Truffe telefoniche, come difendersi?
20/05/2013 di Maghdi Abo Abia
Con l’aumento della penetrazione dei telefoni cellulari nel tessuto civile italiano e la contestuale diffusione di schede sim nei vari strati della popolazione, è aumentata anche la diffusione e l’incidenza di quelle che sono le truffe telefoniche.
DATI IN AUMENTO – Parliamo di telefonate tese a “spingere” un utente, senza il suo consenso, ad essere cliente di una compagnia senza aver firmato dei contratti o a trovarsi costi esorbitanti in bolletta. Federconsumatori, ripreso da Vostri Soldi ha spiegato che nel sono 2012 si è trovata a gestire circa 400 casi tra storni sbagliati o indennizzi. Nello stesso anno l’associazione ha portato all’attenzione del comitato regionale per e comunicazioni, ovvero il Corecom, organismo il cui compito è quello di vigilare o mediare in una controversia in ambito telefonico, 378 violazioni. 322 di queste sono state chiuse con una soluzione a favore del cliente con 201 mila euro recuperati, di cui 110 mila per indennizzi e rimborsi e 91 mila per gli storni.
LA POSIZIONE DI FEDERCONSUMATORI – In sostanza, ogni cliente vincitore del ricorso ha portato a casa 624 euro. Tutti soldi propri. Negli altri casi la questione si è trasformata in una causa civile o sono state portate davanti all’Agcom. Qui sono arrivati 41 procedimenti conclusi tutti a favore dei cittadini ricorrenti con un recupero di 51.250 euro, 19.480 per storni e 31.770 per rimborsi, per una media di 1.500 euro per cliente. Federconsumatori ha spiegato questi dati sostenendo che le vittime delle truffe telefoniche sono spesso anziani che sottoscrivono contratti senza rendersene conto. L’associazione prosegue poi spiegando che il consumatore “acchiappato” viene “costantemente sballottato fra affermazioni e condotte incomprensibili e contraddittorie” dalla soluzione impossibile, lasciandolo in balia di call center e costringendolo a spendere soldi in raccomandate e fax di reclamo.
LA STORIA DI ULTRACOM – In sostanza, si cerca di alzare un bel polverone per complicare le cose. Movimento Consumatori Piemonte aggiunge che negli ultimi tempi, sempre in tema di truffe, alcune persone chiamano spacciandosi per incaricati di società telefoniche i quali discutono di pagamenti e puntualità ottenendo così informazioni riservate dagli utenti. Una seconda telefonata porta all’avanzamento di diverse proposte commerciali sintetiche e quantomeno incomprensibili. Il tutto si conclude con l’invio di fatture per consumi e promozioni non richieste sulla base di contratti mai firmati e con tanto di solleciti. Parliamo della Ultracom società con sede in Canada ma che manda le lettere in perfetto italiano.
LUIGI DI TELECOM ITALIA – Tecnocino ci presenta invece un’altra truffa attraverso la testimonianza di Diego Barbera il quale spiega come a casa della sua ragazza è arrivata una telefonata da un operatore Telecom che parla di malfunzionamenti alla linea. Appena sentono la sua voce il chiamante passa la telefonata ad un collega. La musichetta in attesa, diversa da quella dei jingle pubblicitari che sentiamo tutti quando chiamiamo il nostro operatore fa diventare dubbioso il protagonista della storia. Ad un certo punto ecco “Luigi di Telecom Italia” il quale spiega, con un tono di voce sostenuto, carico di termini tecnici e volutamente “forte”, che in base “alla nuova regolamentazione sulla trasparenza dei costi telefonici, l’utenza di casa aveva raggiunto già un costo mensile superiore ai 500 euro”.
DAL DIALER ALL’ANNULLAMENTO – Alle ovvie richieste di chiarimento sono seguite delle risposte evasive. A seguito di richieste di chiarimenti si è scoperto che “Luigi” stava cercando di persuadere il protagonista del fatto che l’utente aveva visitato dei siti porno -dimenticando come la truffa dei dialer sia morta con l’avvento delle connessioni ad alta velocità prive di modem 56k con selezione del numero di telefono al quale connettersi- salvo contraddirsi ed affermare che “avrebbero annullato la fattura”, con una solerzia -aggiungiamo noi- sicuramente contraddittoria anche con la prassi delle aziende. Come vedremo in seguito. In questo caso il protagonista ha poi segnalato la tentata truffa al servizio clienti 187 di Telecom Italia.
