Una gabbia sulla tomba di Chernobyl

PRIORITA’ – “La costruzione della nuova struttura di protezione è la priorità assoluta”, spiega Julia Marusich, del Chernobyl International Department che aggiunge: “Non sarà un semplice ombrello, ma un complesso impianto tecnologico che consentirà di smantellare la struttura esistente”. Il sito della centrale maledetta appare come un vasto cantiere ed i preparativi sono in corso per la cerimonia di domani, simbolicamente celebrata nel giorno del ventiseiesimo anniversario dell’incidente avvenuto il 26 aprile 1986.

IL VILLAGGIO DEGLI OPERAI – La cerimonia riguarda l’inizio dei lavori per il montaggio dell’arco, un’impresa che e’ stata pero’ preceduta da interventi per ripulire, risanare e finalizzare il cantiere della zona di  montaggio, precisa Marusich. E’ stata inoltra preparata Chernobyl City, un villaggio destinato all’alloggio degli operai in “appartamenti internamente decontaminarti e rimessi a nuovo”, sottolinea il consorzio.

OPERA FARAONICA – Il cantiere appare faraonico. L’arco misurerà 108 metri di altezza per 162 metri di lunghezza e 257 metri di larghezza, dimensioni tali da poter ricoprire la statua della Libertà in altezza o uno stadio per 80mila spettatori. E c’è anche un po’ d’Italia nell’impianto. Novarka ha infatti attribuito a Cimolai la fabbricazione della struttura primaria dell’arco. Per ridurre l’esposizione degli operai e addetti ai lavori, la struttura di metallo, che da sola pesa 23mila tonnellate pari a tre volte la Torre Eiffel, sarà assemblata ad ovest del reattore, nella zona decontaminata di montaggio. Solo dopo verrà fatta scivolare su rotaie fino al sarcofago esistente.

LUNGA VITA – L’arco totalmente attrezzato peserà 30mila tonnellate e avrà una durata di vita di 100 anni. Per realizzarla, il personale al lavoro nella zona di montaggio sarà naturalmente attrezzato di tute, maschere, guanti e dosimetri personali per misurare l’esposizione alla radiazioni. Per i lavori più pericolosi, in particolare nelle zone vicine al sarcofago, il personale opererà protetto da schermi di cemento o piombo.

SICUREZZA AL PRIMO POSTO – Le attività saranno sorvegliate da 50 persone esclusivamente addette alla radioprotezione. E per ridurre ulteriormente i rischi ed i tempi sul sito, tutti gli elementi della struttura sono probabilmente assemblati in una zona esterna con il più alto numero possibile di attrezzature previste. Obiettivo principale della nuova struttura è confinare le materie radioattive e proteggere l’attuale sarcofago dalle aggressioni climatiche.

IL DISASTRO – L’arco dispone anche di attrezzature e impianti per le future operazioni per lo smantellamento del reattore numero quattro in condizioni che dovrebbero limitare la massimo gli interventi umani. Il disastro di Cernobyl è considerato il più grave incidente nella storia dell’energia nucleare. ‘Putroppo – si rammarica Marusich – il problema di Cernobyl non sarà risolto dalla nostra generazione. Il nostro compito è di mantenere la situazione sotto controllo”.

RILANCIO DELL’ECONOMIA – ForUmsi diverte a fare i conti in tasca al progetto fin qui esposto. Secondo Vasyl Harahulah,  direttore generale di “Metallurgprom”, per costruire la gabbia serviranno 30 mila tonnellate di materiali metallici. Considerando che l’industria metallurgica ucraina è capace di garantire “solo” 19 milioni e mezzo di tonnellate per anno, questo progetto rappresenterà un impulso magnifico all’economia del Paese, aiutandola a uscire dalla crisi. Come dire, Chernobyl non fa solo male.

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