Unioni Civili, Delrio: «Andiamo avanti»
25/08/2015 di Redazione
Unioni Civili,
al di là della bocciatura del presidente Cei Bagnasco e dei possibili ingorghi parlamentari per le resistenze di Ncd e centristi, il governo non farà retromarcia sul disegno di legge Cirinnà. A confermarlo, sulle pagine del Corriere della Sera, è il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio: «Non penso che possa intaccare l’importanza del matrimonio così come è regolato dalla Costituzione. In Parlamento ci saranno tutte le riflessioni necessarie, ma procediamo», ha spiegato dal meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
UNIONI CIVILI, DELRIO: «SI VA AVANTI» –
Bagnasco, seppur confermando la sua posizione con un’intervista a Radio Vaticana («Le unioni civili non possono essere omologate al matrimonio perché sono realtà diverse»), ha escluso ingerenze da parte della Cei sul dibattito politico in corso: «Nessuno può farle: tutti devono portare il proprio contributo rispettando le responsabilità di ciascuno».
UNIONI CIVILI, I RISCHI IN PARLAMENTO PER IL DISEGNO DI LEGGE CIRINNÀ –
I nodi parlamentari? Il principale è quello legato alla stepchild adoption, che permette l’adozione del figlio del partner. Per i detrattori delle unioni civili, sarebbe il via libera per la pratica dell’ “utero in affitto” (la Gpa o maternità surrogata, ndr), osteggiato da centristi e Nuovo centrodestra. Si spiega sul Corsera come all’interno della maggioranza si stia discutendo per cercare un compromesso:
«Sono in molti a guardare alla proposta avanzata dal coordinatore del Nuovo centrodestra, Gaetano Quagliariello («Mettiamoci d’accordo tutti su una norma di legge che vieti la pratica dell’utero in affitto, che umilia la donna a mero strumento procreativo, e poi l’intesa sul resto sarà più facile da trovare»). Conferma Eugenia Roccella, parlamentare di Area popolare-Ncd-Udc: «Sarebbe fondamentale che l’area moderata e cattolica del Pd esprimesse un chiaro e deciso rifiuto nei confronti del “liberismo procreativo” ricordando, però, che non si chiede una legge parallela, bensì un emendamento al disegno di legge sulle unioni civili che ne caratterizzi e ne modifichi profondamente l’impostazione». E se dal Pd la senatrice Emma Fattorini accoglie l’invito di Quagliariello, proponendo un’intesa bipartisan, Fabrizio Cicchitto, Ncd, non si discosta affatto proprio da questa posizione: «Occorre escludere le adozioni che derivino dall’inaccettabile ricorso all’utero in affitto, ammettendo l’adozione di un figlio derivante da un precedente rapporto di uno dei due componenti la coppia». Da Paola Binetti, Area popolare, arriva un altolà: «Renzi rinunci al disegno di legge Cirinnà che non è altro che un copia-incolla della normativa sul matrimonio».
In caso di divisioni parlamentari, l’alternativa è quella delle “maggioranze variabili”, con Sel, M5S e pezzi di Fi. La priorità, però, resta cercare una sintesi tra le forze del governo, per evitare rischi sulla tenuta dell’esecutivo.