LE STRANE TELEFONATE FIRMATE VODAFONE – Ma ora raccontiamo di un altro problema relativo ad un numero di telefono che negli ultimi mesi sta chiamando a macchinetta tutti i possessori di un contratto Vodafone. Si tratta di una situazione controversa che ha portato ad una serie di lamentele da parte di alcuni utenti, legata al numero 02.47951678 e per far capire di cosa stiamo parlando, basti spiegare che il sottoscritto è stato contattato per 9 volte in tre giorni, dal 15 al 18 maggio. Mettiamo subito le mani avanti. Non stiamo parlando di comportamenti illeciti né di truffe ma raccontiamo a mo’ di cronaca quanto sta succedendo nelle ultime settimane, visto anche che non si tratta di un episodio singolo, però, almeno a vedere dalle reazioni degli utenti ex-Omnitel diffuse sulla rete. Partiamo dalle segnalazioni raccolte su Tellows, il quale spiega che a questo numero sono giuste 11 segnalazioni di “truffa” e 5 di “pubblicità aggressiva” per un totale di 24734 ricerche.
IL COLLOQUIO CON GLI OPERATORI – Gli operatori sono stranieri che promettono varie offerte irrinunciabili. Il sottoscritto si è sentito offrire un abbonamento ricaricabile da 15 euro al mese per 500 minuti di telefonate mensili. Avendo già letto in giro le perplessità di altri clienti Vodafone ho preferito volontariamente rimanere sul “chi vive” per vedere come si sviluppava la situazione. A quel punto l’operatore mi ha chiesto: “lei signore ha l’opzione Smart 250, vero?”. No. E glielo faccio notare senza però dire quale sia il mio profilo tariffario, rivelato dopo una domanda specifica. Infine il punto che mi ha perplesso maggiormente: “lei signore quanto paga”? La risposta “se siete Vodafone dovreste saperlo” ha evidentemente mandato in confusione l’operatore. A quel punto ho preferito chiuderla lì.
LA TESTIMONIANZA (1) – Una cosa analoga successe mesi fa con un altro operatore che si presentò come Fastweb ma che in realtà ignorava quello che era il mio profilo tariffario. Stessa scena e stessa conclusione. Ed a quanto pare sono molti in Italia a chiedersi perché arrivano queste telefonate. Tornando su Tellows scopriamo che, almeno a sentire certi utenti, si tratta di un call center Vodafone / Teletu. Un altro spiega che i numeri sono chiamati da un servizio automatico. A confermarlo le parole di tale “nessuno” il quale spiega così il modus operandi dell’azienda:
Alert sul numero telefonico 02 47951678: da giorni alcuni utenti Vodafone sono infastiditi da pubblicità aggressiva proveniente da un call center, che promuove offerte per conto dell’azienda. Vodafone – tramite centraliniste in evidente stato di disagio – conferma l’accordo con un call center, in realtà in appalto, e che pare stia agendo a piede libero. Pare non abbia nemmeno sede in Italia, inserirebbe i numeri di telefono in un data base e li richiamerebbe in modo ripetuto. Tanto, che ogni utente riceve in media una telefonata quasi ogni ora. Alcuni clienti hanno allertato già la Polizia postale, e delle comunicazioni, insieme alla Vodafone che ha aperto una procedura, seguita alle numerose segnalazioni. Il “sospetto truffa” esiste per cui: in campana, e non accettate nulla di quello che vi viene proposto da quel call center
I DUBBI SU VODAFONE LAB – Certo si potrebbe dubitare di una frase postata da un anonimo su un forum. Altri utenti hanno spiegato di aver contattato Vodafone che a sua volta ha invitato a denunciare questo numero alla polizia postale o a non rispondere visto che si tratta di un numero che “decurta” il credito. Altri hanno ribadito di aver ricevuto la chiamata nonostante fossero iscritti nel registro delle opposizioni -di cui parleremo in seguito-. La situazione si fa ancora più oscura leggendo un thread apposito sul forum di Vodafone Lab. Qui gli utenti hanno espresso la propria perplessità sul tenore del messaggio, sulle offerte e sull’italiano incespicante degli operatori.
