Tutti i redditi dei 5 Stelle in Parlamento
15/04/2014 di Stefania Carboni
Poveri, grillini ed (ex) disoccupati. Una parte consistente del gruppo Cinque Stelle non ha denunciato reddito imponibile per l’anno fiscale 2013. Sarebbe questo quello che risulta dalla documentazione patrimoniale, consultabile a partire da ieri alla Camera. Nel 2012 risultano essere a euro zero i redditi del vicepresidente di Montecitorio Luigi Di Maio e del presidente della commissione vigilanza Rai Roberto Fico. Il Bollettino delle dichiarazioni patrimoniali, dei redditi e delle spese elettorali, presentate dai deputati della XVII legislatura è consultabile da tutti i cittadini iscritti alle liste elettorali a partire da questo lunedì presso il Servizio Prerogative e Immunità in via Uffici del Vicario.
REDDITO ZERO MA… – Dalla dichiarazione di Di Maio si evince solo che nel 2012 ha speso di tasca sua 400 euro per la campagna elettorale, ha ricevuto 714 euro di donazioni da terzi, e 2000 euro in servizi da terzi per la campagna elettorale. Entrate zero. Per Fico zero redditi e zero spese elettorali.
In diversi non allegano né CUD né 730. La deputata Azzurra Cancellieri (per esempio) non ha presentato dichiarazione dei redditi: «Perché non ho avuto reddito quell’anno», spiega nei documenti. Per Massimo Baroni e Cosimo Petraroli, sul sito della Camera dei deputati, non figura neanche la casella apposita di documentazione patrimoniale. Mentre invece on line non si riesce a reperire la documentazione patrimoniale relativa alla senatrice Fucsia e Ciampolillo. In compenso è un tripudio di Fiat (spesso Punto), qualche moto grossa e rare Mercedes e Bmw. Giuseppe Brescia risulta il capogruppo più povero. In fondo alla “classifica” dei 10 capigruppo più corposi figura invece l’avvocato e neopresidente del gruppo 5 Stelle Seanto Maurizio Buccarella con i suoi 8.024 euro di reddito imponibile.
LEGGI ANCHE: Tutti i redditi dichiarati dai parlamentari italiani
AZIONI A 5 STELLE – Daga ha qualche azione a Banca Etica, Massimiliano Bernini ha una azione in uno spin-off universitario, Artini invece possiede il 47,5 per cento d’azioni di Inter-Ware s.r.l (società di consulenza nel campo informatico) di cui diventò direttore responsabile nel 2001. Barbanti indica come 1000 le azioni nella Exprivia Spa di Molfetta. Spadoni invece dichiara 284 azioni della compagnia aerea EasyJet (ma ha un reddito inferiore rispetto a quello dichiarato da altri colleghi, solo 9 mila euro circa). Alessandro Di Battista denuncia invece 3.176 euro di reddito imponibile, ed ha speso 145 euro per 5000 biglietti utilizzati in campagna elettorale. Risulta proprietario del 30 per cento della società a responsabilità limitata Di.Bi.Tec, con sede in via Latina 20. Il senatore Martelli invece suddivide le sue azioni tra Enel e Banco Popolare.
PETROCELLI IN NEGATIVO – Una cosa però è prevalente: diversi senatori scalano la classifica dei più poveri della politica. Secondo la documentazione depositata presso i competenti uffici del Senato non si naviga nell’oro per numerosi esponenti del Movimento Cinque Stelle e un paio di Sinistra ecologia e libertà. I nomi che scorrono negli elenchi sono quelli dell’ex grillina Monica Casaletto e quelli di Vilma Moronese, Daniela Donno, Cristina De Pietro, Vito Petrocelli. Quest’ultimo denuncia addirittura di essere in un negativo di 296 euro. Chi dichiara a Madama sotto i diecimila euro sono Enrico Cappelletti, Andrea Cioffi, Michela Montevecchi, Francesco Molinari, Cristina De Pietro.
SPILLETTE D’ORO – Altra voce interessante sono le spese di propaganda elettorale. In diversi dichiarano la cifra zero. Il deputato Barbanti è molto più preciso nei fogli relativi dichiara di aver speso mille e 402 euro in 5 mila spillette a 5 Stelle.
Ricordiamo che il MoVimento 5 Stelle non riceve alcun finanziamento pubblico. Francesca Businarolo ha speso oltre 2 mila euro indicate sotto la voce erogazione del candidato. Quasi tremila euro per il deputato Vacca perlopiù indicati sotto i contributi da parte di terzi. In diversi hanno ricevuto (ed indicato on line) le cifre ricevute in sostegno della campagna nazionale. C’è chi invece spende meno come Giulia Grillo (156 euro) e la Taverna (239 euro con “denaro proprio”) mentre Vito Crimi dichiara le spese di 520 euro per impianto video e palco del comizio del 12 febbraio 2013. In diversi hanno indicato la cifra zero sotto la voce spese elettorali. Giulia Sarti è precisissima: mette anche i 12 euro spesi in transenne.