Unioni civili, gli esperti: «Italiani favorevoli, ma contrari ad adozioni e nozze gay»

La maggioranza degli italiani è favorevole alle unioni civili ma contraria alle nozze gay ed alle adozioni da parte di coppie composte da persone dello stesso sesso. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni di due esperti delle ricerche demoscopiche, Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, e Maurizio Pessato, presidente di Swg, che abbiamo contattato per conoscere il parere degli italiani rispetto alle possibilità di riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Dalle parole dei due sondaggisti emerge il ritratto di una società che negli ultimi dieci anni è diventata molto più aperta nei confronti della comunità gay, ma risulta ancora oggi perplessa rispetto alla possibilità di una piena estensione delle tutele.

 

Ignazio Marino registra matrimoni gay in Campidoglio

 

NOTO (IPR): «FAVOREVOLI ALLE UNIONI SIA A DESTRA CHE A SINISTRA»Noto parla precisamente di accettazione delle coppie composte da due uomini o due donne avvenuta «con dei limiti». «Negli ultimi dieci anni – spiega il direttore di Ipr Marketing – abbiamo registrato un cambiamento non solo dei comportamenti rispetto alle coppie ma anche di un’accettazione sociale. Il dato più forte che abbiamo registrato è che la maggioranza degli italiani è favorevole al riconoscimento delle unioni civili e l’opinione è prevalente sia nell’elettorato di centrodestra che di centrosinistra, mentre negli anni scorsi rispetto a questa specifica tematica c’era un’opinione favorevole nell’elettorato di centrosinistra ma non di centrodestra. Oggi registriamo una trasversalità di consensi». Un’apertura che manca però nel caso delle nozze. «Per quanto riguarda il matrimonio gay, invece, la maggioranza degli italiani – continua Noto – è contraria. Ed è ancora più contraria all’idea che la coppia gay possa adottare un bambino. Non bisogna confondere giudizio unioni e matrimonio. C’è una sorta di accettazione sociale rispetto all’esistente: le unioni fra persone dello stesso sesso devono avere gli stessi diritti, ma non equiparati al matrimonio».

PESSATO (SWG): «SOLO UN TERZO DICE SÌ A MATRIMONIO E ADOZIONI» – Dicevamo che si tratta di una chiave di lettura confermata anche da Pessato, che ritiene l’accettazione dell’unione tra persone dello stesso sesso avvenuta in italia «solo in parte». «Negli ultimi dieci anni – afferma il presidente di Swg – c’è stata sicuramente una maturazione, noi osserviamo il fenomeno a partire dagli anni 2000. Ma l’accettazione è ancora parziale. Vediamo che attorno al 60% della popolazione accetta l’unione tra omosessuali, mentre per il matrimonio la percentuale è molto più bassa, intorno ad un terzo. Intanto la metà dell’opinione pubblica accetta l’adozione del figlio di uno dei partner e approva le posizioni dei sindaci sulla trascrizione. Si può dire che grossomodo metà della popolazione ha ormai una posizione di apertura verso questo fenomeno, ma rimane un’altra parte dell’opinione pubblica che ha ancora delle riserve». Insomma, se è consistente la parte di popolazione che considera positiva l’introduzione anche nel nostro ordinamento delle unioni civili, non va ignorata la quota, altrettanto rilevante di cittadini ostili. «C’è un dato che ci serve da indicatore – spiega ancora Pessato – di un 45% della popolazione che ritiene che la società italiana stia diventano troppo permissiva nei confronti dei gay. Ecco, questo ci dà la conferma che stiamo ragionando in termini generali di una popolazione ancora divisa, che probabilmente accetta le ragioni del diritto, non vuole discriminare, ma non pensa di fare troppi passi avanti, soprattutto rispetto al matrimonio». E le adozioni? «Siamo attorno ad un terzo. C’è un terzo dell’opinione pubblica che ha ormai accettato di riconoscere tutto. Poi c’è metà ed oltre che accetta tranquillamente il riconoscimento dei diritti ed una metà che ha ancora difficoltà. In questa metà che ha difficoltà ci sono poi ovviamente intensità diverse, una parte contraria fino in fondo ed una parte che non gradisce, ma non ha posizioni di grande rottura».

«GIOVANI APERTI, ANZIANI NO» – Infine, le diverse categorie della popolazione. Sia Noto che Pessato ci parlano di una differenza rilevante di giudizio tra giovani e anziani rispetto al riconoscimento dei diritti degli omosessuali e di una differenza meno marcata invece tra persone con più alto o più basso grado di istruzione. «Sicuramente – afferma il direttore di Ipr Marketing – sotto i 40 anni c’è un giudizio più favorevole rispetto ai cittadini che hanno più di 40. Se aumenta l’età diminuiscono i cittadini che sono favorevoli. E non abbiamo registrato una significativa differenziazione per territorio. Più che altro c’è una differenziazione minima per titolo di studio. Sicuramente i cittadini favorevoli prevalgono tra le persone con titolo di studio più elevato. Ma a dire il vero prevalgono anche tra cittadini con titolo di studio inferiore, anche se in misura minore. Abbiamo poi riscontrato divergenze tra persone di sesso diverso. Le donne sono più favorevoli degli uomini nell’accettazione di una coppia gay». «In linea generale – ci ha poi spiegato il presidente di Swg – la fascia più anziana della popolazione ha più difficoltà. C’è un problema culturale, di maturazione, di abitudine. Più che il livello d’istruzione, che non è la chiave, è importante l’informazione. Le persone più informate, più aperte, sono più disponibili al riconoscimento. C’è poi una differenza Nord-Sud con il Nord più disponibile, ma le discriminanti sono l’età e la disponibilità all’informazione, a vivere le relazioni a pieno nella società».

(Foto di Daniele Leone da archivio LaPresse)

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