Ucraina, Hollande avverte: «Senza accordo è guerra»

Ucraina, le diplomazie europee si muovono per arrivare ad una rapida conclusione del conflitto nel Paese, la cui crisi economica, sociale e politica rischia di arrivare ad un punto di non ritorno. Angela Merkel e François Hollande hanno incontrato a Mosca Vladimir Putin dopo un colloquio con il Presidente ucraino Petro Poroshenko. Le diplomazie di Parigi e Berlino hanno ottenuto l’accordo di un colloquio telefonico per domenica mentre si preparerà un documento congiunto sull’attuazione dell’accordo per la tregua nelle regioni orientali ucraine raggiunto a Minsk il 5 settembre scorso, riconfermato il 9 dicembre e mai rispettato. E, questa mattina, arriva un primo sì da Poroshenko: la proposta di pace portata avanti dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese François Hollande può funzionare. Il sì del presidente ucraino arriva da Monaco di Baviera, dove è in corso la Conferenza sulla sicurezza internazionale.

«SE FALLIAMO CI SARÀ GUERRA» –

La situazione, tuttavia, resta critica: questa mattina il presidente Hollande ha addirittura evocato lo spettro di un conflitto: «Penso che sia una delle ultime possibilità. Se non riusciamo a trovare un accordo duraturo di pace, conosciamo perfettamente lo scenario, ha un nome, si chiama guerra». Da Monaco, fa eco con un certo pessimismo anche Angela Merkel: «Non so se i colloqui di venerdì con il presidente russo porteranno frutti ma ha certamente avuto valore il tentativo» – ha dichiarato la cancelliera tedesca, sottolineando che l’Europa vuole lavorare alla sicurezza «con la Russia» e non «contro la Russia».

 

Ucraina, prove tecniche di accordo tra Russia e Europa
Lapresse-REUTERS/Gleb Garanich

SI ATTENDE UNA RISPOSTA DA PUTIN –

La situazione è sicuramente molto tesa e Francia e Germania a tal proposito non hanno voluto improvvisare nulla. Il vertice è stato preceduto da incontri tra i leader ed i propri consiglieri ed esperti politici. Putin si è dimostrato comunque interessato, tanto da rinviare la partenza prevista per Sochi dove avrebbe dovuto incontrare il Presidente bielorusso Alexander Lukhaschenko. Putin ora è chiamato a decidere su un piano che prevede l’immediato cessate il fuoco, l’arretramento delle armi pesanti, l’invio possibile di un contingente di pace internazionale e nessun riconoscimento dell’avanzata dei ribelli. Niente rivendicazioni quindi, niente status speciale per la regione del Donbass e nessuna concessione in generale.

SI MUOVE LA NATO –

La Nato, per bocca del segretario dell’Allanza Jens Stoltenberg, sostiene gli sforzi di Francia e Germania. Nato che per bocca dell’ex segretario Rasmussen teme che Putin possa attaccare un paese Baltico per verificare l’eventuale risposta dell’Alleanza Atlantica. Alleanza Atlantica che ha deciso di formare una forza di reazione rapida in Europa con 5.000 soldati pronti ed operativi. Mosca ha risposto chiamando i riservisti.

 

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L’UCRAINA IN PREDA AD UNA CRISI SOCIALE ED ECONOMICA –

Il conflitto in Ucraina intanto si sta allargando, con una preoccupante escalation di violenza che ha investito la città di Mariupol. L’alto Commissariato Onu per i rifugiati ha stimato che in un anno di conflitto gli sfollati sono 980.000 e che 600.000 ucraini hanno chiesto asilo ai paesi confinanti. A Debaltsevo intanto sono morti 60 separatisti nelle ultime 24 ore mentre l’esercito di Kiev ha perso due elementi. In questa città è stato peraltro raggiunto un accordo per una tregua di nove ore nella giornata di ieri che ha consentito l’evacuazione degli abitanti della città. I separatisti hanno parlato di due civili uccisi a Donetsk da bombardamenti di artiglieria con 9 feriti. La crisi è anche economica. La Banca Centrale Ucraina venerdì ha alzato il cambio della moneta ufficiale, la Grivna, da 18 a 23 per un dollaro, con un conseguente aumento del tasso di riferimento dal 14 al 19,5 per cento. Un anno fa il cambio era 9-1.

LA PROPOSTA USA DI ARMI A KIEV ED IL NO DI MOSCA E DELL’EUROPA –

In questo scenario l’Europa si trova a fronteggiare anche l’idea statunitense di armare l’esercito ucraino, proposta al vaglio in queste ore del Presidente Barack Obama. Mosca ha risposto all’idea con evidente irritazione, spiegando che un tale atto causerebbe un danno colossale ai rapporti tra i due Paesi. Contraria anche la Germania. Secondo il ministro dell Difesa di Berlino Von der Leyen un gesto simile rischierebbe di mettere benzina sul fuoco allontanando la soluzione del conflitto. Joe Biden invece, nel corso di una serie d’incontri in Europa, si è limitato a dire che Washington non permetterà che Mosca ridisegni i confini del Vecchio Continente accusando Mosca di non volere trovare nessun accordo e di inviare “mercenari e blindati” nell’est del Paese.

MOGHERINI: «FORNIRE ARMI NON È UN GESTO COERENTE» –

Federica Mogherini, alto rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, che tra oggi e domani inconterà alla Conferenza Mondiale sulla Sicurezza il ministro degli Esteri di Mosca Sergey Lavrov, intervistata da Repubblica sostiene che Putin ha in mano la soluzione per risolvere il problema: «Senza il sostegno politico, finanziario e militare del Cremlino i separatisti non potrebbero fare quello che stanno facendo». L’ex titolare della Farnesina ha ricordato poi che nelle ultime ore sono state proposte sanzioni ad altre 19 persone, tra cui 5 russi, e che questa mossa ha permesso di ottenere qualche risultato in vista di una conferma degli accordi di Minsk. La Mogherini si è detta anche lei contraria della proposta Usa di armare l’esercito ucraino: «se stai cercando una soluzione politica, come stiamo facendo noi con uno sforzo ai massimi livelli, fornire armi ad uno dei contendenti non mi sembra un gesto molto coerente».

DOMANI IL PIANO –

Secondo quanto si apprende, il portavoce del Cremlino Peskov avrebbe riferito che Putin, Hollande e Merkel sono al lavoro su un documento che potrà includere proposte per risolvere il conflitto,  che sarà presentato corso di una conference call domenica 8 febbraio. I colloqui si sono svolti sotto forma di faccia-a-faccia, senza la partecipazione dei membri delle delegazioni e degli esperti, ha sottolineato l’addetto stampa del presidente russo. Due le pause, una per la foto di gruppo e l’altra per la cena.

(Photocredit copertina Lapresse-REUTERS/Maxim Zmeyev)

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