La mamma che chiede al sindaco di Lissone di vietare la scuola ai bimbi vaccinati perché «sono pericolosi»
10/08/2017 di Gianmichele Laino
Un’altra iniziativa clamorosa sul tema dei vaccini. Stavolta arriva dalla provincia di Monza, in modo particolare da Lissone: una mamma, preoccupata dal dibattito che ha preceduto la discussione della legge del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e che continua anche in queste ore sui social network e nei principali mezzi di comunicazione, ha scritto una lettera al sindaco della cittadina.
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VACCINI LISSONE, LA RICHIESTA DI UNA MAMMA AL SINDACO
Oggetto di questa missiva, la richiesta di un’ordinanza con cui il primo cittadino avrebbe dovuto proibire momentaneamente la scuola a tutti quei bambini che avessero effettuato uno dei vaccini resi obbligatori dalla nuova legge. La mamma, infatti, li ritiene «pericolosi» perché possono contagiare i compagni, sia quelli già vaccinati, sia quelli non vaccinati.
La lettera è stata inviata sulla base di uno studio americano sui presunti rischi della trasmissione dei virus e su «un bugiardino – scrive la mamma nel testo riportato dal quotidiano Il Giorno – selezionato a caso tra i diversi disponibili sul web».
VACCINI LISSONE, LA RISPOSTA DEL SINDACO CONCETTA MONGUZZI
Il primo cittadino, in pieno dovere civico, ha addirittura avviato – sulla base di questa richiesta – le analisi del caso, contattando l’Agenzia di tutela della salute (ovvero, l’ex Asl). Concetta Monguzzi, pertanto, ha risposto negando l’eventualità dell’ordinanza: «La richiesta di un’ordinanza urgente per vietare la frequenza scolastica ai ragazzi vaccinati non è accoglibile per carenza di presupposti normativi, perché non c’è alcun pericolo che minacci l’incolumità dei cittadini».
Il sindaco, inoltre, ha specificato che non è possibile emanare alcuna ordinanza dal momento che non ci sono epidemie in corso e che l’Agenzia di tutela della salute ha comunicato ufficialmente che chi è stato vaccinato con un virus attenuato non può infettare altre persone.
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO