Tutti i bimbi schiavi del mondo

ANZICHE’ LA SCUOLA, I CAMPI DI COTONE – Antislavery si è occupata della schiavitù infantile nei campi di cotone dell’Uzbekistan. In questo caso è il Governo a chiudere le scuole per tre mesi costringendo centinaia di bambini, a partire dall’età di nove anni, a raccogliere il cotone. I bambini non hanno scelta. Hanno delle quote giornaliere da rispettare e se non dovessero riuscirci verrebbero o picchiati o vedrebbero i propri voti abbassarsi. Questi periodi dedicati al raccolto possono avere conseguenze molto gravi nella salute dei piccoli, costretti a fatica e malnutrizione. L’Uzbekistan è il terzo paese esportatore di cotone al mondo, e nonostante la ferma condanna dell’Unione Europea, maggior mercato del cotone uzbeko, ogni anno per tre mesi i bambini vengono costretti a questa “vacanza”anche grazie alle agevolazioni economiche garantite dall’Europa nelle importazioni.

BUGIE PER LAVORARE MEGLIO – L’Indipendent, infine, si occupa di un’azienda europea conosciuta in tutto il mondo, Adidas, la quale ha sempre dichiarato di rispettare le tariffe degli operai e di occuparsi della sicurezza dei luoghi di lavoro. Eppure gli operai di una fabbrica indonesiana non sono stati dello stesso avviso: “Non possiamo rivelare che facciamo straordinario e siamo costretti a dire che ci pagano il minimo sindacale. Inoltre le visite degli ispettori sono sempre annunciate in anticipo, così noi puliamo e sistemiamo”. Ratna aggiunge: “I capi fanno nascondere qualcuno di noi nei bagni così che la fabbrica possa apparire ordinata e in perfetta efficenza”. Gli operai hanno anche ammesso che Adidas nonostante tutto si è attivata per evitare che lavorassero troppo. “Una volta eravamo impegnati dalla mattina all’alba fino alle 23. Le cose sono cambiate dopo un diretto interessamento della sede centrale in Europa”.

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