Usa 2016: Hillary Clinton ha un problema con i soldi di Bill

Usa 2016, Hillary Clinton ha un grosso problema con i soldi. Non nel senso che la sua campagna elettorale, peraltro ancora non ufficializzata ma già spinta a reazione dal super gruppo di azione collettiva “Ready For Hillary”, abbia problemi a raccogliere i denari necessari per promuovere l’elezione dell’ex First Lady dello Stato dell’Arkansas alla Casa Bianca. Tutto il contrario: Hillary Clinton di soldi, scrivono i media americani, paradossalmente ne ha troppi. Nel senso che la famiglia Clinton è ormai diventata stabilmente una delle più ricche d’america e questo, per una candidata che vuole pescare a piene mani nel bacino di voti di sinistra del Partito Democratico, potrebbe non essere certo una facilitazione.

HILLARY CLINTON, TROPPO RICCA – Insomma, Hilly è troppo ricca. Rischia grosso, ovvero rischia di passare per la tipica antipatica donna di sinistra totalmente sconnessa dagli interessi e dai desideri di quella middle class che ambisce a rappresentare, di quel ceto medio americano che ogni giorno lavora sodo per riuscire a minimizzare gli effetti della crisi economica e acchiappare in tempo la timida ripresa che si affaccia nell’economia americana. Il problema principale, scrive Politico che ha consultato esperti strateghi politici democratici, psicologi e scrittori, è che la prima a non essere molto a suo agio con la sua ricchezza è proprio lei, Hillary Clinton. Per essere ricchi, potremmo dire, ci vuole un certo stile: anche Mitt Romney era ed è multimilionario, e infatti ha dovuto passare la sua campagna elettorale a giustificare la sua ricchezza. Come è noto, non ci è riuscito – basti ricordare il video trafugato e pubblicato in cui Mitt definiva il 47% degli americani come dei parassiti del governo, che credono che gli spetti assistenza sanitaria e altri ammortizzatori sociali.

HILLARY, CAMBIA TONI – Mitt, da quella botta, non si è più ripreso. Hillary è un’altra pasta, ma è un fatto che la sua strategia riguardo la propria condizione economica personale “debba cambiare, e velocemente” anche perché nei primi giorni del tour promozionale del suo libro “Hard Times”, definito “praticamente una campagna elettorale”, Hillary Clinton ha speso molto del suo tempo ad enfatizzare una frase contenuta nel libro, dove lady Clinton dice che all’uscita dalla Casa Bianca lei e il marito erano “in bancarotta”. Il che è tecnicamente vero, visto che erano in debito per oltre 10 milioni e mezzo di dollari; soldi necessari, però, per pagare gli affitti delle loro case multimilionarie in giro per l’America, il che non è esattamente la situazione in cui si trovano gli esponenti della classe media americana che vota a sinistra.

 

 

HILLARY CLINTON E QUEL PROBLEMA DI NOME BILL – I repubblicani, velenosi, la stanno iniziando a chiamare “la Romney del partito Democratico”. Il problema principale, scrivono alcuni osservatori, è più che altro il modo in cui i Clinton sono diventati ricchi: il Washington Post pochi giorni fa ha fatto i conti in tasca alla famiglia Clinton, scoprendo che dopo le avventure nello studio Ovale Bill ha fatto davvero “big bucks”, bei soldi, con la sua attività di conferenziere nei più esclusivi circoli finanziari d’America e d’Europa. Per una settimana di conferenze fra la Spagna, la Svezia e la Repubblica Ceca, Bill Clinton ha intascato 1,4 milioni di dollari. Grazie alla sua attività di conferenziere l’ex presidente è riuscito a risollevare le finanze familiari, eccome: “Bill Clinton è stato pagato 104,9 milioni di dollari per i 542 discorsi intorno al mondo fra il gennaio 2001, quando ha lasciato la Casa Bianca, e il Gennaio 2013, quando Hillary si è dimessa da Segretario di Stato”, scrive il Washington Post. Diventare multimilionari avendo aperto un’azienda che dà lavoro alle persone, è un conto; fare un sacco di soldi “parlando al board di Goldman Sachs” non è esattamente quel che gli americani di sinistra della middle class sono disposti a votare a cuor leggero, sopratutto “dopo la recente crisi finanziaria”.

USA 2016, UNA NOMINATION DI SINISTRA? – E’ questione di abitudine, e di attitudine, verso la ricchezza: “L’approccio retorico dei Clinton è guidato da valori della middle class, che gli chiede di negare o quasi la propria ricchezza e, quando questo non funziona, discuterne in termini talmente arzigogolati che finisce per sembrare ingenuo a chi non è altrettanto fortunato”, dice un consulente democratico. Insomma, il problema non è da poco, sopratutto se si tiene conto che la strada di Hillary verso la nomination è tutt’altro che assicurata. Due sono le questioni sul tavolo: primo, c’è chi chiede a gran voce che dal Partito Democratico arrivi una nomination più “di sinistra” da affiancare ad Hillary. Dall’altro, le vicissitudini con il presidente in carica, Barack Obama. Voci, queste ultime, che sono arrivate anche in Italia. 

USA 2016, OBAMA CONTRO BILL CLINTON – Il presidente si è recentemente espresso sulla questione della ricchezza di Hillary Clinton, con una frase non esattamente risolutiva: “Sul lungo periodo, non credo faccia nessuna differenza”, ha detto il Commander in Chief. Un basso profilo che potrebbe rafforzare quanto si vociferava da qualche tempo del rapporto fra Obama e la Clinton: i due, per farla breve, dietro la patina pubblica sostanzialmente si odierebbero. Anzi, per la precisione ad odiarsi sarebbero, e ferocemente, Barack Obama e Bill Clinton. La nomina di Hillary a Segretario di Stato nella prima amministrazione Obama sarebbe stata dettata unicamente da calcolo politico, Bill aveva messo in chiaro fin dal 2012 che Hillary si stava preparando a correre per il 2016 e Obama aveva fatto capire che la messa a disposizione della sua macchina elettorale per l’ex avversaria alle primarie non era affatto scontata. Tutto questo è narrato in un libro di retroscena la cui attendibilità, va detto, è traballante; ma che comunque ha inserito un ulteriore tasso di polemiche dentro un quadro politico già non semplicissimo.

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