si nasconde dietro la selezione dei concorrenti, nello studio delle prove e nel rapporto tra «giudici» e «candidati»? Ce lo spiega Maureen Callahan del New York Post che ha raccolto le testimonianze di alcuni concorrenti dei reality più seguiti degli Stati Uniti. E tutti sono stati concordi nel giudicare l’esperienza «traumatica», con gli autori che «giocano» con la psiche delle persone.
IL REALITY DOVE I CONCORRENTI SI SENTONO TORTURATI –
Questo è il grido lanciato da due ex concorrenti del reality «The Biggest Loser», in cui i partecipanti, obesi, sono chiamati a perdere peso. Lo show, uno dei più popolari negli Stati Uniti con 7 milioni di spettatori dietro le quinte nasconde una realtà fatta di torture, fame ed angosce. I concorrenti spesso collassano o vomitano, eppure tutti firmano un accordo in cui s’impegnano a non parlare male del programma. 14 persone su 50 finalisti vengono portate in un ranch dove lavorano dalle cinque alle otto ore al giorno, con la prima telefonata possibile dopo sei settimane.
«STRESSATI AL PUNTO DI PERDERE I CAPELLI» –
Kai Hibbard, una dei due concorrenti, ha spiegato che la produzione è a conoscenza di ogni movimento dei partecipanti, produzione che chiama le persone a sforzi spesso insostenibili, a prove che hanno conseguenze sullo stato psico-fisico dei concorrenti, ad uno stress tale da provocare la perdita dei capelli: «Ti fanno il lavaggio del cervello, ti dicono che sei fortunato a stare lì dentro. Era umiliante, ma dovevi mostrarti grata. I miei piedi sanguinavamo, a un certo punto pensavo di morire, ma il trainer mi diceva di alzarmi e di continuare. Gli allenatori sembravano godere ad umiliarci. Ci dicevano che saremmo morti prima di veder crescere i nostri figli e che ci avevano comprato una bara per ciccioni».
LA STORIA DI SETH CARO –
La vincitrice di quell’edizione, Rachel Frederickson, ha recuperato gran parte del peso dopo un mese dalla finale. Perché in fondo, come ripete un altro concorrente rimasto anonimo: «Appartieni alla produzione, produzione che si assolve da ogni responsabilità nei contratti che vengono firmati. E loro ti faranno male, fisicamente ed emotivamente». Questo è il caso di Seth Caro, concorrente di «Top Chef» che ha raccontato di come fosse stato chiuso in un albergo nel corso della semifinale, senza possibilità di comunicare con il mondo esterno. La realtà cambia, in peggio: «Una concorrente è stata ferita da una telecamera che l’ha colpita in piena faccia. Le hanno dato 26 punti di sutura ma non le hanno permesso di chiamare la famiglia. Ricevette un aut-aut: o continuava o mollava, ma nel secondo caso le avrebbero fatto firmare un impegno di non divulgazione e la conferma che non avrebbe intrapreso le vie legali».
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COSTRETTO A CAMBIARE NOME –
Caro ha poi aggiunto che i concorrenti dormivano due ore a notte, che si mangiava quando voleva la produzione, che le pause, lunghe anche sei ore, non potevano essere usate dai concorrenti per conversare tra di loro. E qualcuno si è innamorato dei propri tormentatori: «Tutti si ripetono che non bisogna abbandonare la nave perché è una grande opportunità». Caro crollò scoppiando a piangere dopo che gli vennero rifiutati telefono e portafogli. Filmato mentre era in preda ad un attacco di panico, si rifiutò di fare un’ultima sfida e di salutare. Alla fine fu portato in un ospedale psichiatrico dove rimase contro la sua volontà per tre giorni. Il concorrente riuscì a contattare il padre da una cabina telefonica, con il genitore che andò a prendersi il figlio che ritiene a sua volta come la carriera sia stata rovinata al punto da costringergli a cambiare nome.
«TRE GIORNI CON GLI STESSI VESTITI» –
Una situazione simile è stata raccontata da un ex concorrente anonima di «The Apprentice» che lasciò la trasmissione durante il secondo episodio. Tutti condividevano la stessa stanza e lo stesso bagno. Nessun giorno libero, niente riscaldamento, luci accese anche di notte. E con il passare delle ore cresce la paura di essere considerati l’anello debole. A quel punto si accettava tutto, anche rimanere con gli stessi vestiti addosso per tre giorni, così da permettere riprese e montaggi come se tutto accadesse lo stesso giorno. Una volta eliminata è stata portata in un hotel a cinque stelle ed ha incontrato uno psichiatra. Tuttavia è rimasta «protetta» fino al termine delle riprese: «Il 90 per cento dei partecipanti è traumatizzato. La gente viene umiliata e soffre di disordine post traumatico da stress. Io ho cambiato lavoro».
«GORDON RAMSEY? IMBECCATO CON UN AURICOLARE» –
Infine tocca a Jen Yemola, concorrente di «Hell’s Kitchen» di Gordon Ramsay. Ed è lei a raccontare della seconda cucina nascosta, dell’auricolare da cui Gordon Ramsay riceveva le battute dai produttori, del conduttore che non si fa mai vedere in giro. Lo stress fu tale che nonostante arrivò terza non ebbe le mestruazioni per sei settimane. Un’altra concorrente, Tek Moore, partecipante nella stessa stagione, disse che la produzione cambiava di proposito gli ingredienti così che la gente da casa li pensasse incapaci.