LA TESTIMONIANZA (2) – Non solo, questa è la testimonianza di Ale87ss, datata 8 maggio 2013, ore 16.37, il quale era stato contattato dal numero in calce due giorni prima della sua “disavventura”:
Mi è arrivato un sms che mi informava che la Smart 200+ è stata disattivata dal mio numero…ed è attiva la Tutti 500+, la promozione che mi è stata offerta due giorni fa da questo numero! Peccato che io non avessi dato NESSUN CONSENSO! E mi sono stati scalati pure 19 euro dal credito, nonostante la tipa mi avesse detto che il primo mese sarebbe statyo gratuito!!!
Triplo inganno:
– disattivazione di una promozione che volevo tenere
– attivazione di una promozione che non volevo
– prelievo del credito senza il mio consenso!
Ho appena fatto la segnalazione al 190 e mi hanno detto che mi contatteranno entro 24 ore per risolvere il problema…e non potrò utilizzare il traffico dati nè il cellulare fuori casa x evitare altre decurtazioni del credito, ulteriore disagio! mi auguro che mi restituiscano i soldi e mi riattivino quello che avevo attivo o che trovino una soluzione valida perché altrimenti è la volta buona che cambio operatore senza pensarci più di tanto.
Ok pagare un po’ di più degli altri avendo meno, ma perlomeno è consapevole! Le cose come queste sono furti, sia che si tratti della vodafone o di qualcuno che si spaccia per loro…sono davvero amareggiata..
Lo stesso utente scrisse alle 13.38 dello stesso giorno:
Ho contattato ieri l’assistenza tramite twitter, ma credo si possa contattare anche il 190 e ho fatto la segnalazione. L’operatore mi ha detto che ha verificato e questo numero non risulta associato a uno dei call center che vodafone incarica x fare promo commerciali, quindi mi ha ringraziato x la segnalazione! Fatelo anche voi se potete almeno magari si riesce a bloccare questi numeri fasulli…si sono fregature dietro ogni angolo…bisogna davvero fare attenzione a tutto!
BUONA VOLONTA’ – Evidentemente qualcosa non va per il verso giusto. Se il numero non è incaricato da Vodafone per fare promo commerciali perché la 500 + è stata attivata nonostante non fosse stato dato alcun consenso? E non finisce qui. Lo stesso utente ha continuato spiegando che un altro operatore avrebbe riattivato la Smart 200+ con primo mese gratuito ma che non avrebbe potuto ridargli i 19 euro scalati -15 per la 500 + ed i 4 euro di traffico internet figli del cambio di profilo-. L’operatore ha poi detto:
“per dimostrarle che noi della vodafone teniamo ai nostri clienti le rimborserò i 19 euro, oltre a questo mese gratuito di Smart 200+”
IL BOTTA E RISPOSTA SU FACEBOOK – La ricarica non è poi arrivata. Si è invece fatta sentire con due giorni di ritardo la direzione centrale con l’operatrice che avrebbe fatto una segnalazione al reparto commerciale con risarcimento dei 4 euro di internet, mentre per i 15 “non avrebbe potuto fare nulla” -smentendo l’operatore-. Un terzo operatore contattato via Twitter ha invece restituito la differenza di quanto speso -5 euro e 10, decurtati dai 15 euro del prezzo del pacchetto 500 +-. I dubbi poi aumentano con la pubblicazione sulla pagina ufficiale Facebook di Vodafone di una domanda da parte di una cliente, oscurata per questioni di privacy, alla quale è arrivata una strana risposta:
Il messaggio è chiaro. L’utente si lamenta delle chiamate tartassanti ed anche altri si accodano chiedendosi se si tratta davvero di un numero vodafone. La risposta implicita arriva da Nadia, che scrive per conto dell’azienda telefonica, che rimanda al consenso commerciale dei dati. In soldoni invita l’utente a cancellare il proprio consenso se proprio queste telefonate le danno fastidio. Segno che allora Vodafone è a conoscenza della cosa. Del resto le testimonianze raccolte fanno pensare ad una cosa del genere, ovvero alla possibilità che da quelle parti sappiano cosa succeda. E non si tratta di un atto d’accusa contro l’azienda mancando qualsiasi ipotesi d’illecito ma solo dell’ultimo caso documentato di marketing aggressivo che ha scontentato migliaia di utenti, come dimostrato dalle ricerche condotte su Tellows.
IL PRECEDENTE ENEL REITEK – Tuttavia, visto che molti utenti si sono lamentati del fatto che spesso ricevevano telefonate “mute”, è necessario ricordare un documento del garante della Privacy, datato 6 dicembre 2011, dove si affrontava il caso di queste chiamate legate ad un’operazione commerciale condotta da Enel Energia -azienda alla quale vennero ricondotte le utenze telefoniche- cagionando un particolare disturbo ai destinatari ai quali, in difetto appunto di interlocutore, sono stati preclusi tutele e rimedi”. Enel -titolare dei dati personali- trasmise nomi e numeri di telefono alla Reitek S.p.a., ocietà fornitrice e proprietaria della piattaforma informatica utilizzata dai teleseller.
IL FRUTTO DELL’ISPEZIONE – In base all’ispezione condotta dal garante il comportamento delle aziende venne ritenuto illecito, visto che: ”
Sotto un profilo squisitamente tecnico è stato accertato che le liste dei soggetti da contattare vengono trasmesse, da Enel Energia S.p.A. a Reitek S.p.A., su segmenti di rete informatica dedicati che appartengono all’infrastruttura di rete di Enel Energia S.p.A. e sono dunque caratterizzati da indirizzamento IP assegnato, proprio, a questa società.
Lo stesso avviene per il flusso di dati che intercorre tra Reitek S.p.A. ed il teleseller, anch’esso veicolato attraverso un’infrastruttura di rete di appartenenza di Enel Energia S.p.A. – contrassegnata, lo si è visto, da proprio indirizzamento IP – che questa società, assumendo dunque il ruolo di fulcro dell’operatività dell’intero sistema, rende accessibile e disponibile a più interlocutori i quali, seppure a titolo diverso, interagiscono per la messa a disposizione da una parte e l’utilizzo dall’altra del servizio Saas.
Per quanto riguardava invece la gestione dei dati personali:
È invece rimessa al teleseller – che dispone, a tal fine, di diversi algoritmi, cioè di diverse combinazioni e soluzioni messe a disposizione dal sistema Saas – la scelta relativa al numero di potenziali contatti che il sistema stesso è chiamato ad instaurare tenuto conto di diversi parametri (ad esempio, il numero degli addetti concretamente impegnati nello specifico call center in un dato momento); il singolo teleseller può, infatti, richiedere al sistema l’effettuazione e l’inoltro di un numero di telefonate anche di molto superiore alla propria capacità ricettiva e di lavorazione, con l’intento di assicurarsi che i propri operatori, al termine di ciascuna telefonata effettuata, ne abbiano sempre a disposizione una ulteriore, già instradata, da prendere in carico ed evitare, così, che rimangano inattivi o si ingenerino tempi morti.
RIVOLGETEVI ALL’AGCM… – Il consiglio? Quello di tutelare al massimo i propri dati sensibili cercando di non sbottonarsi mai, specie con uno sconosciuto al telefono. In fondo voi avete un servizio e se lo ritenete consono sia per le vostre esigenze sia dal punto di vista economico non è necessario raccontare ai quattro venti il vostro stato promozionale. Qualora foste vittima di un messaggio inteso da voi come “truffaldino” potrete segnalarlo direttamente all’Agcm, l’autorità garante della concorrenza e del mercato, dove potrete inserire il numero di telefono di chi vi ha chiamato ed il contenuto della comunicazione, così da lanciare un allarme nei confronti delle autorità per rendere loro noto quanto sta succedendo.
O ISCRIVETEVI AL REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI – Se invece volete lanciarvi in un provvedimento ancora più drastico, allora potete iscrivervi al registro delle opposizioni, ovvero un elenco a cui iscrivere il proprio numero di telefono se non si vogliono ricevere più telefonate pubblicitarie. Il registro delle opposizioni è stato istituito con una legge del 2009 ed entra in funzione dal 1 febbraio 2011. Una volta iscritti nel registro delle opposizioni, nessuno potrà farvi telefonate pubblicitarie o promozionali. Bisognerà dare il consenso, confermato dalla presenza nell’elenco. Nei primi due anni di vita sono 1,2 milioni le persone che hanno scelto di proteggersi in modo gratuito, perpetuo e revocabile. In fondo è l’unico modo che hanno gli utenti di proteggersi dalle campagne di marketing aggressivo delle aziende. In alcuni casi forse chiamarle “truffe” è eccessivo, ma certo tutelarsi non guasta mai. La legge dà in mano i giusti strumenti ed è buona cosa usarli. (Photocredit Facebook / Repertorio)